Antonella Olivieri per il “Sole 24 Ore”
pietro labriola
L'incontro al Mef è stato interlocutorio. Dalla riunione di giovedì sera sul caso Telecom non è uscita alcuna deliberazione. La preoccupazione del Governo è di non mettere a rischio i fondi del Pnrr sul piano di copertura delle aree grigie. Il che significa che certamente fino a fine marzo, quando dovranno essere presentate le offerte degli operatori - in primis Tim e Open Fiber - non è opportuno firmare lettere che potrebbero far sorgere contenziosi, ma probabilmente il discorso vale almeno fino a fine giugno, quando i bandi dovranno essere aggiudicati per non perdere i 3,8 miliardi di fondi Ue stanziati sul progetto.
vincent bollore
Sul tavolo del board Telecom, che si riunisce domenica dalle 17 per esaminare la proposta di Kkr, non ci sarà quindi il memorandum of understanding sulla rete unica con la Cdp, azionista al 60% di Open Fiber. Il cda dovrà decidere non se accettare o meno i 50,5 centesimi dell'ipotetica offerta totalitaria di Kkr, che ancora non c'è, bensì valutare se esplorare o meno la manifestazione d'interesse del fondo Usa.
PIETRO LABRIOLA
Che significa discutere le condizioni del progetto, non ancora conosciuto in tutti i suoi aspetti dalla società. Una due diligence di quattro settimane, dopo la pulizia di bilancio che ha mandato in rosso per 8,7 miliardi i conti del 2021, non sembra essere più necessaria. Ma un confronto col management per chiarire quale è il progetto industriale di Kkr, nonchè come intenderebbe finanziare l'operazione, cioè con quale componente di equity e quale di debito, è interesse della stessa Telecom, considerato che il fondo Usa è già partner del gruppo in FiberCop, la società della rete secondaria.
kkr
Per Kkr la due diligence richiesta ha lo scopo di confermare la bontà del piano messo a punto in questi mesi, nonchè la congruità del prezzo proposto. Al termine, la stessa Kkr potrebbe decidere di non andare avanti oppure di trasformare in vincolante la sua offerta, che a quel punto ripasserebbe sul tavolo del consiglio Tim per la valutazione finale, prima di dare la parola agli azionisti.
BOLLORE' VIVENDI
Non chiudere la porta a Kkr non significa dunque accettare passivamente un'offerta da 50,5 centesimi, che il primo azionista - Vivendi, che detiene una quota del 23,75% - comunque continua a considerare non adeguata. In consiglio siedono due amministratori di diretta emanazione del socio francese - il ceo Arnaud de Puyfontaine e Franck Cadoret, direttore generale di Canal + France - che potrebbero avere una posizione più rigida. I cinque consiglieri della lista Assogestioni sono per natura più sensibili alle istanze del mercato, ma come amministratori devono tener conto anche degli interessi della società.
Un'apertura a Kkr, che non si traduca in una resa incondizionata (cosa che nemmeno il fondo vuole, visto che l'approccio è dichiaratamente amichevole), non confliggerebbe nemmeno con il sì unanime al piano sottoposto dall'ad Pietro Labriola al cda del 2 marzo. Alcuni fondi hanno inviato lettere a cda e sindaci per sollecitare l'apertura di una data room.
BOLLORE' DE PUYFONTAINE
Kairos ha pubblicato sul suo sito la lettera inviata in data 9 marzo «esclusivamente per conto dei propri fondi direttamente gestiti», come precisa una nota, e non quindi per conto di altri soggetti nei confronti dei quali ha un mandato di gestione come Norges, che è azionista Telecom con oltre l'1%.
Non c'è comunque solo Kairos. Anche altri fondi, come Brandes, hanno fatto pervenire le loro osservazioni critiche a Telecom. Nella serata di ieri erano attese le considerazioni degli advisor Goldman Sachs e Lion Tree sulla proposta di Kkr a raffronto con il valore stimato di Telecom. Il titolo ha chiuso in Borsa in recupero del 4,83% a 28,88 centesimi.