Marco Bresolin e Amedeo La Mattina per "la Stampa"
GIORGIA MELONI VIKTOR ORBAN
Un vigoroso battito d' ali a Budapest può provocare un uragano politico a Pontida. Forse la metafora è esagerata, ma le recenti dinamiche politiche europee stanno mettendo in seria difficoltà la Lega, partito di lotta a Bruxelles e di governo a Roma. Il battito d' ali è quello di Viktor Orban, che ieri ha rotto con il Ppe, ritirando la sua delegazione dal gruppo dei popolari al Parlamento Ue.
MARCO ZANNI 2
L' uragano politico potrebbe scatenarsi nella delegazione leghista: disorientata, divisa e preoccupata per il proprio futuro. «Non parlate con i giornalisti - ha subito ordinato nella chat interna Marzo Zanni, capogruppo di Identità e Democrazia -. Le dichiarazioni sul tema le rilascia Salvini». Che infatti, nel giro di qualche ora, ha manifestato solidarietà al premier ungherese con l' obiettivo di strapparlo dall' ormai imminente abbraccio di Giorgia Meloni.
LA LETTERA CON CUI VIKTOR ORBAN LASCIA IL PPE
La rottura di Orban con il Ppe è arrivata al culmine di un periodo a dir poco tormentato. Fidesz era già stato sospeso dalla famiglia popolare, ma non espulso.
Per questo i suoi 12 eurodeputati erano rimasti nel gruppo dall' Europarlamento. Ieri però i popolari hanno votato una modifica del regolamento che consentirà di espellere non soltanto i singoli parlamentari, ma intere delegazioni (il testo è stato approvato a larga maggioranza, con il voto favorevole di Forza Italia). La sospensione di Fidesz dal Ppe rappresenta un valido motivo per la cacciata, per questo il premier ungherese ha giocato d' anticipo, annunciando l' addio con una lettera.
GIORGIA MELONI - PARTITO CONSERVATORI E RIFORMISTI EUROPEI
Donald Tusk, presidente del Ppe, ora ha l' occasione per espellere definitivamente Fidesz, dato che secondo lo statuto tutti i partiti affiliati hanno l' obbligo di stare nel gruppo all' europarlamento.
Tagliare i ponti con Orban serve anche a Manfred Weber per guadagnarsi il consenso di socialisti e liberali: il tedesco punta alla presidenza del Parlamento e in vista di gennaio sta lavorando alla sua candidatura per sostituire David Sassoli.
manfred weber
E Orban che fine farà? L' approdo naturale dei 12 eurodeputati di Fidesz sembra essere nel gruppo dei Conservatori (Ecr), con i polacchi del PiS e Fratelli d' Italia. Giorgia Meloni, che vanta un rapporto politico di lunga data con il premier ungherese, è già pronta a srotolare il tappeto rosso.
Con l' ingresso degli ungheresi, l' Ecr salirebbe a 75 seggi e diventerebbe il quarto gruppo in Aula, davanti ai Verdi, ma soprattutto davanti a Identità e democrazia. La formazione di cui fa parte la Lega è infatti scesa a quota 74 dopo l' addio di Vincenzo Sofo, passato proprio a Fratelli d' Italia.
salvini orban
«Senza Fidesz - ha scritto su Twitter Giorgia Meloni, presidente di Ecr - il Ppe sarà ancora più subalterno alla sinistra, allontanando la prospettiva di un bipolarismo europeo e di un centrodestra maturo e protagonista. Ci faremo carico di questa missione».
Chi resta con il cerino in mano è Salvini. Un dialogo con il Ppe a questo punto è veramente difficile, vista la direzione presa dai popolari.
Così come diventa sempre più imbarazzante la permanenza nel gruppo sovranista accanto ai lepenisti e il contemporaneo sostegno a Mario Draghi. Certo la Lega potrebbe bussare alla porta dei conservatori, ma ci sono due ostacoli. La delegazione salviniana farebbe ombra a quella polacca. E in ogni caso dovrebbe chiedere il permesso a Giorgia Meloni, oggi all' opposizione e pronta a svuotare il serbatoio di voti leghista.
GIORGIA MELONI VIKTOR ORBAN ORBAN E MELONI MELONI E ORBAN