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    UN PAESE IN CODICE ROSSO - L'ITALIA RISCHIA DI RITROVARSI CON UN "BUCO" DI OLTRE 70 MILA INFERMIERI - SOLO NELL'ULTIMO ANNO, LE DOMANDE AI CORSI DI LAUREA SONO DIMINUITE DEL 10% SENZA CONTARE I PENSIONAMENTI NEI PROSSIMI ANNI, COLORO CHE VANNO A LAVORARE ALL'ESTERO - TE CREDO: TRA TURNI MASSACRANTI, STIPENDI NON ALL'ALTEZZA, PROSPETTIVE DI CARRIERA RIDOTTE AL MINIMO E PAZIENTI CHE AGGREDISCONO IL PERSONALE, I GIOVANI PREFERISCONO GUARDARE ALTROVE…


     
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    Estratto dell'articolo di Graziella Melina per “il Messaggero”

     

    infermieri infermieri

    Sarà per lo stipendio non allettante, i turni di lavoro pesanti e le prospettive di carriera ridotte al lumicino, fatto sta che la professione infermieristica non attira più i giovani. Stando al report della Conferenza nazionale corsi di laurea professioni sanitarie, infatti, le domande di accesso ai corsi di laurea rispetto allo scorso anno accademico sono diminuite del 10%.

     

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     In alcuni atenei, per la prima volta, le richieste non raggiungono nemmeno il numero di posti a bando: «Da 25.539 domande dello scorso anno si passa alle attuali 22.870 su 19.860 posti, con un calo medio nazionale di -10,5% che è diverso fra le Università delle tre aree geografiche: Nord -14,0%, Centro -14,4% e Sud -5,4%». […]

     

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    la Corte dei conti ha indicato un buco di 65.000 unità; e con il decreto 77/2022 sul riordino dell'assistenza sul territorio si stima servirebbero almeno altri 20mila infermieri, […] La situazione diventa ancora più preoccupante, poi, se si considera che i 10mila pensionamenti annui di infermieri dal 2029 raddoppieranno; senza contare inoltre i quasi 30mila infermieri italiani andati a lavorare all'estero.

     

     «Intanto, oltre 13mila infermieri stranieri sono in servizio, a vario titolo, sul territorio nazionale denunciano dalla Fnopi senza iscrizione agli Ordini e senza i dovuti controlli sulla conoscenza della lingua, in virtù delle deroghe previste da decreti emergenziali, che quindi lavorano in un contesto di totale insicurezza delle cure». I sindacati continuano ad alzare la voce. […]

     

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    Le criticità, […] sono ormai note da tempo. […] Andrea Bottega, segretario nazionale del Nursind - «[…]per infermieristica siamo lontani da qualsiasi soglia di sicurezza: con circa 3mila domande in più rispetto ai posti messi a bando«[…]non si riuscirà neppure a coprire il turnover. Parliamo di una carenza stimata di 70mila unità che è destinata solo ad aumentare».

     

    Al calo di domande, si aggiunge poi un altro dato negativo. «Chi con coraggio decide di iscriversi alla facoltà di infermieristica osserva De Palma - deve affrontare un duro percorso che non sempre giunge a compimento: alto è infatti anche il tasso di abbandono degli studi prima del loro termine, con una preoccupante percentuale che oscilla tra il 19 e il 20%». A conti fatti, stando ai sindacati, l'Italia rischia di perdere nei prossimi tre anni fino al 30-30,5% di infermieri rispetto ai numeri programmati dalle stesse Regioni e dal Governo.

     

    LA STRATEGIA

    E se intanto la Fnopi prova ad aprire le porte a più professionisti possibile, per la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo) si pone il problema opposto: gli studenti che provano a iscriversi a medicina non mancano mai. «La professione medica continua ad essere attrattiva per tanti giovani», spiega il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli. Ma per molti resta lo scoglio del numero chiuso. Sul quale però i medici fanno muro.

     

    medici infermieri medici infermieri

     «I nostri ragazzi vanno all'estero e sono ambiti perché hanno una formazione di qualità rimarca Anelli - Se aumentiamo il numero di iscritti, la qualità viene meno. E, comunque, dobbiamo anche considerare l'aspetto occupazionale: se formiamo per esempio 90mila medici, per una questione etica alla fine del percorso di studi lo Stato dovrebbe garantire altrettanti posti di lavoro».

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