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    NAPULE E’ LALLA - CONTESA TRA IL MARE E LA LAVA, STRETTA TRA DIO E SATANA, LA CITTÀ DI TOTÒ E DI EDUARDO È LA CITTÀ PIÙ CREATIVA E SORPRENDENTE D’ITALIA. L’ULTIMO DONO DA “OH DI MERAVIGLIA” È LALLA ESPOSITO. DA ANNI È UNA STELLA VERA, LUMINOSA, DIVERTENTE, MA ANCHE DRAMMATICA E FURIOSA, DELLA SCENA NAPOLETANA. ED È ORA CHE VENGA CELEBRATA ANCHE DA QUESTO DISGRAZIATO PAESE CHE CONFONDE LA BALBUZIE PER RECITAZIONE, IL MAL DI GOLA PER CANTO...


     
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    1. QUEI PASTORI INSOLENTI

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    R.D.G. per “la Repubblica – Roma”

     

    A 78 anni gioiosamente portati, con quasi 50 stagioni di repliche storiche (ora con novità neo-melodiche) de La Cantata dei Pastori , con verve insolente e candida, divisa nera da scrivano del '700, faccia tosta e guance rosse da risate, e trasformando una sacra rappresentazione in varietà, Peppe Barra commuove, stupisce ed emoziona.

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    Entrate monellesche in scena, schermaglie, silenzi di sberleffo, duetti cantati. La macchina scenica è un'enciclopedia di passato e presente, con Lamberto Lambertini coautore e regista, e il suo affamato Razzullo è in sintonia col Sarchiapone che Lalla Esposito sa ben impersonare in sembianze maschili, con nuovo cast di buoni e cattivi. Bravi i musicisti. Scenografie da cartoon. Sala Umberto di Roma fino al 15.

     

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    LALLA ESPOSITO: IL DUENDE INCARNATO

    Giò Di Sarno - https://opinione.it/cultura/2020/07/03/giò-di-sarno_intervista-lalla-esposito-antonello-de-rosa-aspettando-i-barbuti-antonio-ottaviano-domenico-modugno-toni-servillo-giuseppe-patroni-griffi-luca-de-filippo/

     

    Descrivere Lalla Esposito solo come una cantante-attrice vorrebbe dire banalizzare la sua voce, la sua prosa, le braccia, il corpo, la faccia. Un viso che già da solo riempirebbe di sé il palco, senza orpelli o sovrastrutture, nel silenzio scandito dai respiri di chi è andato ad ascoltarla e a vederla.

     

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    No, non sto parlando di una bellezza statuaria, ma di un concentrato di donna. Lalla ha quel non so che, quella forza misteriosa, quella cosa che ogni artista vorrebbe per sé: Lalla Esposito incarna il famoso duende descritto meglio e prima di me da Goethe e Lorca. Quel folletto o spiritello (‘o monaciello, detto in dialetto) che “brucia il sangue come un topico di vetri”, che respinge tutta la dolce geometria appresa e rompe ogni stile.

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    Il suo sopraggiungere presuppone sempre un cambiamento radicale di ogni forma rispetto a vecchi piani, per dare sensazioni di freschezza del tutto inedite. Ciò che in realtà avviene è un qualcosa di nuovo che nulla ha a che vedere con quanto esisteva prima.

     

    Lei, Lalla, ammette di non avere il fuoco sacro e che non vorrebbe mai lavorare per una raccomandazione, ma bensì essere scelta sia da chi produce sia da chi la va a vederla a teatro: vuole essere la scelta, non l’imposizione.

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    Tante sono le collaborazioni in vari spettacoli di successo: da Toni Servillo a Roberto De Simone, passando per i fortunati incontri sia con Giuseppe Patroni Griffi con il quale ha preso parte agli spettacoli “Napoli Milionaria” e “Sabato Domenica e Lunedi”; sia quello con Luca De Filippo, con il quale ha lavorato per tre anni nella sua compagnia.

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    È Bernardina nel “Masaniello” di Porta-Pugliese e ha collaborato per anni con Maurizio Scaparro negli spettacoli “Amerika” e “Don Giovanni” con la musiche di Nicola Piovani. Ha fatto parte della compagnia di Enzo Moscato. I colleghi con i quali ha lavorato hanno nomi importanti, come Lina Sastri; Isa Danieli; Peppe Barra; Mariano Rigillo; Massimo Venturiello; Sal da Vinci e tanti altri ancora.

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    Ancora diretta da Armando Pugliese, con cui si intuisce un feeling molto profondo, recita e canta anche in “Napoli chi resta e chi parte”, uno spettacolo tratto da “Caffè di notte e giorno” e “Scalo Marittimo” di Raffaele Viviani e “Teresa Sorrentino” scritto da Elvio Porta con le musiche e canzoni di Sergio Esposito.

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