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Un viaggio in immagini per scoprire la straordinaria bellezza della tribù Suri e le affascinati e terrificanti tradizioni di “scarificazioni”.

A raccontarle sono gli scatti di Jan C Schlegel che ha fotografato alcuni membri della tribù durante un viaggio con gli amici in Etiopia.

Una donna anziana sfoggia un piatto di legno e argilla “incastonato” nel labbro inferiore: si tratta di uno dei riti di modificazione del corpo che, così come la scarificazione, viene considerata dagli esperti una “forma di violenza controllata”, per consentire ai giovani di abituarsi a provare dolore e vedere il sangue.

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Entrambi sono considerati un segno di bellezza e le famiglie possono ottenere una dote maggiore a seconda della dimensione del piatto nel labbro inferiore della figlia. Adesso questa pratica dolorosa, che prevedeva la rimozione di due denti dell’arcata inferiore, è meno comune tra le giovani generazioni.

Il processo di "scarificazione" coinvolge donne, uomini e bambini: la pelle viene sollevata con una spina e poi tagliata con un lama di rasoio.

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Quando la ferita si rimargina, sulla pelle rimangono le cicatrici che vengono sfoggiate con orgoglio dai membri della tribù. Tradizioni più “soft” sono quelle di colorare la pelle con argilla bianca e abbellirsi con fiori.

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