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    PER CHI ANCORA NON CREDE CHE SIAMO COMMISSARIATI E CHE IL VOTO SARÀ SOLO UNA FORMALITÀ - L’OCSE TAGLIA LE STIME DEL PIL ITALIANO: -2,2% NEL 2012, -1% NEL 2013 - “RISCHIO DI UNA NUOVA MANOVRA NEL 2014” – GRILLI NEGA MA NEL RAPPORTO OCSE, OCCHIO AGLI “AVVERTIMENTI” ELETTORALI: “CHI VINCE IN PRIMAVERA, DEVE MANTENERE LE RIFORME E GLI IMPEGNI DEL GOVERNO MONTI. ALTRIMENTI, ADDIO FIDUCIA DEL MERCATO”…


     
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    1- OCSE: TAGLIA STIME PIL ITALIA -2,2% 2012; -1% 2013
    (ANSA) - Nell'ultimo Economic outlook, l'Ocse rivede al ribasso le stime per il Pil italiano nel 2012 e 2013, prevedendo una contrazione rispettivamente del 2,2% e dell'1%, contro il -1,7% e -0,4% nel maggio scorso. Questa "crescita debole metterà ulteriore pressione negativa su occupazione, salari e prezzi".

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    2- OCSE: RISCHIO NUOVA MANOVRA ITALIA NEL 2014
    (ANSA) - Se le previsioni dell'Ocse sulla crescita dell'economia italiana, più pessimistiche di quelle del governo, dovessero realizzarsi, "un'ulteriore stretta di bilancio sarebbe necessaria nel 2014 per restare nel percorso di riduzione del debito previsto". Lo scrive l'organizzazione parigina nel suo Economic outlook.

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    3- OCSE:MALE MERCATO LAVORO;12% DISOCCUPAZIONE EUROZONA 2013-14
    (ANSA) - Nell'attuale contesto di debolezza dell'economia mondiale, "un ulteriore deterioramento del mercato del lavoro nell'area Ocse è probabile". Nel dettaglio, prevede l'Ocse, la disoccupazione "continuerà ad aumentare" nell'eurozona (11,1% nel 2012, 11,9% nel 2013 e 12% nel 2014) mentre "diminuirà" negli Usa (8,1% nel 2012, 7,8% nel 2013 e 7,5% nel 2014). L'organizzazione parigina stima un tasso di disoccupazione nell'area all'8% nel 2012, 8,2% nel 2013 e di nuovo 8% nel 2014.

    4- CRISI: OCSE TAGLIA STIME CRESCITA 2012 E 2013
    (ASCA-AFP) - L'Ocse ha tagliato le stime di crescita per gli Stati Uniti, Giappone ed Eurozona, avvertendo che la crisi del debito in Europa e' ''la piu' grande minaccia per l'economia mondiale''. Lo afferma l'organizzazione nel suo Wolr economic outlook. La crescita nei paesi membri dell'Ocse e' ora stimata per quest'anno e per il prossimo anno all'1,4%, rispetto alla precedente previsione pari rispettivamente all'1,6% e al 2,2%. Per l'Ocse, un'altra minaccia all'economia mondiale e la situazione di incertezza del bilancio degli Stati Uniti, in vista del cosiddetto ''fiscal cliff'', quando dal primo gennaio andranno in scadenza una serie di importanti adempimenti fiscali che, senza un accordo nel Congresso, faranno scattare un drastico aumento delle tasse e tagli alle spese statali.

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    ''Le prospettive economiche - afferma l'Ocse - sono molto incerte e dipendono in larga misura dai rischi connessi con la natura dei tempi delle decisioni politiche relative alla crisi dell'Eurozona, e dal 'fisval cliff' degli Stati Uniti''. Previsioni pessiomistiche anche per quanto riguarda la disoccupazione, stimata in crescita dall'8% per quest'anno all'8,2% nel 2013, prima di tornare all'8% nel 2014. Nel frattempo, l'inflazione dovrebbe diminuire dal 2,1% quest'anno all'1,7% nel 2013, per pori risalire all'1,9% nel 2014.

    Le economie emergenti come quelle di Brasile, Cina e India, paesi fuori dall'area Ocse, se la dovrebbero cavare meglio, ma sono state comunque influenzate dalla crisi dell'Eurozona che ha contribuito a una riduzione della crescita del commercio globale ''a tassi molto deboli. Il commercio mondiale si rafforzera' solo gradualmente'' nel corso dei prossimi due anni, stima l'Ocse. Nel dettaglio delle previsioni, l'economia statunitense dovrebbe crescere del 2,2% quest'anno e del 2% nel 2013, rispetto alla precedente previsione nel maggio del 2,4% e 2,6%.

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    Per il Giappone, il Pil e' ora previsto in espansione dell'1,6% e dello 0,7% quest'anno e il prossimo, in calo dalle precedenti stime del 2% e dell'1,5%, mentre l'economia dell'Eurozona dovrebbe contrarsi dello 0,4% e dello 0,1%. Le stime precedenti, per l'area Euro indicavano un calo dell'0,1% quest'anno e una crescita dello 0,9% nel 2013. L'Eurozona, infine, dovrebbe far registrare il piu' alto tasso di disoccupazione, all'11,1% per quest'anno e all'11,9% per il prossimo, in aumento rispetto alle previsioni precedenti del 10,8% e 11,1%.


    5- OCSE;GRILLI;NO MANOVRA,PAREGGIO BILANCIO ANCHE IN 2014
    (ANSA) - "Io ritengo che non lo sia". Così il ministro dell'Economia Vittorio Grilli sul rischio di una nuova manovra nel 2014 indicato dall'Ocse. "Però ritengo che, così come emerge dai nostri scenari, è chiaro che noi abbiamo un bilancio in pareggio anche nel 2014", ha aggiunto.


    6- ITALIA, PER OCSE CRESCITA RESTA LATITANTE, ATTENZIONE AL DOPO VOTO

    Reuters - Entrata nella seconda grave recessione degli ultimi tre anni, l'economia italiana dovrebbe essere in grado di risollevarsi da ormai un decennio di stagnazione grazie alle incisive misure studiate dal governo per far fronte al duplice problema di bassa crescita ed elevato debito pubblico.

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    I provvedimenti dell'esecutivo di Mario Monti restano però da applicare fino in fondo e con coerenza, mentre una delle incognite principali è l'impegno nel campo del consolidamento di bilancio e delle riforme da parte della classe politica che prenderà le redini del Paese dopo le elezioni di primavera.

    Questo in estrema sintesi il giudizio dell'ultimo rapporto semestrale Ocse, i cui numeri puntuali parlano comunque di una congiuntura che ancora langue con evidenti ricadute su occupazione, salari e costo della vita.

    Per passare ai numeri dell'Economic Outlook, del prodotto interno lordo viene stimata una contrazione di 2,2% quest'anno e 1,0% il prossimo, seguita da un modesto +0,6% nel 2014.

    Limitandosi al 2012, il confronto va al -2,4% prospettato dalla stessa organizzazione parigina con l'interim assessment del 6 settembre scorso, peraltro identico alla previsione ufficiale del governo.

    "La politica di riforme strutturali per favorire la crescita e aggiustamento dei conti pubblici è ben avviata, in un orizzonte di breve termine l'economia continuerà però a contrarsi a riflesso delle misure di austerità, un fragile clima di fiducia e condizioni creditizie restrittive" è l'incipit del capitoletto Ocse dedicato all'Italia.

    Alla luce di attese sulla crescita inferiori a quelle del governo - che nel Def di fine settembre ipotizza -0,2% per il 2013 e +1,1% per il 2014 - dal 3,8% dell'anno scorso il deficit viene proiettato a 3,0% del Pil - il limite massimo accettato in sede europea - quest'anno, a 2,9% il prossimo e a 3,4% nel 2014.

    "Se la nostra stima si dovesse concretizzare sarebbe necessaria un'ulteriore manovra correttiva sul 2014" scrive il rapporto.
    Parallelo il percorso previsto per il debito pubblico: 127,8% del Pil nel 2012, 130,4% nel 2013 e 132,2% nel 2014.

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    "Le riforme approvate dal parlamento negli ultimi dodici mesi sono di portata eccezionale, per raggiungere risultati vanno però applicate pienamente e con coerenza" continua il giudizio Ocse.

    Decisamente poco incoraggianti le prospettive occupazionali: pari a 8,4% l'anno scorso, il tasso medio dovrebbe salire a 10,6% quest'anno, 11,4% il prossimo e 11,8% nel 2014.
    "Il protrarsi della debolezza economica farà innalzare il tasso di disoccupazione per il 2014 in prossimità del 12%. Questo rallenterà la crescita dei redditi e dell'inflazione al consumo" prosegue il documento, che per il costo della vita indica una media di 3,2% quest'anno, 1,9% nel 2013 e 0,9% nel 2014.

    Un ultimo riferimento alle prospettive del dopo voto.
    "Una delle principali fonti di incertezza riguarda l'impegno del governo che uscirà dalle elezioni di primavera, l'impegno a mentenere il percorso di consolidamento del bilancio e riforme strutturali favorevoli alla crescita il cui abbandono danneggerebbe l'economia e la fiducia del mercato" avverte lo studio.

    "Un altro rischio è che i conti pubblici 2012 migliorino meno del previsto nonostante le misure correttive varate nella seconda parte dell'anno. Un acuirsi della pressione finanziaria e un rapido 'deleveraging' da parte delle banche potrebbe inoltre accentuare la stretta sul credito con il risultato di indebolire ulteriormente l'economia" conclude Ocse.
    (Alessia Pé)

     

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