Alessandra Rizzo per La Stampa
Oxford
«Fallimento morale». «Enorme ipocrisia». Tra le guglie della prestigiosa e quasi millenaria Università di Oxford si respira aria di bufera: l’ateneo tempio dell’istruzione britannica ha accettato donazioni per milioni di sterline da parte della famiglia Mosley, il cui patriarca è stato negli Anni 30 il leader del movimento fascista nel Paese.
Secondo lo scoop del Daily Telegraph, l’università ha ricevuto oltre sei milioni di sterline (circa sette milioni di euro) da un ente di beneficenza della famiglia. Inoltre il college di St Peter’s, dove ha studiato tra gli altri Ken Loach, il regista campione delle cause socialiste e della classe operaia, ha accettato soldi dalla famiglia per oltre cinque milioni di sterline.
Oswald Mosley 2
I fondi sono arrivati dall’ente di beneficenza dove è confluita l’eredità di Oswald Mosley al figlio Max Mosley, controverso patron della Formula Uno morto nel maggio scorso.
Per Oxford è solo l’ultima polemica, dopo quelle legate alla statua di Cecil Rhodes, figura centrale del colonialismo in Africa, e alle richieste degli studenti di aggiornare i corsi di studio per riflettere una maggiore varietà di vedute. Ma se in quei casi le accuse erano di cedere o meno al «politically correct» nell’ambito delle «culture wars» che stanno animando le istituzioni accademiche e non solo di tutto il mondo, questa volta lo scandalo ha un sapore diverso.
La famiglia Mosley è tra le più conosciute, e notorie, del Paese. Negli Anni 30, Oswald ha guidato il movimento fascista in Gran Bretagna, violento contro gli oppositori e antisemita. Era in rapporti amichevoli con Mussolini e Göbbels, il ministro della propaganda nazista. È a casa di Goebbels che si è celebrato il suo secondo matrimonio, con Hitler ospite d’onore. Era considerato una tale minaccia che le autorità temevano che, in caso di invasione nazista, potesse essere installato come capo di un regime fantoccio filo-tedesco.
Oswald Mosley
Durante la guerra fu internato e dopo il conflitto ha tentato di riformare il movimento sotto un altro nome, causa sostenuta negli Anni 50 e 60 dal figlio Max Mosley, poi diventato famoso per la Formula Uno (e per essere finito sulle pagine di un tabloid in atteggiamento compromettente). Il figlio di Max, Alexander Mosley, morto per overdose di eroina nel 2009, è stato un alunno del St Peter’s College, ed è in suo nome che le donazioni sono state fatte, una al fine di istituire un fondo di biofisica e una per costruire nuove sistemazioni studentesche nel collegio.
Anche un altro college di Oxford ha confermato di aver ricevuto una donazione, sebbene più modesta. La notizia ha scatenato polemiche. «Prendono soldi da un fondo istituito da fascisti provati e conosciuti», ha detto Lawrence Goldman, professore ad Oxford.
«C’è stato un totale fallimento morale» e «un’enorme ipocrisia». Per Lord Mann, consulente del governo per l’antisemitismo, «qualunque cosa glorifichi il nome Mosley è un problema» ed è «assurdo dare credibilità a una famiglia attivamente fascista». Lo storico Robert Lynman ha invitato gli studenti a mobilitarsi e cominciare una campagna simile a quella lanciata per la rimozione della statua di Rhodes.
Max Mosley 3
Intanto lo scandalo si è allargato a due atenei di Londra. L’Università di Oxford si è difesa affermando che i fondi sono per una buona causa. E riaffermando l’impegno contro razzismo e discriminazioni.
La donazione, come tutte le donazioni, ha passato «un processo solido e indipendente che prende in considerazione questioni legali, etiche e di reputazione», ha detto Oxford.
Max Mosley
Per il St Peter’s College, la nuova sistemazione trasformerà la vita degli studenti nel campus «per le generazioni a venire». E il nome dei nuovi alloggi, che dovevano inizialmente essere intitolati ad Alexander Mosley, sarà ora scelto attraverso una consultazione interna che coinvolgerà gli studenti.