Camilla Conti per “La Verità”
CHRISTINE LAGARDE
Via libera della Bce al rafforzamento patrimoniale del Monte dei Paschi, che così potrà chiederne l'approvazione ai soci nell'assemblea fissata per il prossimo 15 settembre. L'ok di Francoforte all'aumento di capitale si aggiunge al completamento dell'iter autorizzativo da parte di Dg Competition, arrivato a inizio agosto.
I proxy advisor Glass Lewis e Iss, nei giorni scorsi, hanno raccomandato agli azionisti di votare a favore dell'operazione, che comunque corrisponde a circa otto volte l'attuale capitalizzazione di mercato della società (ieri 304 miliardi). Servono infatti 2,5 miliardi per traghettare Mps verso la privatizzazione e per sostenere un piano industriale che stima 820 milioni di costi di ristrutturazione e 350 milioni di investimenti in It.
LUIGI LOVAGLIO
Di questi, 1,6 miliardi li dovrà mettere sul piatto il Tesoro, come azionista con il 64%, mentre le banche del nutrito consorzio di garanzia, che ha visto di recente quattro nuovi ingressi, si sono impegnate fino a un massimo di 900 milioni. L'obiettivo dell'ad Luigi Lovaglio è quello di completare l'aumento tra fine ottobre e inizio novembre, qualora «le condizioni del mercato lo consentano», si legge comunque nei documenti assembleari dell'istituto senese.
HORROR STORY MPS
La scindibilità dell'aumento, emersa nella relazione semestrale, permette che sia valido anche se non sottoscritto integralmente. Sul mercato si teme anche un effetto Saipem, che aveva lanciato un aumento da 2 miliardi, quindi iperdiluitivo per la società, chiuso con appena il 70% delle adesioni. Senza dimenticare il «cigno nero» del quadro macro carico di tensioni e delle incertezze sul governo italiano legate al voto.
MONTE DEI PASCHI DI SIENA
Lovaglio si è dichiarato convinto che Mps - indipendentemente da chi sarà il nuovo inquilino di Palazzo Chigi - possa essere un buon investimento, alla luce di un piano industriale che promette un utile pre tasse di 700 milioni nel 2024, dopo un consistente taglio al costo del lavoro.
A Siena il banchiere potrebbe contare sul sostegno di qualche vecchio compagno di strada nel Creval, come il fondo Algebris di Davide Serra o su quello dei partner industriali nella bancassicurazione (Axa) e nel risparmio gestito (Anima). Ma è chiaro che gli umori degli investitori soprattutto istituzionali, le cui valutazioni potrebbero risentire del contesto politico, saranno decisivi affinché l'accordo di pre sottoscrizione firmato da otto banche si trasformi in un consorzio che possa garantire l'inoptato.
luigi lovaglio
Nel frattempo, è partito il confronto tra la banca senese e i sindacati sulla revisione del modello organizzativo del Monte, necessaria per rimodellare le strutture e l'operatività di Siena al ridimensionamento degli organici previsto dal piano industriale. Gli interventi, spiega un documento dell'istituto, «si concentrano sulla revisione degli assetti e su una migliore riallocazione delle risorse, in ottica di chiara assegnazione di responsabilità, avvicinamento delle strutture al territorio ed alla clientela e rapidità dei processi decisionali».
In particolare, la manovra prevede «l'adeguamento dell'assetto organizzativo» delle strutture centrali «funzionali all'ottimizzazione dell'equilibrio degli organici Centro/Rete» e «modifiche agli assetti delle filiali e dei Centri specialistici». Dalle strutture centrali usciranno circa 1.700 risorse, di cui 410 saranno riqualificate, mentre la rete commerciale subirà un taglio di 2.100 risorse, emerge dal documento.
ALESSANDRO RIVERA
Mps, ricordiamolo, ha già raggiunto un accordo con i sindacati per 3.500 uscite incentivate entro novembre, con una spesa una tantum stimata in 800 milioni che verrà finanziata con l'aumento di capitale e risparmi annui stimati in 270 milioni. Più che una nuova organizzazione, al Monte serve però chiudere in fretta l'aumento di capitale anche per approfittare del fatto che, almeno fino a metà novembre, a reggere il dicastero dell'Economia ci sarà Daniele Franco.
monte dei paschi di siena
E in particolare il direttore generale sarà Alessandro Rivera, l'uomo che dovrà garantire la fiche da 1,6 miliardi promessa sul piatto dal Mef. Nonostante il semaforo verde della Bce, per il Monte in Borsa - ma anche tutti gli altri titoli bancari - ieri è stata una seduta da dimenticare. Complice l'escalation della tensione sul gas che ha scosso i listini e anche i movimenti dei titoli di Stato con il Btp sotto pressione e vicino a un rendimento del 4% sulla scadenza di 10 anni, il titolo Mps ha lasciato sul terreno di Piazza Affari il 4,7% a 0,30 euro. Negli ultimi sei mesi le azioni del Montepaschi hanno fatto registrare una performance del -61,2%, mentre nell'ultimo anno il calo è stato di quasi il 72%.
ARTICOLI CORRELATI
LA BANCA CENTRALE EUROPEA HA AUTORIZZATO L'AUMENTO DI CAPITALE DI MONTE DEI PASCHI