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    L'UNICO CHE POTEVA DIRE: "CHE CAZZO VUOI?" - IN INGHILTERRA, DURANTE UN'AUTOPSIA, I MEDICI HANNO SCOPERTO UN 78ENNE CON TRE PENI - IL SIGNORE ERA AFFETTO DA TRIPHALLIA, UNA CONDIZIONE GENETICA RARISSIMA CHE È STATA DOCUMENTATA SOLO UN'ALTRA VOLTA NELLA LETTERATURA SCIENTIFICA - LA POLIPHALLIA (DUE O TRE PENI) COLPISCE CIRCA UNA PERSONA SU 5-6 MILIONI - È POSSIBILE CHE L'UOMO NON SI SIA MAI ACCORTO DI NULLA NEL CORSO DELLA SUA VITA, VISTO CHE...


     
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    INGHILTERRA - UOMO AFFETTO DA TRIPHALLIA INGHILTERRA - UOMO AFFETTO DA TRIPHALLIA

    Estratto dell'articolo di Andrea Centini per www.fanpage.it

     

    Durante un'autopsia i medici hanno fatto una scoperta sorprendente sul cadavere di un uomo di 78 anni: aveva tre peni, una condizione congenita rarissima nota come triphallia (o trifallia). È talmente rara che, in centinaia di anni di studi anatomici, si tratta soltanto del secondo caso clinico noto nella letteratura scientifica dedicata alla polyphallia, la presenza di peni supplementari. La diphallia, caratterizzata dallo sviluppo di due peni, d'altro canto è decisamente più conosciuta; sono oltre cento i casi descritti dagli anatomopatologi.

     

    […] è possibile che anche l'uomo con tre peni non si sia mai accorto di nulla nel corso della sua vita, dato che esternamente i suoi genitali apparivano normali, con il solo pene principale esposto. Gli altri due peni, più piccoli, si trovavano all'interno, nascosti nella parte superiore del sacco scrotale e alla base del pene più grande. Erano “impilati in un orientamento sagittale posteroinferiormente al pene primario”, hanno spiegato i professori John Buchanan, Rose How e colleghi nel case report.

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    Sebbene entrambi i peni più piccoli avessero un'asta, un glande e tessuto spugnoso dei corpi cavernosi che permettono le erezioni, soltanto uno dei due aveva una struttura simile all'uretra, fra l'altro condivisa con il pene primario attraverso un percorso anomalo. Dal punto di vista squisitamente anatomico, questa condizione avrebbe reso particolarmente traumatico e difficoltoso l'inserimento di un catetere, quindi evidentemente non ne ha mai avuto bisogno.

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    Inoltre potrebbe aver avuto erezioni complicate e molto dolorose, alla luce del fatto che anche i peni secondari avevano la potenziale capacità funzionale di gonfiarsi di sangue, premendo sui testicoli e sul pene primario. Ma si tratta solo di ipotesi perché, come indicato, i ricercatori che hanno effettuato l'esame necroscopico non hanno avuto accesso alla cartella clinica dell'uomo, che dunque potrebbe aver vissuto la sua intera vita senza alcun sintomo.

     

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    Uno degli elementi più interessanti che emerge da questo caso clinico è proprio la possibilità che la polyphallia sia più comune di quel che si pensi, proprio perché i piccoli peni supplementari possono svilupparsi anche all'interno dello scroto. Tra le cause scatenanti vi sono mutazioni genetiche che portano il tubercolo genitale – una struttura embrionale da cui derivano gli organi genitali – a suddividersi in modo anomalo. Gli autori dello studio spiegano che la formazione congenita di peni soprannumerari “è un'anomalia estremamente rara che colpisce circa 1 su 5-6 milioni di nati vivi”.

     

    Dei 168 articoli scientifici pubblicati dal 1600 al 2023 dedicati alla polyphallia, in 112 casi si trattava di diphallia completa; 50 presentavano pseudodiphallia; e uno solo era trifallico completo, mentre per una manciata di casi non è stato possibile determinare l'entità della condizione. […]

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