Estratto dell'articolo di Ugo Magri per la Stampa
giorgia meloni ignazio la russa sergio mattarella
La Costituzione è antifascista, punto. Nessuno, nemmeno chi ha vinto le elezioni, può arrogarsi il diritto di ribaltare la storia. E se qualcuno ci prova, spetta al Garante ristabilire i fatti: è lì per quello, fa parte dei suoi doveri.
Non deve sorprendere dunque l'intransigenza sfoderata da Sergio Mattarella a Cuneo, il tono «resistenziale» del suo discorso al Teatro Toselli che può spiazzare soltanto chi, finora, aveva scambiato le maniere garbate per debolezza, lo spirito costruttivo per compiacenza, l'ossequio alle regole come timore di chissà che. Il presidente si è fatto sentire perché la misura è colma.
giorgia meloni ignazio la russa e sergio mattarella all altare della patria 25 aprile 2023
Altre otto volte aveva celebrato il 25 aprile senza che le sue parole risuonassero così forte; però mai, va detto, era capitato che le radici della nostra democrazia venissero messe in dubbio e non da uno qualunque bensì dalla seconda carica dello Stato, come se la Repubblica fosse nata sotto un cavolo, figlia di nessuno anziché della lotta di liberazione. Dinanzi a una tale bestemmia Mattarella ha dovuto riavvolgere il nastro rammentando a tutti, in particolare ai più giovani, che cosa fu davvero il fascismo, di quali colpe Mussolini si macchiò e come fu complice di Hitler perfino nelle sue imprese più disumane: di qui la definizione di «nazifascisti» più volte usata ieri da Mattarella sebbene ai nostalgici del Ventennio non faccia certo piacere.
MATTARELLA A CUNEO
Un'«operazione verità» alla quale l'uomo del Colle è stato costretto perché tacere sarebbe stato, quello sì, un cedimento. L'altra mistificazione che il Presidente ha sventato a Cuneo riguarda i partigiani, chi furono e cosa li spinse a battersi. Molti di loro, sostiene Ignazio La Russa, volevano una dittatura «rossa»; e pure secondo la premier, Giorgia Meloni, «non tutte le componenti della Resistenza» puntavano a una democrazia liberale. Sarà un caso, ma nel discorso Mattarella ha citato: Piero Calamandrei, tra i fondatori del Partito d'Azione; Duccio Galimberti, mazziniano fervente; Nuto Revelli, combattente nelle brigate liberal-socialiste di Giustizia e libertà; Mario Alberto Rollier, laico e repubblicano; Silvio Trentin, vicino ai fratelli Rosselli. Inoltre: due sacerdoti proclamati beati, don Giuseppe Bernardi e don Mario Ghibaudo, che tentarono di impedire la strage nazista a Boves pagando con la vita
sergio mattarella a cuneo 25 aprile 2023
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Come dire che della Resistenza furono protagoniste culture diverse, che tutte diedero un contributo e ne pagarono un prezzo, non soltanto i seguaci di Stalin come si vorrebbe far credere. Ma soprattutto, segnala Mattarella, l'obiettivo che tutti accomunava fu «la riconquista della Patria». La lotta partigiana fu in primo luogo una «rivolta morale di patrioti contro il fascismo per il riscatto nazionale». Patria, riscatto, nazione: termini spesso abusati da destra. Ma per chi ci crede davvero nessuna festa è più gioiosa della Liberazione, nessuna ricorrenza più sacra del 25 aprile.
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