MARIO DRAGHI DANIELE FRANCO
1 - STARACE NEL MIRINO PER GLI AFFARI CON MOSCA
Da “La Stampa”
Nei salotti della finanza è sfuggito a pochi. Nelle parole con cui, nei giorni scorsi, il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani alle prese con il rebus del gas ha ringraziato «i grandi operatori, Snam ed Eni» per i loro sforzi, c'era un'assenza: l'Enel. Raccontano che il feeling tra il governo Draghi e l'amministratore delegato Francesco Starace non sia mai sbocciato. A pesare, sarebbe soprattutto la querelle sulla presenza in Russia.
STARACE PUTIN
La società italiana è uscita dal Paese a metà giugno, ma le tensioni risalirebbero alla fine di gennaio quando Starace è stato l'unico manager di una partecipata statale a presenziare all'incontro con Vladimir Putin, nonostante la «moral suasion» di Palazzo Chigi. Un modo per salvare il business e la cessione delle centrali ai russi, secondo la società. Ma la decisione è finita anche nel mirino del Copasir, che ha lanciato un allarme.
FRANCESCO STARACE
2 - PROFUMO E LE POLEMICHE SUL COLOMBIAGATE
Da “La Stampa”
L'era Bono in Fincantieri è finita dopo oltre vent' anni, quella di Alessandro Profumo in Leonardo potrebbe terminare prima: il mandato dell'ex banchiere scelto come ad nel 2017 scade in primavera, e la sua è una delle poltrone più pesanti.
Secondo il Sole 24 ore il governo è tornato a ragionare sull'ipotesi di un maxi-polo unico per la difesa, che passerebbe dall'integrazione dei due colossi partecipati dallo Stato, destinati a muoversi con sempre maggiore coordinamento. Profumo, che è stato condannato in primo grado per Mps, aspetta la sentenza d'appello.
alessandro profumo massimo d alema
Può sperare, visto il ribaltone che ha riguardato Mussari e Vigni, giudicati prima colpevoli e poi assolti. Ma l'ex Finmeccanica, presieduta da Luciano Carta, è finita nel mirino anche per la «vicenda Colombia», intricato caso che coinvolge anche le consulenze di Massimo d'Alema. L'azienda ha avviato una inchiesta interna, ma il centrodestra, dopo un'audizione, ha messo nel mirino anche Profumo.
3 - DESCALZI E IL RUOLO CHIAVE NEL RISIKO DEL GAS
Da “La Stampa”
MARIO DRAGHI CLAUDIO DESCALZI
Se la casella della presidenza attualmente occupata da Lucia Calvosa è destinata a cambiare, Claudio Descalzi viaggia verso il quarto mandato alla guida dell'Eni. Il cane a sei zampe ha un ruolo sempre più strategico e l'ad sta trattando contratti pesantissimi per sostituire il gas di Mosca.
Nell'ultima tornata di nomine, caratterizzata da una presenza importante di donne nelle caselle chiave, esecutivo, Tesoro e Cassa depositi e prestiti hanno scelto la via della discontinuità totale in Snam confermando invece Paolo Gallo all'Italgas.
claudio descalzi
In primavera il metodo dovrebbe essere più drastico, ma senza toccare il ruolo di Descalzi, nominato vertice di Eni nel 2014 da Renzi, confermato da Gentiloni e da Conte. E' stato proprio Descalzi ad accompagnare il premier e il ministro degli Esteri nelle missioni degli ultimi mesi, con l'obiettivo di uscire dal ricatto energetico di Putin.
Giuseppe Bono
4 - DONNARUMMA, IL TITOLO AI MASSIMI NON BASTA
Da “La Stampa”
La scossa delle nomine attraverserà anche le utilities. A partire da Terna - che ha come socio forte la Cassa depositi - dove si racconta che l'era di Stefano Donnarumma, l'amministratore delegato considerato vicino alla galassia Cinque Stelle, sia sostanzialmente alla fine. Il manager ha spinto forte sulle rinnovabili, il titolo in Borsa viaggia ai massimi storici ma anche qui, come alla Snam lo scorso maggio, vincerà la discontinuità.
STEFANO DONNARUMMA
Come nei casi di Matteo Del Fante (Poste Italiane, ad dal 2017), Cristiano Cannarsa (ad di Consip dal 2017) e Paolo Siminioni (ad di Enav dal 2020).
È fuori dall'orbita dell'esecutivo ma potrebbe cambiare guida anche l'Acea guidata da Giuseppe Gola. Fonti finanziarie raccontano che in pole, per la sua sostituzione, ci sarebbe l'ex Iren Massimiliano Bianco, gradito al Pd e al sindaco della capitale Roberto Gualtieri.
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