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    L’OPA DELLA VERITÀ - TIM VA ALLO “SHOWDOWN” CON KKR: IL CDA FIUME DI IERI NON HA CHIUSO DEFINITIVAMENTE LA PORTA AL FONDO (COME POTREBBE?), MA VUOLE UN’OFFERTA “MIGLIORE E VINCOLANTE” - GLI AMERICANI QUATTRO MESI FA ERANO DISPONIBILI A PAGARE 0,505 CENTESIMI AD AZIONE, ORA IL TITOLO NE VALE 0,29. SEMBRA INEVITABILE CHE SI ANDRÀ ALLA CONTA. VIVENDI STA CON LABRIOLA, GLI INVESTITORI ISTITUZIONALI VOGLIONO DARE LA PAROLA AL MERCATO. CHE FARÀ CASSA DEPOSITI E PRESTITI?


     
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    Sara Bonifazio per ANSA

     

    PIETRO LABRIOLA PIETRO LABRIOLA

    Tim vuole portare Kkr allo 'showdown', chiudere a priori a una manifestazione di interesse non si può ma d'altra parte sul tavolo non c'è niente di più di una lettera del fondo americano, non vincolante.

     

    E' probabile che chiederà al fondo infrastrutturale di scoprire le carte. Il cda si è riunito nel tardo pomeriggio per valutare, insieme al comitato ad hoc di consiglieri indipendenti, l'analisi degli advisor e la comparazione con il piano industriale presentato dall'ad Pietro Labriola. Una discussione 'accesa' e posizioni contrapposte, la ricerca di una soluzione condivisa ma punti di partenza lontanissimi, da una parte Vivendi dall'altra i rappresentanti degli investitori istituzionali.

     

    kkr kkr

    Quattro mesi fa Kkr era disponibile a un'opa a 0,505 euro per azione su un titolo che valeva 0,33 euro ma voleva avere il tempo, quattro settimane, per una verifica della congruità del prezzo e per sondare il terreno con le istituzioni. Ora il titolo ne vale 0,29 e non è detto che la discussione riparta dalle stesse basi, dopo la svalutazione e un mercato delle tlc ancora sotto pressione.

     

    SALVATORE ROSSI - TIM SALVATORE ROSSI - TIM

    Il cda di Tim da parte sua ha sostenuto all'unanimità, la scorsa settimana, il piano dell'amministratore delegato Pietro Labriola che prevede due fasi, una più inerziale fino a giugno e poi il progetto di separazione in due del gruppo, in una Netco e una Servco. La separazione della rete è però solo il primo passo per poi puntare a una rete unica con Open Fiber (della quale Cdp è socia al 60%), il partner industriale ideale o trovare un partner finanziario e in quel caso far rientrare in gioco Kkr, peraltro già socio di FiberCop, la rete secondaria della fibra.

     

    henry kravis henry kravis

    O altri fondi che già nei mesi scorsi si erano affacciati alla finestra. Sembra inevitabile che si vada alla conta: Vivendi, l'azionista di riferimento di Tim, ha già espresso mercoledì tramite il suo ceo Arnaud de Puyfontaine e il suo stesso presidente Yannick Bollorè, l'appoggio al piano di Labriola in occasione della presentazione dei conti pur avendo svalutato le azioni Tim a 0,657 euro l'una.

     

    Nel board di 15 componenti del gruppo italiano può contare su due diretti rappresentanti, de Puyfontaine e Franck Cadoret, sullo stesso Labriola, nonché verosimilmente su Luca De Meo e Marella Moretti. Sul fronte opposto i cinque eletti nella lista degli investitori istituzionali (Paolo Boccardelli, Paola Camagni, Maurizio Carli, Federico Ferro Luzzi e Paola Sapienza) che ritengono - come ha esplicitato Kairos in una lettera - che l'ultima parola debba averla il mercato, nell'interesse di tutti gli azionisti e non solo del socio di riferimento.

    YANNICK E VINCENT BOLLORE YANNICK E VINCENT BOLLORE

     

    L'ago della bilancia sono gli altri tre consiglieri indipendenti (Paola Bonomo, Cristiana Falcone e Ilaria Romagnoli) il presidente Salvatore Rossi, nelle scommesse della vigilia indicato come poco propenso ad aprire la porta a Kkr, e soprattutto di Giovanni Gorno Tempini, presidente di Cdp, la Cassa depositi e prestiti che sotto un'altra guida e un altro governo è diventata socio di peso del gruppo di tlc.

    bollore de puyfontaine assemblea vivendi bollore de puyfontaine assemblea vivendi henry kravis 1 henry kravis 1 Pietro Labriola DI TIM Pietro Labriola DI TIM

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