1. L’INCHIESTA DELL’AP: L’ITALIA FINANZIA I LIBICI, LORO PAGANO I TRAFFICANTI
2. CROLLANO GLI SBARCHI PROVENIENTI DALLA LIBIA
Francesco Grignetti per ‘La Stampa’
MARCO MINNITI
I numeri, innanzitutto: da agosto c' è stato un crollo verticale di sbarchi di migranti, ridotti dell' 85% rispetto a un anno fa. Nel 2016 arrivarono dalla Libia in 21 mila, quest' anno in 3.800. La rotta del Mediterraneo centrale sembra davvero chiudersi. Controprova: l' Organizzazione internazionale delle Migrazioni ha dichiarato che nei primi venti giorni del mese non risulta «nessun migrante morto in mare lungo la rotta del Mediterraneo».
Sono crollate le partenze. Secondo un reportage dell' Associated Press, però, il calo negli sbarchi «è in larga parte dovuto agli accordi stretti con due potenti gang di trafficanti di Sabratha, il più grande punto di partenza dei migranti». Sostiene Ap che queste milizie sarebbero pagate da Tripoli, che gli gira i soldi provenienti dal governo italiano. È vero - è stato chiesto ieri a Bruxelles alla portavoce della Commissione - che gli italiani pagano gli scafisti, direttamente o tramite il governo di al-Sarraj per fermare i migranti?
GENTILONI MINNITI
«Suggerisco - ha risposto - di chiedere alle autorità italiane. Quando si tratta di fondi europei, sono soggetti a controlli molto stretti, con destinazione molto chiara. Noi continuiamo a seguire le regole, come facciamo sempre». Ma Roma smentisce seccamente. «L' Italia non tratta con i trafficanti», affermano fonti della Farnesina. «Gli aiuti vanno alle municipalità libiche», dicono al ministero dell' Interno.
3. L'ITALIA NEGA ACCORDI CON I TRAFFICANTI DI MIGRANTI
Laurence Figà-Talamanca per l’ANSA
"Il governo italiano non tratta con i trafficanti". E' secca la smentita della Farnesina all'inchiesta dell'Associated Press secondo cui l'Italia ha sostenuto un accordo tra il governo libico di Fayez al Sarraj, riconosciuto dalla comunità internazionale, e "alcune milizie precedentemente implicate nella tratta" di migranti per impedire la partenza dei barconi verso le coste italiane.
MIGRANTI SOCCORSI 9
Un'intesa che, sostengono le fonti dell'AP, funzionari e 007 italiani avrebbero discusso "direttamente" con i capi delle due principali milizie di Sabrata, a ovest della Libia, la principale base di partenza dei migranti, "soprattutto africani". "Non c'è nessun accordo tra i trafficanti e il governo italiano", affermano le fonti della Farnesina all'ANSA.
Dopo la fuga in avanti pre-estiva della Francia e la visita in Libia del britannico Boris Johnson, nel tentativo di coinvolgere anche l'uomo forte della Cirenaica, il generale Khalifa Haftar, l'Italia ha riguadagnato centralità nello scenario libico, centralità riconosciuta anche dal vertice di Parigi di lunedì scorso, ma in grado di rompere alcuni equilibri e frenare alcune ambizioni anche di Paesi alleati.
Secondo l'inchiesta dell'AP, il drastico calo degli sbarchi in Italia ad agosto (l'86% in meno rispetto ad agosto 2016) è dovuto in parte alla guardia costiera libica, che ha cominciato a bloccare i migranti grazie all'aiuto tecnico dell'Italia. Ma è "in gran parte" dovuto "anche a un accordo con le due più potenti milizie della città di Sabrata". Una delle due è la milizia 'Al-Ammu', o Brigata del martire Anas al-Dabashi, l'altra è la Brigata 48.
migranti morti su un gommone vicino alle coste libiche 6
Entrambe guidate da due fratelli della famiglia al-Dabashi, definiti dalle fonti di AP "i re del traffico" di esseri umani, che avrebbero smesso il loro "commercio" in cambio di aiuti. Secondo il portavoce di Al-Ammu, Bashir Ibrahim, "un mese fa le due forze hanno raggiunto un accordo 'verbale' con il governo italiano e quello di Sarraj per combattere il traffico". E dopo l'accordo "le milizie hanno impedito alle barche di migranti di lasciare le coste libiche vicino a Sabrata. In cambio, hanno ricevuto equipaggiamenti, navi e stipendi". Una sorta di "tregua", l'ha definita Ibrahim.
Ma, ha anche ammonito, se dovesse venir meno "il sostegno alla brigata di al-Dabashi" il traffico "ricomincerà". Ibrahim ha tuttavia precisato all'AP che la sua milizia fa capo al ministero della Difesa del governo Sarraj, mentre la Brigata 48 al ministero dell'Interno. Circostanza non confermata ufficialmente da Tripoli. Ma se lo fosse - sottolinea la stessa Associated Press - "l'integrazione ufficiale delle due milizie nelle forze di sicurezza di Sarraj permetterebbe all'Italia di lavorare direttamente con queste forze, non più considerate milizie o trafficanti, ma parte del governo riconosciuto".
Di "accordo diretto" parla all'AP anche Abdel-Salam Helal Mohammed, direttore generale del dipartimento del ministero dell'Interno libico per la lotta alla migrazione illegale: "Diverse settimane fa, gli italiani hanno incontrato alcuni membri della milizia Al-Ammu a Sabrata e hanno raggiunto un accordo per fermare i trafficanti". "Da dieci giorni - ha aggiunto - non ci sono più traffici" di migranti. Attivisti per i diritti umani di Sabrata criticano invece l'Italia: "Quello che stanno facendo gli italiani è molto sbagliato - ha detto Gamal al-Gharabili, capo dell'Associazione Peace, Care and Relief -. Stanno rafforzando il potere delle milizie".
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