Antonio Pollio Salimbeni per “il Messaggero”
ANGELA MERKEL MARK RUTTE
Mentre gli sherpa dell'Eurogruppo stanno ancora cercando di definire una posizione comune sul dettaglio del Recovery Fund (la proposta è attesa entro un paio di settimane) e sul contratto standard per i prestiti del Meccanismo europeo di stabilità, la Commissione ha ormai «chiuso» le nuove previsioni economiche che presenterà domani. Saranno brutte, la Ue è in recessione profonda. Il commissario all'economia Paolo Gentiloni ha già anticipato che per l'area euro saranno attorno ai valori stimati dal Fondo monetario, che ha indicato una crescita del a -7,5% quest'anno e in forte ripresa nel 2021, +4,7%. Per l'Italia -9,1% e +4,8% rispettivamente.
mark rutte giuseppe conte
Tuttavia, con una riserva: tutto dipenderà dai tempi della normalizzazione dell'attività economica. Ancora ignoti. Anche le previsioni comunitarie andranno prese con le molle. Venerdì si riunirà di nuovo l'Eurogruppo ed è attesa la decisione finale sui prestiti del Mes. Le discussioni preparatorie non sono ancora concluse: l'Olanda ha alzato l'asticella su obiettivi dei prestiti e durata. Per i primi, l'accordo tra i 27 è che debbano coprire le spese sanitarie dirette e indirette per cura e prevenzione: si tratta di scrivere nero su bianco di che cosa deve trattarsi. Per la durata, l'Olanda vuole tempi più brevi di quelli normalmente previsti dal Mes perché «si tratta di prestiti a Stati che hanno accesso al mercato a tassi di interesse ragionevoli» per cui «ci si può aspettare che possano essere rimborsati in tempi relativamente veloci».
LA SENTENZA
HOEKSTRA E RUTTE
Stamattina tutta l'attenzione sarà per la sentenza della Corte costituzionale tedesca che deciderà se la Bundesbank può continuare a essere parte attiva nelle operazioni di «quantitative easing» della Bce, cioè negli acquisti di titoli sovrani sul mercato. La sentenza non riguarda formalmente la Peep, cioè Pandemic Emergency Purchase Programme, acquisti titoli pubblici e delle imprese per 750 miliardi di euro a fine 2020 decisi come misura anticrisi da coronavirus. Ma anche se non è direttamente la Peep sotto tiro, nel caso in cui i giudici costituzionali tedeschi accogliessero le tesi dei feroci critici della strategia espansionista della Bce, sarebbe sempre possibile che qualche loro argomento possa legare le mani alla banca centrale tedesca.
MARK RUTTE ANGELA MERKEL
Non ci sarebbe però un blocco automatico della Peep, per, il semplice fatto che la Corte costituzionale di uno stato non può porre divieti alla Bce. E, comunque, un giudizio negativo sulla legittimità dell'azione Bce da parte tedesca aprirebbe una crisi più generale nell'Eurozona. Il «quantitative easing» della Bce venne messo sotto tiro nel 2015, in piena presidenza Draghi, poco dopo l'avvio del programma che prevedeva l'acquisto di titoli del debito pubblico degli stati esclusa la Grecia. Tra gli oppositori della strategia Bce «quadri» della Cdu, il partito di Angela Merkel, e anche il fondatore del partito nazionalista ed euroscettico Alternative für Deutschland, Bernd Lucke.
CORTE COSTITUZIONALE TEDESCA MERKEL
Già la Corte di giustizia europea ha giudicato legittimo l'operato della Bce relativamente alle operazioni monetarie (programma Omt) che consistono nell'acquisto potenzialmente illimitato di titoli di debito pubblico dei paesi Eurozona. Era il famoso bazooka antispread, peraltro mai usato dalla Bce. Nel 2017 la Corte costituzionale tedesca ha chiesto alla Corte Ue di pronunciarsi sulla conformità ai Trattati Ue del quantitative easing. Nel dicembre 2018 il pronunciamento sul quesito posto dai giudici di Karlsruhe: il Qe che ha salvato l'Eurozona dalla deflazione è stato giudicato conforme al mandato della Bce; non è, come sostenuto dai detrattori, un finanziamento monetario del debito pubblico perché non equivale all'acquisto di titoli sui mercati primari (cioè al momento dell'emissione da parte degli stati); non induce di per sé gli stati a non perseguire politiche di bilancio equilibrate. Il caso è poi tornato a Karlsruhe. A gennaio la Corte tedesca ha annunciato la sentenza finale per il 24 marzo, ma una settimana prima è scattato il confinamento, di qui il rinvio a oggi.
mark rutte 3 corte costituzionale tedesca hoekstra HOEKSTRA E RUTTE HOEKSTRA E RUTTE