Estratto dell’articolo di Federica Serfilippi per www.corriereadriatico.it
Fausto Baldoni
«Non volevo ucciderlo o fargli del male, mi sono solo difesa respingendo un approccio sessuale». Si è difesa così Alessandra Galea davanti al gip Sonia Piermartini nel corso dell’udienza di convalida del fermo che si è tenuta ieri mattina nel carcere di Pesaro, dove la 50enne è reclusa da domenica mattina con l’accusa di aver ucciso il compagno Fausto Baldoni, nell’appartamento che condividevano in via Castelli 56.
Al termine dell’udienza, il gip ha deciso di non convalidare il fermo, ma ha comunque disposto la massima misura cautelare prevista: quella del carcere. Sulla decisione avrebbero pesato il pericolo di reiterazione del reato e l’inquinamento probatorio. L’accusa rimane la stessa: omicidio volontario.
Alessandra Galea
Nel corso del faccia a faccia con il gip, la 50enne ha ripercorso le tappe dello scorso sabato. «Ho reagito a un approccio sessuale non gradito, ma non ho impugnato nessuna arma» il senso delle parole della Galea che, in pratica, si sarebbe difesa a mani nude. Ha negato di averlo colpito alla testa con una lampada.
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Diversa la versione della procura, per cui la donna avrebbe colpito Baldoni con una lampada, ritrovata dai carabinieri nell’appartamento. Due i colpi inferti, considerando che sulla testa dell’uomo sono state trovate altrettante ferite. Baldoni, al momento del ritrovamento, versava in una pozza di sangue nel corridoio che conduce alla camera da letto e indossava solo biancheria intima.
omicidio fausto baldoni fabriano
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