1 - ILARIA LEGATA MANI E PIEDI IN TRIBUNALE A BUDAPEST "TRATTATA COME UN A BESTIA"
Estratto dell’articolo di Niccolò Zancan per “la Stampa”
ILARIA SALIS
Alla «Capital Court» di Budapest, in uno Stato membro dell'Unione europea, ecco avanzare l'imputata: ha le manette ai polsi. E da un cinturone di pelle nera e metallo, partono i ceppi che le tengono le caviglie. Viene tirata da una catena. Accanto a lei, ci sono due guardie in tenuta antisommossa, con il volto coperto dal passamontagna.
[…] Quell'imputata […] è Ilaria Salis, 39 anni, un'insegnante di scuola elementare di Milano, un'attivista politica, un'antifascista.
«La stanno trattando come una bestia», dice il padre Roberto Salis. Anche lui è in aula, con la moglie e l'avvocato. «È una scena raccapricciante, è qualcosa di incivile. Quello che sta succedendo a Ilaria è indegno per l'Europa». Ilaria Salis è stata arrestata il 13 febbraio del 2023 in Ungheria. Era partita per contestare la manifestazione dei nazisti che si trovano ogni anno, proprio a Budapest, per celebrare «il giorno dell'onore».
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Era lì per partecipare a una contro manifestazione. È accusata di aver aggredito, assieme ad altri, due estremisti di destra. Portata in carcere, per sette mesi non ha potuto incontrare i suoi genitori e comunicare con l'esterno. E che carcere: una cella piccola, senz'aria. Fra topi, cimici e scarafaggi. In un regime di malnutrizione e maltrattamenti: quattro rotoli di carta igienica al mese, un po' di cotone per le mestruazioni. Ed è da quel tipo di carcere, «con un regime nutrizionale catastrofico», al punto da alterare i parametri vitali e gli esami del sangue, che è comparsa ieri in manette per la prima volta in pubblico.
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Trasferita in tribunale all'alba, alle 9 del mattino di ieri è incominciata la prima udienza del processo, quasi un anno dopo l'arresto. Ilaria Salis rischia una condanna fino a 16 anni: ecco spiegata in concreto la «democrazia illiberale» teorizzata dal primo ministro ungherese Viktor Orban. È stata un'udienza tecnica […] Ilaria Salis ha dichiarato di non aver avuto accesso agli atti e quindi di non essere in grado di dire nulla nel merito delle accuse che le sono state rivolte. Si è dichiarata «non colpevole».
Mentre altri due coimputati di nazionalità tedesca, un uomo e una donna, si sono dichiarati colpevoli e hanno patteggiato una pena di tre anni. Ma è proprio l'insegnante di Milano a essere considerata l'imputata principale. Secondo l'accusa, avrebbe partecipato a diverse aggressioni, causando «lesioni corporali aggravate». Per la procuratrice […] la pena ipotizzabile è di undici anni di carcere.
ILARIA SALIS
Dopo tre colloqui nel penitenziario di Budapest, ai genitori sono stati concessi 15 minuti di conversazione con la figlia. Si sono rivisti ieri in un angolo della corte, in piedi. Lei sempre ammanettata. […] Il padre di Ilaria Salis ha sempre cercato di mantenere un profilo basso. I motivi sono più che comprensibili. Con la figlia detenuta […] senza nemmeno il riparo dalle più elementari garanzie democratiche, non è facile alzare la voce. E poi, sperava che fosse in corso una trattativa diplomatica fra i due governi per chiedere e ottenere l'estradizione. «Ma non è successo niente. Assolutamente niente».
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[…] Quelle catene ai piedi sono un'immagine insopportabile. Il padre non può darsi pace: «Come una bestia, ecco come la stanno trattando. Come è possibile che succeda una cosa del genere nell'Unione europea? Tutti hanno visto. Ora servono soltanto delle risposte. Diteci la data. Il giorno esatto. Fate tornare Ilaria in Italia».
Il governo italiano, però, è freddo sull'argomento. Dopo mesi di silenzio, ieri ecco un tweet del ministro degli Esteri Antonio Tajani: «Chiediamo al governo ungherese di vigilare e di intervenire affinché vengano rispettati i diritti previsti dalle normative comunitarie». Chi ha assistito all'udienza, ha raccolto una specie di stupore da parte degli ungheresi: «Noi facciamo così con tutti gli imputati. Noi facciamo così sempre». […]
2 - EMMA BONINO "VIOLATO IL DIRITTO EUROPEO MELONI USI L'AMICIZIA CON ORBAN"
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Estratto dell’articolo di Serena Riformato per “la Stampa”
Emma Bonino, ex ministra degli Esteri e fondatrice di +Europa, sul caso di Ilaria Salis, detenuta in Ungheria […]: «Siamo in presenza di una palese violazione del diritto europeo relativo alle persone sottoposte a processo».
Ieri a Budapest c'è stata la prima udienza. Salis è arrivata nell'aula incatenata, trascinata al guinzaglio da un'agente. È un'immagine accettabile in un Paese membro dell'Ue?
«Certo che no. Legata mani e piedi, come se fosse una prigioniera di guerra medievale? Esistono convenzioni e trattati sui giusti processi e il rispetto dei diritti umani anche dei detenuti. […]».
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Realisticamente, cosa può fare il governo italiano?
«La Convenzione europea prevede "l'adozione, da parte degli Stati membri, di misure appropriate per garantire che gli indagati e imputati non siano presentati come colpevoli, in tribunale o in pubblico, attraverso il ricorso a misure di coercizione fisica". Il ministro degli Esteri dovrebbe dire chiaramente cosa sta facendo il governo, ad esempio dovrebbe chiedere all'Ungheria di permettere che Ilaria Salis trascorra il periodo di custodia cautelare ai domiciliari in Italia, che tra l'altro è un'opzione prevista dalla Decisione del Consiglio d'Europa, affinché i suoi diritti fondamentali siano garantiti».
[…] Dalla premier Giorgia Meloni un lungo silenzio sulla vicenda. Eppure ha un'amicizia consolidata con il primo ministro ungherese Viktor Orban.
«Ho messo in allarme gli italiani anche per le scorse politiche sulle simpatie sovraniste della Signora Primo Ministro. Voglio sperare che voglia usare quel buon rapporto per riportare Ilaria Salis in Italia, nell'attesa di un giudizio».
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Secondo Roberto Salis, padre di Ilaria, «molti Paesi avrebbero ritirato la rappresentanza diplomatica per molto meno». Servirebbe? Il ministro Tajani intanto ha convocato l'ambasciatore ungherese a Roma.
«Non penso che sia mai una buona idea ritirare la rappresentanza diplomatica. Peraltro ricordo che non si tratta di richiamare l'ambasciatore dall'Afghanistan per ragioni di sicurezza. Eliminare le interlocuzioni con la rappresentanza determinerebbe solo più difficoltà di ottenere informazioni, anche per i familiari. Piuttosto andrebbe utilizzata la nostra rappresentanza per avere un monitoraggio delle condizioni di detenzione di Ilaria più costante possibile». […]