Ferruccio Pinotti per "www.corriere.it"
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L’ossessione per l’apparenza fisica e per la prestanza sessuale, in funzione compensatoria di altri complessi psicologici, può giocare brutti scherzi. Un imprenditore del settore dei diamanti, l’ultramiliardario Ehud Arye Laniado, 65 anni, titolare di una doppia nazionalità israeliana e belga, è morto a Parigi durante un delicato intervento per l’allungamento del pene.
Laniado, esempio classico di self-made man partito da umili origini ma capace con la sua tenacia di costruire un’immensa ricchezza, soffriva - pur avendo un bel volto e un sorriso accattivante - per la sua bassa statura. Ed evidentemente cercava forme di compensazione. Ricoverato in una clinica della capitale francese sabato scorso, il miliardario si era recato in una clinica privata pieno di aspettative in merito al risultato dell’intervento.
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Qualcosa però è andato storto, il cuore dell’uomo infatti non ha retto a seguito di alcune complicazioni avvenute durante il momento dell’iniezione nel pene di una sostanza. Resta da stabilire ancora con certezza la causa della morte, da ricondurre forse ad uno shock anafilattico. Sarà l’autopsia a stabilire le vere cause del decesso, avvenuto nella clinica di un chirurgo plastico sull’Avenue des Champs-Elysees, nella capitale francese.
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Le accuse di evasione fiscale e importazione illecita
Il miliardario aveva una storia giudiziaria pesante. Nel 2008 era finito sotto inchiesta da parte della autorità sudafricane per esportazione illegale di diamanti e riciclaggio. Nel 2015 aveva era stato oggetto di un altro pesante procedimento da parte dalle autorità belghe, per evasione fiscale su diamanti importati illegalmente dal Congo e dall’Angola.
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Nonostante avesse accettato di pagare una prima sanzione di circa 2 milioni di euro, gli uffici doganali contestavano ancora a Laniado un’evasione relativa all’importazione di diamanti per un controvalore di 4,5 miliardi euro. Anche se due tribunali avevano respinto la richiesta dell’ufficio doganale belga, la corte d’appello aveva ordinato un nuovo processo per Laniado, che avrebbe dovuto comparire in tribunale il 14 marzo. Ma dato il decesso non sara possibile.
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La società Omega Diamonds di Laniado, che ha sede nella città belga di Anversa, dove opera la maggior parte dei più forti commercianti di diamanti del mondo, ha dichiarato: «Addio a un uomo d’affari visionario. È con grande tristezza che confermiamo che il nostro fondatore Ehud Arye Laniado è deceduto».
Il complesso di Napoleone
Laniado soffriva del cosiddetto complesso di Napoleone, a causa della sua bassa statura. Un vecchio amico di Laniado ha raccontato in anonimato che in azienda era soprannominato «l’argentino», «perché sembrava un ballerino di tango», aggiungendo: «Laniado era sempre concentrato sul suo aspetto e su come gli altri lo percepivano».
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Tra i suoi collaboratori, circolava una battuta: «L’unico momento in cui non pensa alla sua altezza è quando chiede al capo contabile di leggergli il suo estratto conto, cosa che fa più volte al giorno». Laniado possedeva uno degli attici più costosi del Principato di Monaco, valutato circa 35 milioni di euro; e una casa nel lussuoso sobborgo di Bel Air a Los Angeles, dove amava bere bottiglie di Chateau Margaux con splendide modelle e celebrità dello show business.
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Partito dal nulla
Alle spalle studi irregolari (non aveva frequentato l’università) Laniado aveva iniziato la sua carriera come massaggiatore presso l’hotel Hilton di Tel Aviv, ma già ventenne aveva iniziato ad occuparsi di valutazione dei diamanti, ambito nel quale era considerato uno dei massimi esperti al mondo.
Di lì il salto ad Anversa, capitale della lavorazione dei diamanti, ma anche città coinvolta spesso nel traffico dei «blood diamonds» provenienti da zone di guerre in Africa. Laniado era particolarmente forte nella valutazione dei diamanti grezzi, tanto da aver elaborato un sofisticato software, con elaborati parametri analitici.
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Nel novembre 2015, Laniado ha venduto - tramite un’asta da Sotheby’s a Ginevra - un bellissimo diamante dai riflessi blu, per la cifra record di 48,5 milioni di dollari, a un uomo d’affari di Hong Kong, che lo ha rinominato Blue Moon of Josephine, in onore della figlia di 7 anni.
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