Mauro Indelicato per "www.ilgiornale.it"
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Sembrano lontani adesso i tempi in cui i francesi si prendevano beffa degli italiani, con lo spot sul “Corona Pizza” trasmesso su Canal+, poi prontamente rimosso ad onor del vero, in cui l’Italia era vista come “Paese untore” del coronavirus in tutta Europa.
Oggi sono gli stessi francesi ad essere caduti vittime dei pregiudizi legati all’epidemia da Covid-19, con diversi episodi segnalati in cui i cittadini transalpini risultano essere stati presi di mira dai tedeschi. In particolare, è nella regione confinante del Saarland che i francesi sembrano non poter avere più vita facile.
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Qui le comunità dei due Paesi confinanti vivono pacificamente da diversi anni, senza particolari episodi di tensione. Diversi francesi lavorano qui e viaggiano quotidianamente come transfrontalieri, un po’ come accade ad esempio tra la Lombardia ed il Canton Ticino.
Ebbene, sui social sono sempre di più coloro che denunciano di non potersi più recare dalla Francia al Saarland in quanto insultati od addirittura aggrediti dai tedeschi. Un episodio emblematico sarebbe accaduto, come si legge su Libero, in una farmacia poco oltre il confine: una cittadina francese ha denunciato che, alla richiesta di un farmaco da acquistare, le è stato rivolto dal bancone l'invito a comprare quanto desiderato in Francia.
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Un invito quindi a non mettere più piede nel Saarland, segno del timore dei cittadini locali di contrarre il virus a causa della presenza dei francesi. Con la Germania che ha iniziato già a discutere delle possibili manovre per la riapertura post crisi coronavirus, molti tedeschi hanno quindi visto i francesi come possibili “untori” per i contagi di ritorno.
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In Francia infatti la luce in fondo al tunnel dell’epidemia ancora non si vede: da giorni la curva epidemiologica sembra appiattirsi, ma lunedì sera il presidente Emmanuel Macron ha annunciato il prolungamento dello stop alle attività non essenziali fino al prossimo 11 maggio. Segno di come la situazione al momento non sia affatto sotto controllo.
Ed intanto i francesi che vanno nel Saarland sono costretti a tornare indietro. Sempre sui social, sono stati segnalati lanci di uova al loro indirizzo oppure addirittura sputi da parte dei passanti. Una circostanza che ha costretto da Berlino il ministro degli esteri tedesco, Heiko Mass, ad intervenire: “Il coronavirus non ha nazionalità – si legge nelle sue dichiarazioni – e tali comportamenti non sono tollerabili, perché siamo tutti nella stessa barca”.
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Ad intervenire è stato anche il ministro dell’economia del Saarland, Anke Rehlinger: “Si sente dire che i francesi sono insultati e che vengono lanciate uova contro di loro – si legge nelle sue dichiarazioni su Twitter – Chiunque faccia questo offende l'amicizia tra i nostri popoli. Porgo le mie scuse ai nostri amici francesi per questi incidenti isolati”.
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Episodi isolati forse, ma non rari. La paura di vedere il Saarland trasformarsi in una sorta di Lombardia tedesca sotto il profilo dell’emergenza sanitaria, è tale da far ritenere i francesi come possibili untori. Una nomea che, anche ad epidemia conclusa, sarà difficile adesso scrollarsi di dosso.
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