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    “TEMEVO CHE FOSSE LUI A UCCIDERE I MIEI FIGLI” – PARLA LAURA, LA 56ENNE MAMMA DI ALESSIO E SIMONE SCALAMANDRÉ, CONDANNATI PER AVER UCCISO IL PADRE VIOLENTO: “ERO VESSATA, UMILIATA, MINACCIATA, INSULTATA E PICCHIATA ANCHE DAVANTI AI RAGAZZI, COSTRETTI A INTERVENIRE PER FERMARE LA SUA FURIA. AVEVA UNA PISTOLA, UNA SERA CENAMMO CON L’ARMA SUL TAVOLO IN UN’ATMOSFERA DI TERRORE. LA SERA DELL’OMICIDIO LUI ANDÒ A CASA DEI RAGAZZI PERCHÉ LI VOLEVA OBBLIGARE A…”


     
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    Alessandro Fulloni per il "Corriere della Sera"

     

    pasquale scalamandre con la moglie e i figli pasquale scalamandre con la moglie e i figli

    «Quando ho saputo che cosa avvenne quella sera del 10 agosto 2020? Qualche ora dopo, in piena notte. Mi telefonò un'amica: "Laura, il tuo ex marito è morto. È rimasto ucciso dopo una lite con i ragazzi. Non è chiaro cosa sia successo". Trasecolai e pensai che mai avrei immaginato un epilogo così, semmai potevo ipotizzare il contrario: e cioè che Pasquale potesse uccidere i nostri figli. Tanto che averli lasciati soli per sette mesi mi stava straziando. Quando mi avvertirono, stavo lavorando: assistevo un anziano. E finito il turno, alle sette, ho lasciato la Sardegna per correre a Genova, dai ragazzi».

     

    Laura , 56 anni, un diploma di segretaria d'azienda e un impiego da colf, è una donna energica. È la mamma di Alessio e Simone Scalamandré, di 30 e 22 anni, condannati lunedì dalla Corte d'Assise di Genova per aver ucciso il padre a martellate. Il reato contestato è di omicidio volontario in concorso , aggravato dal vincolo di parentela.

    pasquale scalamandre con la moglie e il figlio simone pasquale scalamandre con la moglie e il figlio simone

     

    Laura, si aspettava questa pena di 21 anni per il più grande e di 14 per il piccolo?

     «No. E sono devastata. Ho atteso a casa l'esito della sentenza nel corso di una mattinata interminabile. Non pensavo a una condanna. Immaginavo che sarebbero state riconosciute le motivazioni che hanno indotto Alessio a difendersi dall'aggressione del padre. Eppure confido che la verità trionfi in Appello. Alessio e Simone nel mio cuore sono innocenti, sono vittime di mio marito esattamente come me».

     

    Facciamo un passo indietro. Com' è stata la vita con suo marito?

    alessio scalamandre alessio scalamandre

    «Semplicemente un inferno. Ero vessata, umiliata, minacciata, insultata e picchiata anche davanti ai ragazzi, costretti più volte a intervenire per fermare la sua furia».

     

    Lui aveva una pistola?

    «Sì. E quando gli accennavo che le cose tra me e lui avrebbero dovuto cambiare, andava a prenderla, estraendola dalla cassaforte a muro in cui era custodita. Una sera la poggiò sul tavolo, e cenammo tutti e quattro in un'atmosfera di terrore, con la rivoltella davanti agli occhi. Altre volte erano stati Alessio e Simone a fermare il padre, disarmandolo quasi fisicamente con infinite suppliche: "Papà ma cosa fai? Non puoi risolvere le cose così...". Allora Pasquale si calmava, i ragazzi gli volevano bene e lui lo sapeva».

     

    Ci sono dei selfie che vi ritraggono tutti assieme, sorridenti...

    pasquale scalamandre?? con la moglie e i figli alessio e simone pasquale scalamandre?? con la moglie e i figli alessio e simone

    «Foto che non rispecchiavano il mio stato d'animo. Vivevo di continuo sulle spine, massacrata dentro. Ma cercavo impiego come colf e pensavo che quegli "scatti" solari postati dai ragazzi fossero un'illusoria "referenza", definiamola così, da mostrare magari nei colloqui, in cui fingevo di essere serena».

     

    Quando ha denunciato suo marito?

    «Dopo il Capodanno 2019. Andammo a un veglione con amici. A mezzanotte lui provò a baciarmi, io mi scostai e s' infuriò... Mi fu chiaro che dovevo salvarmi: e mi rivolsi al centro anti-violenze Mascherona e all'avvocata Nadia Calafato che ora difende Simone (mentre Alessio è assistito da Luca Rinaldi, ndr )».

     

    Poi?

    omicidio san biagio in valpolcevera genova omicidio san biagio in valpolcevera genova

    «Dopo il divieto di avvicinamento cambiai quattro volte domicilio, informando le forze dell'ordine. I ragazzi mi coprivano, ma lui mi ha sempre ritrovato, pedinando e minacciando le mie amiche. Così nel febbraio 2020 fui trasferita in un centro protetto in Sardegna».

     

    Torniamo al 10 agosto...

    «Pasquale andò a casa dei ragazzi, voleva sapere dove fossi e voleva obbligare Alessio a modificare le deposizioni contro di lui in vista del processo per maltrattamenti. Lo pressava... Al suo rifiuto, il padre è diventato una belva e Alessio si è difeso. Ripeto: i miei figli hanno visto anni di violenze, sono vittime come me».

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