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    L’OMBRA DEL LAVORO NERO NELLA STRAGE DEL CANTIERE DI UN SUPERMERCATO A FIRENZE – DUE DELLE 4 PERSONE RIMASTE UCCISE NEL CROLLO, ENTRAMBE NORDAFRICANE, ERANO IN ITALIA SENZA PERMESSO DI SOGGIORNO – MOLTO PROBABILMENTE NON AVEVANO UN CONTRATTO REGOLARE NÉ UN’ADEGUATA FORMAZIONE - UNO DI LORO, 24ENNE, PARE FOSSE IN ATTESA DEI DOCUMENTI – I TESTIMONI: “IN QUESTO CANTIERE NON C’ERA SICUREZZA” - UN ALTRO OPERAIO, ORIGINARIO DEL MAROCCO, RISULTA DISPERSO - CHI ERANO LE VITTIME


     
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    OPERAI FANTASMA NEL CANTIERE DELLA STRAGE L’OMBRA DEL LAVORO NERO

    Estratto dell’articolo di Ernesto Ferrara per “La Repubblica”

     

    taofik haidar taofik haidar

    Due fantasmi, due invisibili. Fino a quando il loro corpo, straziato, è stato estratto dalle macerie. Erano senza permesso di soggiorno, secondo le prime ricostruzioni, due delle 4 vittime del crollo del cantiere Esselunga di Firenze, che ieri si è raccolta in silenzio per il lutto cittadino mentre si cerca un quinto disperso e i 3 feriti restano ricoverati. I due, entrambi nordafricani, molto probabilmente non avevano regolare inquadramento contrattuale nè adeguata formazione per le mansioni che gli venivano affidate.

     

    mohamed el fernhane mohamed el fernhane

    Uno di loro, 24 enne, pare fosse in attesa di permesso. Un fronte che ora tiene impegnati i tecnici della Asl, a cui la Procura ha chiesto di sbrogliare il groviglio di subappalti — più di 60 le ditte che sulla carta avevano accesso al cantiere, 4 quelle impegnate al momento del crollo — e di chiarire proprio la posizione dei singoli lavoratori. Non si esclude infatti che ci fossero anche operai al nero, senza contratto di lavoro: a spingere verso questa ipotesi il fuggi fuggi che secondo alcune testimonianze — ancora tutte da valutare — si sarebbe scatenato fuori dall’area nei minuti successivi al crollo.

     

    LUIGI COCLITE LUIGI COCLITE

    L’inchiesta procede su più fronti e punta ad accertare l’intera catena di responsabilità. Si raccolgono testimonianze fra i lavoratori e le ditte, si cerca nelle registrazioni delle telecamere installate nel cantiere per ripercorrere i momenti precedenti il disastro. A breve partiranno gli accertamenti tecnici e sarà chiesta anche una consulenza. Tante le domande sul tavolo: la trave prefabbricata da 15 tonnellate che ha ceduto era stata costruita in modo non conforme o con materiale scadente? C’è stato un errore nella progettazione o nei momenti in cui è stata posata? […]

     

    MOHAMED E GLI ALTRI TRASFERTISTI DEL CEMENTO “SU E GIÙ PER L’ITALIA PER UN PUGNO DI EURO”

    Estratto dell’aticolo di Azzurra Giorgi per “La Repubblica”

     

    Il più giovane aveva 24 anni. «Era solo un ragazzo — sussurra il padre in lacrime davanti al cantiere — il mio ragazzo. E gli è crollato tutto addosso». Si chiamava Mohamed El Ferhane, era originario del Marocco, e come i suoi colleghi operai morti nella strage del cantiere Esselunga a Firenze, abitava nel bresciano.

    crollo in un cantiere a firenze 5 crollo in un cantiere a firenze 5

     

    Da due anni e mezzo stava a Palazzolo sull’Oglio. Quelle vittime straniere, provenienti tutte dal nord Africa, dopo un giorno di scavi senza sosta tra le macerie hanno ritrovato finalmente un nome. Un’età. E una storia. Erano trasfertisti, si spostavano su e giù per l’Italia spediti in nuovi cantieri da costruire.

     

    Se riuscivano, mettevano da parte qualche soldo che poi spedivano in patria per mantenere le famiglie. Lo faceva Taoufik Haidar, 43 anni, anche lui a lungo a Palazzolo sull’Oglio prima di spostarsi a Chiuduno in provincia di Bergamo.

    «Un gran lavoratore» raccontano dalla sua cittadina. Da un paio di mesi aveva cambiato ditta. Viaggiava settimana dopo settimana. E poi inviava parte dello stipendio alla moglie e ai due figli, di 12 e 9 anni, in Marocco. «Mi ha mandato un messaggio vocale venerdì alle 6.40 — dice suo cugino — . Stava per entrare in cantiere. Mi ha detto “Stasera torno.

    E poi sabato ci vediamo”. Invece è morto».

     

    crollo in un cantiere a firenze 1 crollo in un cantiere a firenze 1

    La sera del crollo, la sorella e il nipote di Taoufik, entrambi residenti a Perugia, sono stati avvisati. E ieri mattina sono corsi a Firenze. Sono arrivati anche altri amici e colleghi dal nord Italia. «Lui era una brava persona — racconta suo nipote — . Non so come possa stare mia mamma, il dolore che prova non si può spiegare».

     

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    […] Mohamed Toukabri aveva invece 54 anni, radici tunisine, ed era partito da Genova prima di trovare la morte nel cantiere di Firenze. L’ultimo operaio disperso è stato identificata solo ieri: Bouzekri Rachimi, 56 anni e originario del Marocco. Ma il suo corpo, finito sotto il peso di tonnellate di macerie, ieri sera non era stato ancora recuperato. Venerdì mattina, poco prima delle 9, il gruppo degli operai stava facendo una colata di cemento. Poi quella trave, posta a 10-15 metri di altezza, ha ceduto ed è venuto giù tutto.

     

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    […] Poi una prima vittima, riconosciuta ed estratta dalle macerie: Luigi Coclite, 60 anni e già con gli occhi rivolti alla pensione. Gli mancavano una manciata di anni. Aveva una moglie, due figli, era originario dell’Abruzzo ma aveva casa da anni in provincia di Livorno.

     

    […] Accanto a loro, venerdì mattina alcuni dipendenti si sono salvati per caso. C’è chi è arrivato più tardi del solito nel cantiere. Un ragazzo poco più che ventenne è sfuggito alla morte perché quel giorno aveva scambiato la sua postazione con un altro che si era allontanato poco prima. «Io ho lavorato come carpentiere in Svezia, Austria, Francia — racconta il giovane fuori dalla medicina legale di Careggi, dove sono state portate le salme — . La sicurezza là c’era. In questo cantiere secondo me no».

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    Il giorno dopo la tragedia davanti al cantiere sono arrivati amici e famigliari. Stretti uno accanto a l’altro. Le lacrime. Una frase ripetuta per tutta la mattina: «È troppo il dolore». Poi il viaggio all’obitorio. E la rabbia per la sicurezza. «Sono 20 anni che vedo cantieri. Qui c’era qualcosa che non andava — dice il cugino di Taoufik — . Mancavano i parapetti. Ho pensato a cosa sarebbe successo se il supermercato fosse stato aperto. Sarebbero morte centinaia di persone».

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