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    GIUSTIZIA PER GIULIO - SI FARÀ IL PROCESSO A 4 AGENTI DEI SERVIZI EGIZIANI PER L'OMICIDIO REGENI - UN RISULTATO CHE LA PROCURA DI ROMA HA RAGGIUNTO AL TERMINE DI UN'INDAGINE DURATA 5 ANNI – E' STATO DIMOSTRATO “L’OGGETTIVO COLLEGAMENTO" TRA LA MORTE DEL RICERCATORE ITALIANO E GLI APPARATI DI SICUREZZA EGIZIANI. SUL RICERCATORE S'ERANO ADDENSATI SOSPETTI (INFONDATI) DOPO LA DENUNCIA DEL SINDACALISTA MOHAMED ABDALLAH. IN SEGUITO REGENI VENNE…


     
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    Giovanni Bianconi e Ilaria Sacchettoni per il "Corriere della Sera"

     

    Ci sarà un processo per il sequestro e l' omicidio di Giulio Regeni, scomparso al Cairo la sera del 25 gennaio 2016 e ritrovato cadavere il successivo 3 febbraio, con i segni delle torture addosso.

    giulio regeni giulio regeni

     

    Un processo contro quattro militari della National security e della polizia cairota, che non compariranno davanti alla Corte d' assise convocata per il prossimo 14 ottobre ma saranno comunque giudicati.

     

    Un risultato per nulla scontato, che la Procura di Roma ha raggiunto al termine di un' indagine durata cinque anni in cui «l' impossibile è divenuto possibile», come ha detto il pubblico ministero Sergio Colaiocco davanti al giudice dell' udienza preliminare.

     

    Ad ascoltarlo c' erano i genitori di Regeni, e la loro soddisfazione è affidata alle parole dell' avvocata Alessandra Ballerini, sempre al loro fianco nella lunga battaglia: «Paola e Claudio dicono spesso che su Giulio sono stati violati tutti i diritti umani. Da oggi abbiamo la fondata speranza che almeno il diritto alla verità non verrà violato. Ci abbiamo messo 64 mesi, ma quello di oggi è un buon traguardo e un buon punto di partenza».

    LA FAMIGLIA REGENI E IL PROCURATORE EGIZIANO SADEK LA FAMIGLIA REGENI E IL PROCURATORE EGIZIANO SADEK

     

    Nel primo verdetto di questa complessa e inedita vicenda giudiziaria, il giudice Pier Luigi Balestrieri definisce «consistente e strutturato» l' insieme di indizi messi insieme dalla Procura con i carabinieri del Ros e i poliziotti dello Sco, da cui emerge «un oggettivo "collegamento" tra la morte del ricercatore italiano e gli apparati di sicurezza egiziani, nonché gli odierni imputati»: generale Tariq Sabir, colonnello Athar Kamel, colonnello Usham Helmi, maggiore Magdi Ibrahim Sharif. Nei loro confronti è stato costruito un «compendio investigativo» fatto di testimonianze, documenti e altre evidenze che devono essere verificate in un dibattimento. Dove continuerà la corsa a ostacoli.

     

    genitori di giulio regeni genitori di giulio regeni

    Il fatto stesso che davanti al gup comparissero quattro nomi anziché quattro persone, è stato argomento per sollevare questioni di nullità e improcedibilità da parte dei difensori d' ufficio degli imputati-fantasma egiziani; quattro avvocati italiani chiamati a rappresentare e garantire i diritti degli accusati. Tuttavia il giudice ha respinto ogni eccezione. Che i quattro militari siano identificati con certezza l' hanno stabilito gli stessi egiziani, che ne hanno comunicato le generalità insieme agli interrogatori; che la competenza sia della magistratura italiana (e di quella di Roma) è scritto nei codici e nelle convenzioni sottoscritte sia dall' Italia che dall' Egitto; che gli imputati siano a conoscenza del procedimento, al quale si sono «volontariamente sottratti», è una «assoluta certezza» derivante dalla «capillare e straordinaria copertura mediatica» degli eventi.

     

     

    giulio regeni 3 giulio regeni 3

    Per questi motivi il rinvio a giudizio è legittimo sul piano formale, ma anche su quello sostanziale. Nelle undici pagine del decreto che ordina il processo si sostiene che il sequestro di cui sono accusati i quattro militari era finalizzato proprio alla torture a cui Regeni è stato sottoposto fino alla morte. Di lesioni e omicidio risponde il solo maggiore Sharif, ma il disegno è unico: «Intimidire e esercitare pressioni sulla vittima», per ottenere le informazioni che gli egiziani le volevano estorcere.

     

    Su Giulio s' erano addensati sospetti (dimostratisi del tutto infondati) dopo la denuncia del sindacalista Mohamed Abdallah. In seguito Regeni «venne attenzionato dagli apparati di sicurezza egiziani quanto meno dal dicembre 2015», accusa il gup, che poi dà conto delle dichiarazioni degli «informatori» indicati con i nomi in codice Delta, Epsilon, Eta e Teta, i quali l' hanno visto in una stazione di polizia e nella sede della National security «ammanettato, con gli occhi bendati e sfinito dalla tortura».

    giulio regeni 2 giulio regeni 2

     

    La «nuova sfida», evocata dallo stesso pm Colaiocco, sarà trasformare quegli «informatori» in testimoni, facendoli venire in aula per deporre ed essere interrogati anche dai difensori degli imputati.

     

    Obiettivo arduo, visto che da tempo con l' Egitto è ormai saltata ogni forma di collaborazione giudiziaria su questa vicenda. Sono arrivati, piuttosto, «diversi tentativi di depistaggio» che per il gup rappresentano un ulteriore indizio a carico degli imputati.

     

    giulio regeni 1 giulio regeni 1

    Proprio in vista delle ulteriori difficoltà che si dovranno affrontare al processo, il presidente della commissione parlamentare d' inchiesta sul caso Regeni, Erasmo Palazzotto, chiede al governo italiano «un impegno concreto per ottenere dall' Egitto rispetto, verità e giustizia», mentre per il presidente della Camera Roberto Fico «ora inizia una nuova fase, un processo da cui potranno scaturire altri tasselli di verità».

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