Il pianto di gioia di Pilato????????? pic.twitter.com/T5Vxn49mqg
— happymilan Mirella?????? (@GmaHappymilan) 28 luglio 2019
Giulia Zonca per la Stampa
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La ragazzina con i capelli bicolore è nata nel 2005 nell' anno in cui Federica Pellegrini vinceva la prima medaglia mondiale. Benedetta Pilato, a 14 anni, si tuffa nella competizione che nostra signora del nuoto saluta ed è subito argento. Non per caso.
Benny è la più giovane medagliata nella storia della nostra precoce piscina che pure ha già visto sfilare baby sul podio: Calligaris, Pellegrini, sempre lei, ma mai così presto, mai così pronte, anche se la specialità di partenza sono i 50 rana esplosivi in cui non bisogna pensare, «solo aprire il gas».
Dicono di lei che sia «una donna nel corpo di una bambina», veramente pure il corpo non è proprio quello di una qualsiasi quattordicenne e persino i capelli da matricola, con tinta assurda metà bionda e metà mora, non la fanno sembrare affatto più infantile. La capigliatura da fattucchiera, se mai, le dà un ulteriore accento grintoso, lei che dopo la finale conquistata parla senza scaramanzie di obiettivo medaglia, con la spensieratezza di un età in cui sogni e futuro coincidono
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In gara parte e va, incurante del fatto che, in teoria, a sbranarsi in quella vasca di pura potenza ci sono Lilly King e Yulyia Efimova due che non si sono mai risparmiate nulla, campionesse che si strappano record. Pilato non sa contro chi gareggia o meglio lo ha scoperto in Corea nei dieci giorni passati a fare la mascotte, ruolo che avrebbe sfiancato chiunque altro.
All' arrivo piange tra le braccia dell' americana d' oro: «Mi ha chiesto se mi sentivo bene.
In effetti no, lì per lì credevo di svenire. Troppe sensazioni diverse. Mi sono catapultata in questo mondo l' anno scorso e non conoscevo nessuno, non avevo idea».
Il pisolino Si è buttata nel cloro a 5 anni, a Pulsano, provincia di Taranto e il tecnico che l' ha scoperta, Vito D' Onghia, ha dovuto chiedere permesso a papà.
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Non un passaggio semplice perché Salvatore Pilato sta in marina ed era proprio contrario all' agonismo: «Si è lasciato convincere per una gara, poi per per due... ormai ha ceduto».
Generazione Netflix, «vivo di serie tv», media dell' 8,8 in prima superiore con una giornata tipo che si contraddice: spensieratezza e incastri forzati: «Scuola, casa, pisolino, compiti e allenamenti dalle sette di sera. I genitori mi portano in auto, si alternano perché c' è pure mio fratello di 10 anni che gioca a calcio da portare al campo».
A Gwangju baby Benny ha fatto il record italiano in batteria, 29"98, poi è scivolata fra le grandi con una rana che da sempre esalta le giovanissime, argento in 30 secondi netti, 16 centesimi in più della 22enne King e 15 in meno della 27enne Efimova. I guai di solito arrivano quando la maturità pretende consapevolezza. Martina Carraro, collega di specialità, giusto qui si è tolta la soddisfazione di un bronzo nei 100 rana, ma dopo gli exploit ai tempi dei Mondiali 2009 è rimasta fuori circolazione per un bel po': «Non le auguro di passare quello che ho passato io.
Quando perdi i meccanismi si sballa tutto e ritrovarsi è complicato». Pilato non è preoccupata, a fine agosto va ai Mondiali junior e se le si chiede «cosa vuoi fare da grande?», giustamente risponde «voglio nuotare». Non ditele che lo sta già facendo.
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