Antonella Baccaro per il “Corriere della Sera” - Estratti
pietro lunardi 22
All’età di 84 anni, l’ingegner Pietro Lunardi si riprende la scena. E una buona dose di polemiche. L’ex ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti del secondo e terzo governo Berlusconi, il papà della Legge Obiettivo, nonché l’ideatore della patente a punti, figura tra i consulenti principe dell’attuale responsabile del dicastero, Matteo Salvini, per il redivivo progetto del Ponte sullo Stretto.
Che il più grande esperto di gallerie fosse della partita, si sapeva da tempo: a lui Salvini, insediatosi a Porta Pia, aveva affidato da subito l’incarico di coordinatore del Tavolo tecnico per il riavvio di un’infrastruttura che Lunardi aveva inserito tra quelle strategiche già nel 2001. Adesso però la trasmissione Report, domenica scorsa, su Rai3, retrodata il suo impegno a prima ancora che il governo Meloni giurasse. E lo indica tra i partecipanti a un incontro in cui sarebbe stato presente anche l’imprenditore Pietro Salini di Webuild, titolare di oltre il 40% del consorzio Eurolink, quello che vinse la gara ai tempi di Lunardi.
ponte sullo stretto
Già, perché l’ex ministro il Ponte sullo Stretto lo aveva quasi portato a casa. Lo ha ricordato lui stesso, qualche giorno fa, ospite dell’Ordine degli Ingegneri di Perugia, ripercorrendo la storia dell’infrastruttura: «Il Ponte — ha detto — ha una storia che inizia nel 251 a. C. e che ha avuto alterne vicende. Oggi abbiamo la possibilità di ripartire dopo il primo tentativo importante che è stato fatto nel periodo 2001-2006, in cinque anni di governo in cui sono stato ministro. In questo periodo abbiamo fatto partire il progetto preliminare, facendolo approvare dalla Comunità Europea e riuscendo ad assegnare la gara. Già nel 2006 siamo riusciti ad aprire i cantieri, quello per la variante Ferroviaria di Campitello».
pietro lunardi silvio berlusconi
Toni assertivi che a Lunardi non sono mai mancati, sin da quando il suo nome circolò tra i papabili ministri del governo Berlusconi e divamparono le prime polemiche sul suo conflitto d’interessi. «Se il problema è la mia azienda familiare, la società d’ingegneria Rocksoil (fondata nel 1979, ndr ), risolverò tutto. Venderò o lavorerò soltanto all’estero» disse al Corriere. Salvo poi non farlo e, malgrado ciò, superando pure brillantemente un’istruttoria dell’Antitrust che avrebbe dovuto metterlo all’angolo.
La storia dell’ingegnere di Parma, specializzato nella realizzazione di tunnel e gallerie e prestato alla politica, è costellata di qualche inchiesta e molte gaffe, come quando disse che con la mafia bisogna «convivere» o quando confessò che non usava sempre la cintura di sicurezza. Salvo poi mettere in croce gli italiani con la famigerata patente a punti che, prima di entrare a regime, visse un lungo e travagliato periodo di messa a punto. Va detto che Lunardi ha sempre pensato in grande, in questo incrociando lo spirito visionario del Cavaliere che in lui trovò il migliore interprete del sogno di un Piano delle Grandi Opere.
pietro lunardi 22
Un progetto che nel 2001 Lunardi mise nero su bianco e Berlusconi portò da Bruno Vespa, a Porta a Porta, illustrandone le meraviglie su una cartina geografica. Ma quel piano, che avrebbe dovuto mettere il turbo grazie alla Legge Obiettivo, non vide mai la sua realizzazione. La corsia preferenziale disegnata da Lunardi per fare largo alle opere, svincolandole dai legacci burocratici, fu demolita a colpi di sentenze, nuove leggi e pronunce varie. Salvo ottenere il via libera oggi, in quel Codice degli Appalti, targato Salvini (...)
PIETRO LUNARDI 1