Matteo De Santis per “la Stampa”
ALBERTO RAZZETTI
Non poteva che partire a «Razzo», con un oro nei 400 misti, la «Nazionale più forte di sempre», l'investitura calata dalla madrina Federica Pellegrini. La partenza con il botto, di nome e di fatto, di questi Europei romani, dove i pronostici e le previsioni danno neanche troppo improbabile che l'Italia del nuoto possa gareggiare da sola quasi dappertutto, la riserva Alberto Razzetti andando a vincere in una di quelle delle specialità in cui si riteneva esistese una certa concorrenza per gli azzurri: in 4'10"90, un anno dopo il sorprendente argento continentale a Budapest, è già diventato il più veloce in Europa davanti all'ungherese e tricampione europeo David Verraszto, argento in 4'12''58, e all'altro azzurro Pier Andrea Matteazzi, bronzo in 4'13"29 difeso strenuamente negli ultimi 50 metri.
ALBERTO RAZZETTI
Ecco servito il primo eroe della kermesse romana: un 23enne ligure di Lavagna, tifosissimo della Ducati, di Valentino Rossi e della Ferrari, tesserato per Fiamme Gialle e Genova Nuoto My Sport, allenato da Stefano Franceschi che in soli quindici mesi, quando decise di buttarsi per la prima volta nella specialità, è diventato il campione europei dei 400 misti.
«Ho la pelle d'oca - racconta «Razzo» una volta sceso dal podio - perché vincere in casa regala una gioia incredibile. L'emozione più bella di tutta la mia vita Avrei pure potuto fare meglio, scendendo a 4'09", ma l'importante era portarsi a casa la medaglia d'oro. La gara, dopotutto, l'avevo preparata in questa maniera, non ho perso troppo nella frazione a dorso e poi ho sparato tutto. Ora non mi dispiacerebbe battere il record italiano di Luca Marin, sarebbe un grande onore».
ALBERTO RAZZETTI
Possibili nuovi campioni crescono: il recente curriculum di Razzetti, già adornato dall'argento nei 400 e dal bronzo nei 200 misti ai precedenti Europei di Budapest, parla di un record italiano nei 200 misti e dei titoli mondiali in vasca corta nei 200 farfalla datati 2021.
Per l'Italia del nuoto l'oro nei 400 misti, accompagnato dal tutt' altro che banale bronzo di Matteazzi (« Una gioia incredibile, quasi inaspettata»), ha tutto il sapore della riconquista dopo 20 anni: l'ultimo a salire sul tetto d'Europa, a Berlino nel 2002, era stato Alessio Boggiatto.
Se lo squadrone azzurro è andato a dormire al termine della prima giornata romana in testa al medagliere lo deve anche all'argento pesantissimo calato dai moschettieri della 4x200 stile libero maschile, finiti dietro solo all'Ungheria trascinata in ultima frazione da Kristof Milak.
ALBERTO RAZZETTI
Il secondo posto (7'06"25), strappato alla Francia (bronzo con 7'06"97), porta le firme di Marco De Tullio (1'46''47), Lorenzo Galossi (1'47''91), di Gabriele Detti (1'46''51) e soprattutto di uno straordinario Stefano Di Cola (1'45''36), autore della clamorosa rimonta finale. «Volevamo la medaglia ad ogni costo», il bollino da missione compiuta appiccicato dal quartetto d'argento. Niente male come biglietto da visita. D'altronde il meglio azzurro in questi Europei, secondo le previsioni, deve ancora arrivare.
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