Ugo Magri per la Stampa
berlusconi con gli amministratori di forza italia 5
Per cinque giorni Berlusconi è rimasto inchiodato al tavolo delle candidature finché venerdì, causa stanchezza o un moto di disgusto, non ce l' ha fatta più. Ha spedito l' intera dirigenza a Roma mentre lui rimaneva in contatto da Arcore. Ma ciò non ha impedito che, senza alcuna pietà per l' ottantenne padrone di casa, il centralino fosse bombardato da chiamate supplicanti, irate, minacciose, talvolta ricattatorie.
GIANFRANCO ROTONDI E LE CANDIDATE DI RIVOLUZIONE CRISTIANA
Finché l' ex ministro Gianfranco Rotondi, che non riusciva a farselo passare, si è presentato personalmente a Villa San Martino annunciando che non se ne sarebbe andato prima di avere ottenuto udienza dal Cav. L' ha strappata dopo, si favoleggia, un lieve malore. Chi è stato partecipe delle fasi più convulse descrive scene che noi umani non immagineremmo nemmeno. Ad amici Brunetta (tra i selezionatori) confessava ieri la «grande amarezza vissuta sul piano umano». Negoziati fino allo sfinimento. Pressioni dal partito-azienda. Telefonate di Gianni Letta per segnalare grand commis, ambasciatori , generali. E tutto questo, per cosa?
gianni letta silvio berlusconi
Per presentare liste abbastanza «normali», anche un po' grigie, dove a parte Vittorio Sgarbi non si incontrano personaggi troppo sopra (o sotto) le righe. Circa un terzo di quanti verranno eletti sono parlamentari uscenti; un altro terzo quadri del territorio; l' ultima fetta è società civile. In fondo, pure questo segnala la metamorfosi berlusconiana, che ora punta a tranquillizzare, meno a stupire.
VITTORIO SGARBI
I VOLTI NOTI
È proprio qui che salta agli occhi la differenza: stavolta i Vip sono mosche bianche. Ammesso che possa qualificarsi tale, c' è l' ex attaccante del Milan Giuseppe Incocciati. Oppure l' atleta para-olimpica Giusy Versace. Un manipolo di giornalisti vestiranno la livrea «azzurra»: Arturo Diaconale (oggi nel CdA Rai), Giorgio Mulè (direttore di Panorama), Andrea Cangini (direttore del QN).
GLI ESCLUSI
Giuseppe Incocciati
Fuori dalla Puglia, il nome dice poco. Ma a Lecce la sua mancata candidatura sta causando una rivolta contro i troppi «paracadutisti» da Roma: Elio Vito, che di base starebbe in Campania, Licia Ronzulli, assistente del Cav, e pare addirittura Domenico Scilipoti, dato troppo presto per morto e invece pare di no.
stefania craxi arturo diaconale
Escono signorilmente di scena due totem come Franco Carraro, ex-big della Federcalcio, e Antonio Martino, co-fondatore di Forza Italia. I centristi bocciano Andrea Augello, che si era battuto con sprezzo del pericolo nella Commissione banche, e subito corre voce che sia stato un favore a Renzi, esattamente come un salamelecco a Gentiloni la scelta di contrapporgli nel collegio di Roma una vittima sacrificale come Luciano Ciocchetti.
Antonio Martino
I CASI «DISCUSSI»
L' amicizia di Francesca Pascale, tuttora fidanzata con Silvio, è stata di forte sostegno a «Purpetta», affettuoso soprannome di Luigi Cesaro, parlamentare berlusconiano inseguito dai pm per sospetto voto di scambio e ricandidato lo stesso in Campania. Mentre in Sicilia una condanna e un' inchiesta per corruzione elettorale non hanno frenato Franco Rinaldi, cognato di «Mister 20mila preferenze» (Fracantonio Genovese). Le dinastie dei Cesaro e dei Genovese sono potenti e un pugno di voti può fare la differenza nei collegi incerti, dunque...
Luciano Ciocchetti
I GRANDI RITORNI CRAXI DI NUOVO IN PARLAMENTO
Non Bettino, chiaro, e nemmeno il figlio Bobo ma Stefania, custode gelosa dell' eredità politica paterna. Si rivedono Melania Rizzoli e la presidente della fondazione Belisario, Lella Golfo. Giorgia Meloni ha rimesso in campo Guido Crosetto (candidato in Piemonte). E nel clima di revival non poteva mancare Osvaldo Napoli, il più berlusconiano dei democristiani, che ha atteso paziente l' attimo giusto.