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    QUELLA DI KKR È UN'OFFERTA CHE SI PUÒ RIFIUTARE – VIVENDI, PRIMO AZIONISTA DI TIM, DIFFICILMENTE SI ACCONTENTERÀ DELLA PROPOSTA DEGLI AMERICANI (20 MILIARDI CHE, NETTI, SCENDERANNO A MENO DI 15). MA AL FONDO INTERESSA SOLO VALORIZZARE L'INVESTIMENTO DA 1,8 MILIARDI PER IL 37,5% DI FIBERCOP, E GUADAGNARE UNA BELLA PLUSVALENZA. E CI RIUSCIRANNO: CDP È AL LAVORO PER LA CONTROMOSSA INSIEME A MACQUARIE E "ALCUNE COMPAGNIE ASSICURATIVE". NON SI ARRIVERÀ AI 30 MILIARDI CHIESTI DA BOLLORÉ, MA CI SI DOVRÀ AVVICINARE...


     
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    Estratto dell’articolo di F. Sp. per “La Stampa”

     

    PIETRO LABRIOLA TIM PIETRO LABRIOLA TIM

    A poco più di una settimana dalla sua presentazione, l'offerta di Kkr sulla rete di Tim si trova già su una strada in salita. La proposta valorizza mediamente la rete 20 miliardi e permetterebbe a Tim, perdendo la maggioranza dell'infrastruttura, di deconsolidare il debito assorbito dalla futura NetCo e di incassare subito nuova liquidità.

     

    Il problema è che […] l'offerta – che include FiberCop, l'ultimo miglio valutato 10 miliardi e di cui Kkr è già secondo azionista con il 37,5% –, al netto degli earn out e di altre variabili di cui si compone, potrebbe arrivare a valere anche meno di 15 miliardi.

     

    kkr kkr

    Una cifra che allontanerebbe, e non di poco, la somma dall'obiettivo che si sono prefissati i primi azionisti di Tim, ovvero i francesi di Vivendi (23,75%). Secondo cui la cifra di partenza è di 31 miliardi, sebbene questa oggi possa essere depurata almeno di 2 miliardi di sinergie per la rete unica non più d'attualità. In ogni caso la distanza resta abissale. E coinvolgerebbe anche il numero di dipendenti destinati a entrare in NetCo […]

     

    pietro labriola pietro labriola

    Con i francesi che difficilmente potrebbero sostenere l'offerta di Kkr, tra i consiglieri di Tim, che il 24 febbraio dovranno decidere sulla proposta, la cautela sarebbe massima. Dopo le dimissioni di Arnaud de Puyfontaine dal cda, Vivendi non ha più rappresentanti diretti, il consigliere Giovanni Gorno Tempini, presidente di Cdp, non può votare perché in conflitto di interesse (Cassa ha il 60% di Open Fiber), idem Massimo Sarmi, presidente di FiberCop. Restano gli indipendenti, per lo più espressione dei fondi, esposti però al rischio di azioni di responsabilità. Un consiglio tra due fuochi potrebbe quantomeno prendere tempo.

     

    henry kravis henry kravis

    Nemmeno la contro-offerta di Cdp appare imminente e potrebbe attendere l'esito su Kkr. La Cassa però sarebbe già al lavoro insieme con il fondo Macquarie. Ci sarebbero contatti per sindacare, ovvero suddividere in un secondo momento, quote della rete: si parla del fondo Brookfield, ma anche di Cig, fondo sovrano di Singapore, e di alcune compagnie assicurative europee. […]

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