Giuseppe Nigro per gazzetta.it - Estratti
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Allegri "ha un anno di contratto, sta facendo un lavoro importante con i ragazzi e a fine stagione ci metteremo seduti come ogni anno deve fare una società con il suo allenatore". Lo ha detto il direttore tecnico della Juventus Cristiano Giuntoli parlando del futuro al microfono di Dazn pochi minuti prima del derby con il Torino.
"Col mister abbiamo parlato di tanti calciatori per il futuro, ma in questo momento davvero non sappiamo chissà quali piani fare perché il nostro budget è determinato dalla qualificazione alla Champions e ci sono troppe variabili ancora aperte per pianificare adesso il futuro della Juventus. Siamo arrivati in una situazione delicata e stiamo ripartendo, ci vuole pazienza". E sulla partenza del d.s. Giovanni Manna, non presente all’Olimpico per la stracittadina e già d’accordo per passare al Napoli la prossima stagione, Giuntoli ha commentato: "Con Giovanni stiamo parlando ogni giorno per capire il suo percorso nel rispetto del nostro club".
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Giuntoli viene dall’investitura arrivata in settimana dalle dichiarazioni con cui il socio di maggioranza John Elkann gli ha dato di fatto le chiavi del futuro del progetto tecnico bianconero: "Per quanto riguarda le parole di Elkann, mi hanno fatto molto piacere e mi lusingano, è un grande stimolo per dare ogni giorno sempre di più come si deve in un grande club. Il futuro? Siamo molto concentrati sul presente: a inizio anno con proprietà, società e mister ci siamo posti degli obiettivi e siamo in linea con quello che volevamo fare, in corsa per la finale di coppa Italia, con l’obiettivo di vincere, qualificarci per la Champions League, valorizzare i nostri ragazzi, abbassare i costi.
A fine anno ci sarà modo e tempo per capire quale sarà il futuro della Juventus con obiettivi chiari come si è sempre fatto, e come quest’anno. Ci metteremo seduti a fine anno col mister, che ha un altro anno di contratto e ha fatto un grande lavoro"
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Ivan Zazzaroni per il Corriere dello Sport
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Altre 8 partite, 9 se andrà in finale di Coppa Italia, e poi Allegri toglierà il disturbo per la felicità di molti juventini e di quattro o cinque zelanti opinionisti che dovranno sforzarsi parecchio per individuare un bersaglio altrettanto grosso e paziente. Di conseguenza oggi, per Max, è l’ultimo derby della mole di attacchi senza precedenti e in gran parte gratuiti. Pardòn, remunerati.
Chiarisco subito che la Juve di Elkann “all’anno zero” ha tutto il diritto di battere strade nuove. Per questo il divorzio non potrà, né dovrà, essere traumatico, se non sul piano economico, visto che tra allenatore e staff ballano 20 milioni lordi, quelli dell’ultimo anno di contratto. Allegri è peraltro una delle ultime espressioni della Juve di Andrea Agnelli, dalla quale la nuova gestione si è staccata sia politicamente sia fisicamente: sono in uscita anche Giovanni Manna per il Napoli e Federico Cherubini, l’ideologo della Next Gen, seguito da molti club.
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L’estate scorsa Allegri aveva capito di essere a fine corsa, ma ha voluto ugualmente portare a casa il Mondiale per club e un posto in SuperChampions con una squadra che fin dal primo giorno ha descritto «da quarto posto, il di più sarà un miracolo o frutto di un ottimo lavoro». Il lavoro di un gruppo - lo sottolineo - che ha sempre dato il massimo e anche qualcosa di più, al quale il tecnico è molto legato e grato.
Giovedì, nella lettera agli azionisti, John Elkann ha parlato di investimento sui giovani, ma è esattamente ciò che Allegri ha sviluppato fin dal suo ritorno. Non sono tuttavia così sicuro che Giuntoli abbia tutta questa voglia di puntare sui ragazzi, visto che vuole (deve) tornare a vincere e insegue giustamente uno o due acquisti di livello. Il primo è Koopmeiners.
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Non essendo io juventino, ma seguendo le vicende della Juve da oltre quarant’anni, mi stupisco ogni volta che un tifoso dimostra di non aver capito che il dna della Signora - Vecchia o Giovane non importa - è formato esclusivamente dai nucletoidi della vittoria (l’1-0 è sufficiente), non del bel gioco senza profitto.
Quando negli ultimi anni il club ha tentato qualcosa di distante dalla sua natura e dalla storia - Maifredi, Zaccheroni, Sarri, Pirlo - la transizione è durata come un gatto (bianconero) in tangenziale.
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