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    BPER VUOLE BERSI L’AMARO “CARIGE” - LA BANCA POPOLARE DELL’EMILIA ROMAGNA È PRONTA A RIVEDERE L’OFFERTA PER L’ISTITUTO LIGURE, DOPO LO STOP DEL FONDO INTERBANCARIO - IL NODO DEL CONTENDERE È LA DOTE DA 1 MILIARDO, RICHIESTA DA BPER PER RENDERE NEUTRALE L’OPERAZIONE. IL FIDT SECONDO STATUTO PUÒ EROGARE FINO A 500 MILIONI, ELEVABILI A 700 IN CASI STRAORDINARI…


     
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    Rosario Dimito per “il Messaggero”

     

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    Bper apre alle richieste del Fondo interbancario su Carige, dichiarandosi pronto a rivedere l'offerta non vincolante della scorsa settimana: 1 euro per l'88% della banca ligure posseduto dal consorzio privato delle banche (pari all'80%) e da Ccb (8%), più il lancio di un'Opa sulla quota residua al prezzo di 0,80 euro ad azione.

     

    piero Montani piero Montani

    Ieri il cda guidato da Piero Montani ha deciso di inviare una nuova lettera al Fondo, di cui ha dato conto in una nota, partendo dalla missiva ricevuta due giorni fa, «con la quale il Fitd ha ritenuto non accoglibile l'offerta non vincolante presentata da Bper Banca lo scorso 14 dicembre».

     

    carlo cimbri carlo cimbri

    Questo perché l'articolo 35 dello statuto, aggiornato di recente, consente gli interventi preventivi «ovvero quelli volti a prevenire o superare lo stato di dissesto o di rischio di dissesto di una banca consorziata autorizzata in Italia che non possono superare l'importo determinato nella misura del 50% delle contribuzioni versate nell'anno precedente».

     

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    In sintesi, secondo questa norma il Fondo può erogare fino a 500 milioni, elevabili a 700 in casi straordinari, e dunque la somma di 1 miliardo richiesta come dote va oltre il dettato statutario. La banca modenese di cui Unipol è primo azionista con il 18,9% fa sapere che per «il Fitd l'offerta risulterebbe, tra l'altro, subordinata a una pluralità di elementi che richiederebbero chiarimenti e approfondimenti».

     

    FRANCESCO GUIDO - CARIGE FRANCESCO GUIDO - CARIGE

    La ex popolare emiliana rilancia il suo interesse per sistemare definitivamente Carige, come ha sottolineato a caldo l'ad Francesco Guido che ha definito l'offerta «sicuramente un'opportunità».

     

    Modena ribadisce a sua volta come l'offerta consentirebbe «di risolvere in modo definitivo le problematiche di Carige, a tutela della clientela, azionisti di minoranza e tutti gli stakeholders», e spiega di aver confermato nella missiva al Fitd, «la disponibilità a fornire i chiarimenti richiesti e ad effettuare gli approfondimenti ritenuti necessari».

     

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    In più rispetto alla prima proposta, l'istituto è pronto «a verificare congiuntamente le ipotesi alla base dell'offerta; il tutto nel contesto di un adeguato regime di esclusiva».

     

    LA CONSULTAZIONE

    Questa volta ci sono alcune novità procedurali. In primis Bper non pone tempi stringenti (accettazione entro lunedì 20 e avvio della due diligence con la firma un accordo quadro entro fine anno), ma lascia tutto fluido.

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    Poi è disponibile a concordare con la controparte le modalità dimostrando flessibilità negoziale, visto che la discesa in campo sarebbe stata concordata con Bce, Bankitalia e governo: le Autorità sostengono la creazione del terzo polo bancario che potrebbe comprendere in un secondo tempo Popolare Sondrio.

     

    Ieri sera, dopo aver ricevuto attorno alle 18,45 la lettera di Bper, il presidente del Fitd Salvatore Maccarone avrebbe consultato i principali banchieri rappresentati nel Comitato di gestione, per informarli del rilancio e concordare come muoversi, anche in relazione alle imminenti festività. Da parte dei banchieri che si erano detti prudenti sulla prima proposta, adesso c'è apertura a intavolare il negoziato.

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    Il miliardo era stato richiesto per 450-500 milioni per soddisfare i ratio patrimoniali (pareggiando Carige con Bper) come da indicazioni Bce; gli altri 500 milioni per finanziare gli esuberi (almeno 600-700), adeguare i crediti e far fronte allo scioglimento delle partnership delle società prodotto. In pratica Bper voleva la neutralità dell'operazione sul suo capitale e raggiungere un Eps (utile per azione) del 10%. È presto per dire fin dove potrà arrivare l'eventuale dote.

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