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    RAGAZZI ALLO SBANDO - LA BABY GANG CHE SI MUOVE SULLA LINEA B DELLA METROPOLITANA DI ROMA E’ COMPOSTA DA RAGAZZINI TRA I 16 E I 20 ANNI - MOLTI DI LORO ALLOGGIANO IN CASE FAMIGLIA E DEL GRUPPO POTREBBERO AVER FATTO PARTE ANCHE I DUE MINORENNI TUNISINI CHE HANNO STUPRATO MADRE E FIGLIO A CASAL MONASTERO - SI MUOVONO A GRUPPI DI DIECI, QUINDICI PER VOLTA: SPINGONO I PULSANTI ANTINCENDIO, DANNO FASTIDIO AI VIAGGIATORI, VANDALIZZANO QUEL CHE TROVANO SI SCONTRANO CON ALTRE BANDE…


     
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    Alessia Marani per “il Messaggero”

     

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    I nuovi warriors corrono lungo la metro B. I guerrieri metropolitani di Roma sono giovani tra i 16 e i 20 anni, tra loro maschi ma anche qualche ragazzina, alcuni sono immigrati di seconda generazione, perlopiù di area magrebina. Una buona fetta si dà appuntamento tutti i sacrosanti pomeriggi nei giardinetti di largo Agnesi proprio dietro la stazione Colosseo. Una sorta di campo base da cui partire per fare su e giù per la tratta, giusto il tempo per molestare i passeggeri, azionare gli allarmi antincendio per dispetto, qualche volta vandalizzare persino i cantieri delle scale mobili, ma soprattutto per incontrarsi e scontrarsi con altre bande.

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    Tute da ginnastica e sneakers ai piedi, qualcuno spicca per i capelli biondissimi, ossigenati, altri hanno movenze da capibranco. C'è persino un sospetto, che della gang del Colosseo abbiano fatto parte anche i due tunisini di 17 anni arrestati per la rapina e lo stupro a madre e figlio, consumati sabato notte, tra Centocelle e Casal Monastero.

     

    Anche loro, come altri individuati dalle forze dell'ordine, infatti, alloggerebbero in case famiglia a sud della Capitale. Gli episodi sono all'ordine del giorno, testimoniati dai passeggeri, e annotati, a seconda della gravità anche dall'Atac. A metà febbraio nella piazzetta di largo Agnesi sono costretti a intervenire la polizia e i carabinieri che si trovavano in zona. È esplosa l'ennesima lite e stavolta è spuntato pure un coltello. Qualcuno ha cercato di colpire due ragazze, scappate via terrorizzate. Poi all'arrivo delle divise il fuggi fuggi e per qualche giorno gli animi, a Colosseo, si sono calmati. Ma la pax è durata poco.

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    FAR WEST IN STAZIONE

    Scavalchi continui dei tornelli o accodi stile trenino ai varchi di entrata, i guerrieri non mettono le mascherine, spingono i pulsanti antincendio, danno fastidio ai viaggiatori. Si sentono e agiscono come padroni. Si muovono a gruppi di dieci, quindici per volta e sono più di una gang, non sempre le stesse.

     

    Alcuni gruppi approdano in centro dalla Roma-Lido, altri dalla zona dell'Eur. I raid vengono segnalati a ripetizione alle fermate di Palasport, Magliana, San Paolo, Garbatella, Piramide, ma anche a piazza Bologna e Santa Maria del Soccorso. Ci sono strani movimenti: quelli del Colosseo fanno anche dieci volte su e giù dalla stazione verso Termini, poi verso Laurentina, quindi di nuovo a largo Agnesi. Il dubbio di chi indaga è che possano nascondere la droga, specie marijuana, o fare da staffette su ordinazione. Domenica una ragazza è stata presa di mira sulla banchina di Garbatella, contro di lei altre ragazzine hanno lanciato una bottiglia.

     

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    SCESI SUI BINARI

    Qualche giorno prima, a Conca d'Oro una banda è entrata spavalda in stazione, ha scavalcato i tornelli e inscenato il Far West: urla, insulti ai passeggeri, soprattutto, per qualche istante i ragazzi sono persino scesi sui binari. Uno scenario per cui l'azienda dei trasporti capitolini avrebbe già espresso la necessità di maggiori controlli, specie all'indomani di un episodio avvenuto il 22 gennaio, quando un vigilante ha sparato in aria, alla stazione di Rebibbia, dopo essere intervenuto per difendere un ragazzino aggredito da un gruppo di giovani.

     

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    Intanto proprio stamani si riunirà in prefettura il Comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico. Sul tavolo il probabile potenziamento dei controlli in chiave anti-malamovida durante il week-end, ma anche la questione delle baby gang che rischia di sfuggire di mano. L'obiettivo è arginare la violenza tra i giovanissimi. Già i carabinieri dei nuclei Informativo e investigativo, hanno aumentato il lavoro di analisi sui social, dal momento che questi canali sono stati più volte utilizzati per fissare eventuali appuntamenti e persino per postare aggressioni in diretta.

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