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    LA BELLA VITA DEL NARCOBOSS RAFFAELE IMPERIALE, ARRESTATO A DUBAI - FREQUENTAVA I MIGLIORI NEGOZI, CLUB ESCLUSIVI, RISTORANTI E FESTE - NEL CLUB “PROVOCATEUR” DEL FOUR SEASONS A JUMEIRAH AVEVA L'ABITUDINE DI ORDINARE 30 BOTTIGLIE DI MAGNUM CRISTAL - GIRAVA CON TRE GUARDIE DEL CORPO, COSA DEL TUTTO INUTILE A DUBAI, CITTÀ TRA LE PIÙ SICURE, MA A CHI GLI CHIEDESSE IL PERCHÉ, RISPONDEVA: “SERVONO PER PROTEGGERE GLI ALTRI DA ME, SE MI FANNO ARRABBIARE. HANNO IL COMPITO DI BLOCCARMI” - NEL 2015 SI FIDANZÒ CON UNA RAGAZZA GELOSISSIMA E MANESCA CHE…


     
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    Benedetta Paravia per “la Repubblica”

     

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    «No Graff, no love» («senza Graff non c'è amore»), Questo il motto di Raffaele Imperiale, la sua idea del regalo appropriato per una donna: un gioiello della marca più costosa al mondo. Infatti il superboss del narcotraffico, arrestato il 4 agosto a Dubai, era il miglior cliente del negozio Graff di Dubai Mall, uno dei più grandi centri commerciali del mondo. Alto, elegantissimo nei suoi completi sartoriali, tutti su misura e rigorosamente made in Napoli, aveva grande nostalgia della sua Castellammare, dove non poteva più andare.

     

    Imperiale è noto a Dubai per aver fatto innamorare tante ragazze, grazie a una impercettibile nota di romanticismo. I suoi amici facevano parte di un jet set internazionale, molti potentissimi. Imperiale, che aveva messo in piedi una delle più potenti reti criminali tra Europa, Asia e America del Sud, frequentava solo i ristoranti migliori e pagava il conto per tutti. Ma poi amava la tranquillità e le cose semplici e andava con i figli a mangiare hamburger e patatine.

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    Non c'era posto a Dubai che fosse inaccessibile per Imperiale: ovunque sempre un tavolo pronto per lui e i suoi amici. Hotel, club, ristoranti, feste: quando arrivava i camerieri si rallegravrano, perché avrebbero guadagnato la migliore mancia della stagione. Nel club Provocateur del Four Seasons a Jumeirah (ora chiuso) aveva l'abitudine di ordinare 30 bottiglie di Magnum Cristal.

     

    Girava con tre guardie del corpo, cosa del tutto inutile a Dubai, città tra le più sicure, ma a chi gli chiedesse il perché, rispondeva: «Servono per proteggere gli altri da me, se mi fanno arrabbiare. Hanno il compito di bloccarmi». Quando scoppiava la rissa, arrivava sempre qualcuno ad avvertirlo: «Devi andare via, subito!».

     

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    E il gruppo di supercar con autisti aspettava che lui salisse a bordo per tornare alla base: la magnifica penthouse a Le Reve in Dubai Marina. Una torre blindata, il cui ingresso sembra la hall di un grande albergo e gli ascensori si attivano solo con il codice criptato. Nella lista dei latitanti più pericolosi, descritto dai pentiti napoletani come l'uomo delle tonnellate di droga che arrivano dal nord Europa, Imperiale mostrava a Dubai la sua faccia da filantropo: donando vestiti e giocattoli agli orfani di una casa famiglia e mantenendo ragazze madri e i loro figli in Sud America.

     

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    Girava con auto ultra personalizzate di cui possedeva uno dei pochi modelli esistenti al mondo. Le targhe erano a due numeri, massimo tre, come quelle degli sceicchi. Nel 2015 si fidanzò con Dil, una ragazza gelosissima e manesca che vinse su tutte le altre. Nel 2016 a gennaio lasciò la penthouse e sparì: in quei giorni uscirono i primi articoli su di lui.

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