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    LA APPENDINO PASSA ALL'INCASSO (E IL CONTO LO PAGANO I TORINESI) - IL COMUNE DI TORINO DEVE VERSARE ALL’EX-SINDACA 200 MILA EURO PER LE SPESE LEGALI SOSTENUTE DALLA GRILLINA NEL CASO REAM – APPENDINO VENNE CONDANNATA A SEI MESI PER FALSO IDEOLOGICO, MA POI ASSOLTA IN CASSAZIONE – IL COLMO CHE A DENUNCIARE I PRESUNTI ILLECITI DELL’EX SINDACA FU, NEL 2017, L’ATTUALE PRIMO CITTADINO, STEFANO LO RUSSO ALL'EPOCA CONSIGLIERE D'OPPOSIZIONE...


     
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    Estratto dell’articolo di Gabriele Guccione per www.corriere.it

     

    CHIARA APPENDINO E STEFANO LO RUSSO CHIARA APPENDINO E STEFANO LO RUSSO

    Sono le spese sostenute dall’ex sindaca Chiara Appendino per difendersi nel processo Ream: 200 mila euro che ora il Comune rimborserà alla numero due del Movimento 5 Stelle.

     

    La restituzione è prevista dalle norme che assicurano gli amministratori pubblici dichiarati innocenti. E avviene – ironia della sorte - proprio mentre al vertice di Palazzo Civico c’è un primo cittadino, Stefano Lo Russo, che è lo stesso che nel 2017, da capo dell’opposizione, denunciò con un esposto Appendino per il falso in bilancio da cui è poi stata assolta dopo 7 anni di udienze.

    stefano lo russo e chiara appendino al gay pride di torino nel 2016 stefano lo russo e chiara appendino al gay pride di torino nel 2016

     

    «Non chiedo scusa – ha replicato Lo Russo rispondendo al capogruppo del M5S Andrea Russi che pretendeva un mea culpa-, anzi, trovo giusto che chiunque ritenga di trovarsi davanti a questioni poco chiare, faccia denuncia».

     

    Ora toccherà al Comune, insomma, pagare le spese di quel processo voluto da chi, allora, fu a capo dell’opposizione e ora è sindaco. Per farlo, il Consiglio comunale ha dovuto approvare una variazione al bilancio comunale, per aggiungere altri 200 mila euro ai fondi normalmente previsti per le spese legali della città.

     

    CHIARA APPENDINO CHIARA APPENDINO

    «Il Comune dovrà pagare molto di più perché nello stesso processo sono state assolti anche altri amministratori e dirigenti comunali. E le spese legali sostenuti da questi ultimi – ha fatto notare Russi – non sono ancora state calcolate».  I fatti risalgono al 2017, anno in cui l'attuale primo cittadino, allora capogruppo del Pd in Sala Rossa, firma, assieme ad altri colleghi dell'opposizione, l'esposto per un presunto falso in bilancio della giunta pentastellata di Torino.

     

     Di fatto denuncia Appendino per quei 5 milioni di caparra versati dalla Ream, allora presieduta da Giovanni Quaglia, per ottenere la prelazione sull'area ex Westinghouse che, secondo le opposizioni, il Comune aveva omesso di inserire nel bilancio 2017.

     

    STEFANO LO RUSSO STEFANO LO RUSSO

    Ne nasce un processo che dura sette anni. Nel 2018 arriva il rinvio a giudizio, nel settembre 2020 la condanna in primo grado: Appendino prende 6 mesi per falso ideologico, stessa condanna per il suo assessore al Bilancio Sergio Rolando, mentre per l’allora capo di gabinetto Paolo Giordana arriva una pena di 8 mesi. […] A maggio 2022 la Corte d’Appello ribalta la sentenza di primo grado e l'assolve, l'anno dopo la Cassazione mette fine alla vicenda con la conferma della sentenza di secondo grado. […]

    chiara appendino foto di bacco (3) chiara appendino foto di bacco (3) foto di stefano lo russo foto di stefano lo russo chiara appendino - processo piazza san carlo chiara appendino - processo piazza san carlo

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