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    IL MONDO TRATTIENE IL FIATO MENTRE XI È ALLE PRESE CON IL BALLO DEL MATTONE – LA BANCA CENTRALE CINESE È SCESA IN CAMPO PER DISINNESCARE L'EFFETTO CONTAGIO PER IL CRAC DI EVERGRANDE: È STATO TAGLIATO DI 10 PUNTI BASE IL TASSO CONCESSO DALLE BANCHE AI CLIENTI PER I FINANZIAMENTI A UN ANNO. MA, A DISPETTO DELLE PREVISIONI, È RISMASTO INVARIATO IL TASSO A 5 ANNI, RIFERIMENTO PER I MUTUI (E I MERCATI REAGISCONO MALE) – I RISCHI PER L'EUROPA SE PECHINO NON RIUSCIRÀ A TENERE SOTTO CONTROLLO LA CRISI IMMOBILIARE…


     
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    CINA: PBOC TAGLIA IL PRIME RATE DI 10 PUNTI BASE, AL 3,45%

    evergrande evergrande

    (ANSA) - La Banca centrale cinese (Pboc) taglia di 10 punti base, al 3,45%, il Loan prime rate (Lpr) a un anno, tra i tassi preferenziali offerti dalle banche commerciali alla clientela migliore e riferimento per quelli applicati agli altri prestiti, in una mossa attesa negli sforzi per rilanciare un'economia in sofferenza. A sorpresa, invece, l'istituto centrale lascia invariato al 4,2% il tasso a 5 anni, il benchmark per i mutui immobiliari, malgrado la debole domanda di prestiti per la crisi del real estate.

     

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    Le mosse della Pboc sono in contrasto con le aspettative degli analisti che, al contrario, prevedevano un taglio dei tassi a 1 e a 5 anni, già ai minimi storici. La mossa, inoltre, dopo le ultime limature tra il tasso di Mlf (riferimento dei prestiti a medio termine) a un anno abbassato dal 2,65% al 2,5%, mentre quello di riacquisto inverso (repo) a 7 giorni è stato ridotto dall'1,9% all'1,8%.

     

    La decisione odierna ha lo scopo di incoraggiare le banche commerciali a concedere più prestiti e a tassi più vantaggiosi a sostegno di un'economia incerta, in netta controtendenza rispetto alle altre grandi economie che invece lavorano per frenare l'inflazione.

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    Le autorità cinesi, appena venerdì, hanno concordato sulla necessità di "sostegno finanziario", evitando "rischi e pericoli nascosti", nel resoconto dei media statali. Il paracadute della Pboc sembra non aver sortito finora gli effetti desiderati: il dollaro è schizzato oltre 7,3 sullo yuan, ai massimi da fine 2007, i listini di Borsa di Hong Kong (-1,24%) e Shanghai (-0,38%) hanno perso ulteriore terreno.

     

    2. CINA: PIÙ CREDITO AL SISTEMA MOSSA SUL CASO EVERGRANDE

    Estratto dell’articolo di Roberta Amoruso per “il Messaggero”

     

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    Scatta la prima mossa di emergenza della banca centrale cinese. La People Bank of China è scesa in campo allargando le maglie del credito pur di disinnescare l'effetto Evergrande e limitare attacchi speculativi tranquillizzando i mercati prima della riapertura dopo il weekend. Un modo per scongiurare eventuali strascichi del quasi-crack in Usa del colosso cinese sull'economia del Dragone, già in affanno anche per le difficoltà nel settore immobiliare.

     

    Una seconda mossa è però attesa oggi con un ulteriore taglio dei tassi di interesse. […]

     

    IL CRAC EVERGRANDE - VIGNETTA BY GIANNELLI IL CRAC EVERGRANDE - VIGNETTA BY GIANNELLI

    Ma nei prossimi giorni sono attese nuove mosse anche da parte dell'esecutivo di Xi Jinping preoccupato di stimolare la crescita.  Del resto, anche se un rischio contagio sul sistema finanziario dal caso Evergrande resta lontano secondo gli osservatori, la Cina non sembra intenzionata ad aprire il minimo spiraglio a uno scenario modello Lehman Brothers evocato dai mercati nelle ultime ore.

     

    Dopo il secondo colosso immobiliare cinese anche il numero uno, Country Garden, che deve ancora consegnare un milione di case, potrebbe battere la strada del Chapter 15 in Usa con la richiesta di protezione dalla bancarotta per evitare di essere travolto dai pignoramenti, secondo gli analisti.

     

    Uno scenario, questo, che potrebbe allargare la cerchia delle società creditrici esposte al dossier. Senza contare l'eventuale effetto domino che può derivare dalla crisi di liquidità di società come Zhongrong International Trust, un colosso con una notevole esposizione immobiliare che vende prodotti finanziari esoterici.

     

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    Ieri dunque la Banca centrale cinese e le autorità di regolamentazione finanziaria e dei titoli del paese hanno fatto sapere di aver sollecitato un aumento dei prestiti a sostegno dell'economia e la riduzione dei rischi sui titoli di Stato locali.

     

    […]

     

    xi jinping xi jinping

    Il punto di partenza sono i numeri agli atti. Da gennaio a luglio, i nuovi prestiti in Renminbi sono stati pari a 16,1 trilioni di yuan, con un aumento di 1,67 trilioni di yuan su base annua, dice la nota. «L'ampia offerta di moneta (M2), la portata del finanziamento sociale e il saldo dei prestiti hanno mantenuto una rapida crescita», è scritto. Mentre i il tasso di interesse sui prestiti alle imprese è stato del 3,94%, con una diminuzione di 0,35 punti percentuali rispetto all'anno precedente. Ma il calo dei prestiti a luglio si è fatto sentire eccome e poiché «la ripresa economica è uno sviluppo ondulatorio e un processo tortuoso», gli interventi di stimolo vanno adeguati. […]

     

    La Cina è già intervenuta a sorpresa la scorsa settimana abbassando diversi tassi di interesse chiave nel tentativo di sostenere l'attività, ma non è bastato. Poi venerdì scorso l'autorità di regolamentazione dei titoli ha annunciato una serie di mosse volte a stimolare gli investimenti nei mercati dei capitali. A partire dalla riduzione delle commissioni di transazione per i broker. […]

     

    2. COSÌ LA CINA IN GINOCCHIO PUÒ INNESCARE LA CRISI GLOBALE

    Estratto dell'articolo di Marcello Astorri per “il Giornale”

     

    Country Garden holdings - immobiliare cinese Country Garden holdings - immobiliare cinese

    Evidentemente non bastava la stretta dei tassi d’interesse, l’inflazione, la guerra in Ucraina, il prezzo di petrolio e gas che rialza la testa. La congiuntura economica europea aggiunge la minaccia cinese alla già lunga lista di preoccupazioni.

     

    […] non avevano fatto i conti con l’aggravamento della crisi immobiliare e le pesanti difficoltà di Evergrande e Country Garden (numero uno e numero due del settore).

     

    […] I mercati si aspettano da Pechino un intervento deciso per tamponare la crisi. Se questo non avvenisse, le Borse potrebbero innescare una girandola di vendite. Già ora, infatti, il Pil del Dragone potrebbe mancare l’obiettivo del 5% di crescita, ma cosa succederebbe se si verificasse una sorta di «Lehman Brothers» cinese?

    emmanuel macron xi jinping ursula von der leyen emmanuel macron xi jinping ursula von der leyen

     

    Per l’Europa non sarebbe certo una buona notizia, dal momento che le economie dell’era moderna sono strettamente interconnesse. L’Italia, nel 2022, ha esportato in Cina 16,4 miliardi di euro, non una cifra rilevantissima su un totale dell’export di 624,7 miliardi (il 2,62% del totale). Tuttavia, il principale mercato di sbocco per le esportazioni del nostro Paese è la Germania (77,5 miliardi).

     

    E proprio Berlino ha in Pechino il suo principale partner commerciale con un volume di scambi di 297,9 miliardi (fatto di 191 miliardi di importazioni e 106,9 miliardi di esportazioni). Insomma, se una profonda crisi dovesse colpire la Cina è difficile che la Germania ne esca indenne, a maggior ragione dopo che il Pil tedesco ha conosciuto una recessione tecnica (due trimestri consecutivi in negativo).

     

    compratori agli uffici country garden compratori agli uffici country garden

    L’Italia subirebbe direttamente la crisi di Berlino e, a quel punto, in tutta l’Europa si spalancherebbe il baratro della recessione. Del resto, la Cina è il secondo partner commerciale dell’Ue dopo gli Stati Uniti, con un volume di scambi che nel 2022 ha raggiunto il record di 856 miliardi (230 di export e 627 di import).

     

    Di certo lo stato-partito di Xi Jinping dovrà sudare per superare una crisi immobiliare che potrebbe portarne altre anche più gravi come quella del debito dei suoi governi locali.

     

    meloni xi jinping meloni xi jinping

    Quest’ultimi, secondo una recente stima di S&P Global Ratings, hanno accumulato un livello di debito pari al 120% delle entrate. Per Reuters l’ammontare complessivo sarebbe di 9 mila miliardi di dollari e in crescita. La sostenibilità di questo debito è fortemente minacciata dal calo di gettito della vendita di terreni alle società immobiliari. Il crollo delle vendite di proprietà (-27% nel 2022) è pesato come un macigno in tal senso, facendo scendere le entrate derivanti dalla vendita di terreni del 23,3%, con una perdita di circa 288 miliardi di dollari. […]

    EMMANUEL MACRON XI JINPING URSULA VON DER LEYEN EMMANUEL MACRON XI JINPING URSULA VON DER LEYEN Country Garden holdings - immobiliare cinese Country Garden holdings - immobiliare cinese

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