Franco Stefanoni per il ''Corriere della Sera''
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«La situazione è molto grave e saranno fatti tutti gli approfondimenti del caso»: sui 5 Stelle già dilaniati dalle diatribe interne piomba come un fulmine a ciel sereno la vicenda delle donazioni percepite in campagna elettorale nel 2018 da Dino Giarrusso. L'ex Iena, ora europarlamentare con il Movimento, ha ricevuto un contributo pari a 4.800 euro dalla lobbista Ezia Ferrucci, socia della Bdl lobbying srl (rappresentante di una multinazionale del tabacco), e un altro di circa altrettanti da Carmela Vitter, moglie di Piero di Lorenzo, titolare, amministratore delegato e presidente della Irbm di Pomezia (Roma), azienda attiva in biologia molecolare, scienza molecolare e chimica organica, nota ormai anche al grande pubblico per l'obiettivo di sviluppare un vaccino anti-Covid, in partnership con lo Jenner institute della Oxford university e AstraZeneca.
piero di lorenzo
Il caso è stato sollevato dalla trasmissione Report anche se la donazione era già nota dall'autunno dello scorso anno. Il casus belli è doppio per i 5 Stelle. Anzitutto, in base al loro vademecum per le Europee, ogni loro candidato poteva ottenere da un medesimo soggetto finanziatore un massimo di 3 mila euro come contributo elettorale. «È un vademecum interno, legato solo alle Europee, che onestamente mi era sfuggito», ha detto Giarrusso. Ma oltre ad aver violato il tetto dei finanziamenti, all'eurodeputato viene contestato internamente anche il rapporto con i lobbisti, da sempre bersaglio del Movimento.
«È lunare che mi si accusi di slealtà quando ci sono state da parte di altri evidentissime violazioni mai sanzionate ed io mi sono sempre attenuto alle regole», si difende in un'intervista al Corriere l'europarlamentare. E spiega: «Riguardo al limiti dei 3.000 euro ho evidenziato ai probiviri che nello stesso vademecum c'era anche l'obbligo di "riportare contributi se di importo superiore ai 3.000 euro", dunque una evidente ambiguità che mi ha tratto in inganno. Io però già nel giugno 2019 ho dichiarato immediatamente al nostro Comitato interno tutti i contributi ricevuti e in questo anno e mezzo nessuno ha avuto nulla da dire».
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Per Giarrusso, che ha chiarito che non si autosospenderà, «si trattava di una notizia vecchia e già pubblicata. Temo che ci sia dietro l'incessante opera di chi ha creato correnti, ha infranto mille volte le regole e anziché lavorare o attaccare i nostri avversari, continua ad aizzare guerre interne». Ma la sua posizione fa discutere e molto. C'è chi sul web riprende un vecchio tweet di marzo in cui lodava l'azienda di Pomezia.
I pentastellati sono sul piede di guerra. Sia a Roma, sia nel gruppo M5S a Bruxelles diviso tra ribelli e governisti. «Rizzone è stato espulso per i 600 euro dell'Inps, mentre qui si parla di migliaia di euro ricevuti da lobbisti, quindi di qualcosa di ben più grave. Nessuno del M5S si è mai fatto finanziare da lobbisti manco per un euro. Non è solo inopportunità, ma anche una palese violazione regolamentare», attacca Ignazio Corrao.
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Che chiede un intervento severo da parte dei probiviri: «Va espulso subito. Per non gettare ombre sull'intero Movimento e far perdere di credibilità alle cose che abbiamo ripetuto sui palchi per dieci anni». Il capo politico reggente Vito Crimi ha segnalato la questione ai probiviri, che potrebbero arrivare a conclusioni rapide già nei prossimi giorni. Insieme al caso Giarrusso è probabile che l'organo interno al Movimento esamini anche le procedure aperte per gli altri eurodeputati (dopo il voto non in linea con la maggioranza M5S sulla riforma della Pac).
ignazio corrao
Le possibilità che Giarrusso venga espulso sono considerate «alte» da alcuni big del Movimento. Ciò che è certo è che l'europarlamentare difficilmente sarà in corsa per un posto nel nuovo organo collegiale che governerà i 5 Stelle: solo la scorsa settimana, secondo le indiscrezioni che sono trapelate in questi giorni, Giarrusso si era piazzato al secondo posto dietro ad Alessandro Di Battista come preferenze nella votazione per scegliere i trenta relatori conclusivi degli Stati generali.