Alessandro Barbera per "la Stampa"
mario draghi ursula von der leyen
La conferma di Mario Draghi a Palazzo Chigi è «una chance per andare avanti con gli obiettivi del Recovery Plan». Quest' anno l'Italia avrà a disposizione quaranta miliardi di euro in due rate, «ma occorre molta severità nel garantire questi obiettivi». E ancora: «L'Italia avrà a disposizione più soldi di qualunque altro Paese europeo, ma questo miracolo non è senza condizioni». Nelle parole del commissario europeo agli Affari economici Paolo Gentiloni c'è la sintesi di quel che aspetta il governo nei prossimi mesi.
PAOLO GENTILONI
Oggi Gentiloni, il suo collega Valdis Dombrovskis e la presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde saranno in audizione al Parlamento di Strasburgo e confermeranno che la situazione dell'economia si è complicata. Il caro energia e l'inflazione stanno accelerando l'uscita dalla fase del laissez faire, durante i quali tutti i partner dell'Unione hanno potuto spendere tutto ciò che era necessario per affrontare le conseguenze della pandemia.
christine lagarde 1
Per questo Draghi, d'accordo con Emmanuel Macron, sta premendo per accelerare la discussione sulla riforma del Patto di stabilità, sospeso fino al 31 dicembre. Ospite di «Mezz' ora in più» Gentiloni si fa scappare uno delle ipotesi in discussione: «L'attuale regola sulla riduzione del debito è irrealistica, ce ne vuole una diversa, forse differente da Paese a Paese. Che il mio successore (a Palazzo Chigi, ndr) passi la sua vita a trovar il modo per aggirare regole irrealistiche non è un bene».
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A partire da questa settimana il successore sarà costretto a governare con un occhio sempre rivolto a quel che accade fra Parigi, Berlino e Bruxelles, e a tenere a bada una maggioranza che ormai ogni giorno gli chiede di farsi autorizzare dal Parlamento nuovi aumenti della spesa in deficit. Almeno fino all'approvazione del Documento di economia e finanza a metà aprile Draghi non ha nessuna intenzione di cedere.
Di qui a primavera Draghi si mostrerà molto cauto non solo sull'aumento della spesa corrente, ma anche a promettere riforme che in qualche modo mettano in discussione la spesa nel medio termine. Una piccola prova in questo senso è la notizia di rinviare l'incontro programmato per oggi con i sindacati sul superamento della legge Fornero. Con l'ultima Finanziaria il premier ha strappato ai partiti una modifica alla (costosissima) «quota cento», ma ora le sigle gli chiedono una soluzione strutturale che introduca maggiore flessibilità in uscita.
Non è una ipotesi a costo zero, e pur essendo una riforma che entrerebbe in vigore nel 2023, qualunque ipotesi lascerebbe scorie poco utili alla trattativa europea sulla riforma delle regole di bilancio. L'incontro è stato aggiornato di una settimana, in ogni caso Draghi eviterà accuratamente di prendere impegni prima di avere certezze sulla sorte della riforma del Patto.
paolo gentiloni valdis dombrovskis
Draghi e Macron sperano di ottenere un risultato già per il Consiglio europeo del 10 e 11 marzo a Parigi, ma molto dipenderà dall'atteggiamento del cancelliere tedesco Olaf Scholz e del suo ministro (liberale) delle Finanze, Christian Lindner, fin qui molto cauti. Come sottolineato da Gentiloni, ciò che nel frattempo può avvantaggiare l'immagine dell'Italia con i partner è la marcia spedita del Recovery Plan. Draghi ha già iniziato il lavoro con i tecnici perché il Documento di economia e finanza di aprile tenga conto dello stato di avanzamento delle riforme che devono accompagnare il piano. Nel corso di quest' anno ci sono da raggiungere un centinaio di obiettivi, alcuni dei quali politicamente delicatissimi: riforma degli appalti, della concorrenza, del reclutamento scolastico, per citare le più importanti.
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E poi il miglioramento della lotta all'evasione e dell'efficienza del sistema giudiziario, che dovrà passare da nuove assunzioni. Il richiamo di Sergio Mattarella alla riforma del Consiglio superiore della magistratura è uno dei tasselli della strategia reputazionale che l'Italia potrà far valere anche ai tavoli europei.