1 - I CLIENTI SPIAVANO I SOCIAL IN CERCA DI ALTRE 16ENNI
Estratto dell’articolo di Nicolò Delvecchio per il “Corriere della Sera”
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«Mi convinse a chiamare una mia amica di scuola, che partecipò anche lei in un paio di circostanze ad appuntamenti sessuali a pagamento... Basile quando vedeva le mie “storie” con le amiche, se a lui piacevano, mi chiedeva di portarle da lui». A parlare, in audizione protetta, è Daniela (nome di fantasia), una delle 16enni vittime del giro di prostituzione minorile per cui lunedì, a Bari, otto persone sono state arrestate. Quel Basile, da quattro giorni in carcere, è Nicola, o «Nico», il 25enne che — secondo l’accusa — avrebbe costretto la ragazza a prostituirsi per poterne dividere i guadagni.
Ma Basile non si sarebbe limitato a costringere Daniela ad avere rapporti sessuali a pagamento con uomini più grandi (minacciandola di diffondere sue foto compromettenti), ma le avrebbe anche chiesto di trovare nuove ragazze, sue coetanee, per allargare il giro. Basile, stando a quanto raccontato dalla 16enne, avrebbe cercato le nuove ragazze attraverso i social di Daniela, chiedendole poi se fossero disposte ad avere rapporti sessuali a pagamento: «Probabilmente cercava una nuova me da introdurre nel mondo della prostituzione, penso questo perché sia con me che con lei (una compagna di scuola di Daniela che si è prostituita in qualche occasione, ndr) ha usato le stesse modalità». […].
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Ieri, intanto, sono proseguiti a Bari gli interrogatori di garanzia di altri arrestati. La 25enne Federica Devito, una delle quattro «Squad girls» (in carcere), si è avvalsa della facoltà di non rispondere, così come ha fatto uno dei presunti clienti, il 47enne di origine leccese Fabio Carlino, da lunedì ai domiciliari. [...]
Insieme a Roberto Urbino, 42 anni, è stato arrestato perché ritenuto consapevole della minore età delle ragazze. I due, come gli altri clienti, avrebbero pagato non meno di 250 euro per avere rapporti sessuali con le ragazze, ma il «tariffario» non era fisso. Ci sono i 300 euro che Basile avrebbe dato a Daniela per ogni rapporto sessuale tra i due, i 500 euro che Urbino avrebbe dato a un’altra ragazza per un appuntamento in un hotel, poi diventati 400 per l’incontro successivo.
[...] Gli appuntamenti però potevano andare avanti anche per più giorni consecutivi: è il caso di una delle tre vittime del giro, del nord Barese, picchiata dalle «Squad girls» perché non le denunciasse: «A Monopoli le ragazze erano rimaste per tutta la settimana e (la ragazza, ndr) avrebbe guadagnato 13mila euro a fronte dei rapporti avuti con la clientela», si legge nell’ordinanza.
2 – ESCORT A BARI, SI CERCANO ALTRI CLIENTI DEL GIRO
Estratto dell’articolo di Nicolò Delvecchio per il “Corriere della Sera - edizione Bari”
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Frizioni e alta tensione nella «squadra» delle escort, causate dal presunto «tradimento» che ha dato il via alle indagini. E poi nomi, numeri di telefono, contatti di ogni tipo. Altri clienti, altre escort, altre possibili ragazzine sfruttate. Si allarga l’inchiesta della Procura di Bari sul giro di prostituzione minorile per cui, lunedì scorso, otto persone sono state arrestate (cinque in carcere, tre ai domiciliari) e due sottoposte a obbligo di dimora con l’accusa di aver costretto tre sedicenni a prostituirsi per intascare parte dei guadagni.
Ma nelle carte compaiono anche protagonisti diversi, da due ragazzine poco più che adolescenti entrate nei giri gestiti (per gli inquirenti) dalle quattro «Squad girls» e da Nicola Basile ad altre escort che, dopo aver lavorato con le quattro arrestate, da loro si sarebbero poi violentemente staccate, forse per gelosia.
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Dalle carte, poi, è emerso anche un «conflitto tra le due “squadre” di ragazze dedite alla prostituzione», come si legge nell’ordinanza. A far scoppiare il conflitto tra ragazze che «un tempo erano tutte amiche» fu proprio la vicenda della minorenne che, spinta dai genitori, denunciò il giro. «Il gruppo della Lopez (ora in carcere, ndr) riteneva che fosse stata» un’altra non indagata «a spifferare alla madre della minore che la figlia si prostituiva per loro conto», e lo avrebbe fatto «per gelosia nei confronti della “squadra” Lopez-Devito che, grazie all’affiliazione della minore, aveva incrementato considerevolmente i guadagni».
Così Lopez, una sera, telefonò nell’albergo in cui sapeva che l’altra si stava prostituendo e, «per crearle problemi», si finse «la moglie affranta di un uomo che stava consumando un rapporto con una prostituta»: «Mio marito è appena sceso da una escort alla 1312... la signorina ogni volta che viene a Bari si vede con mio marito».
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Nei giorni successivi ci sarebbe poi stata la vendetta, con l’altra ragazza che sarebbe andata sotto casa di Lopez e, gridando, avrebbe ripetutamente colpito il cancello con una mazza da baseball. Qualche mese dopo, l’altra avrebbe aspettato Lopez all’esterno di un parrucchiere, l’avrebbe afferrata per i capelli e fatta cadere, fino a rincorrerla all’interno di un caseificio, dove avrebbe continuato a insultarla. In entrambi i casi, Lopez ha chiesto l’aiuto delle forze dell’ordine.
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