Pierluigi Panza per il "Corriere della Sera"
roberto gil de montes el pescador 2020 courtesy the artist kurimanzutto
Sarà la Biennale del Postumano e del post-maschio bianco, illuminista, quella che si aprirà il 23 aprile a Venezia. L'uomo vitruviano di Leonardo, custodito nelle vicine Gallerie dell'Accademia, non è più la misura di tutte le cose. Anzi, nella 59ª mostra d'arte intitolata The Milk of Dreams («Il latte dei sogni», da un libro per bambini di Leonora Carrington) curata dall'italiana, ma più americana, Cecilia Alemani, non è misura di un bel niente.
Figure fantastiche e ibride, mutanti che variano dal naturale al meccanico, un mondo dove tutti possono diventare altro è quanto vedremo alle pareti del Padiglione centrale ai Giardini e all'Arsenale. Intorno, padiglioni di 80 Paesi con cinque nuovi ingressi: Camerun, Namibia, Nepal, Oman e Uganda (con Kazakistan, Kirghizistan e Uzbekistan ciascuno con un proprio padiglione). Sarà una Biennale che punta alla neutralità carbonica (l'ex impatto zero), che fornirà a tutti i partecipanti (anche ai visitatori) dei protocolli di comportamento e costerà 18 milioni, dei quali 20% da sponsor (partner Swatch, Illy caffè main sponsor).
remedios varo simpatia la rabia del gato 1955
«The Milk of Dreams sarà un viaggio che, attraverso le metamorfosi dei corpi, racconta come sta cambiando la definizione di umano e quali le nuove differenze tra umano e animale», racconta la curatrice Alemani, che ha preparato la mostra nei due anni di lockdown. Il riferimento culturale può essere quello della mostra Identità/ alterità di Jean Clair; ma qui si viaggia verso il distopico spinto, sino a ipotizzare come sarebbe il Pianeta senza di noi e non si sa bene con chi. Divisa in tre sezioni, la rassegna si concentra sulla rappresentazione dei corpi (metamorfosi, fusion), sulle relazioni tra individui e tecnologie (passaggio dall'uomo al robot) e sulla connessione tra corpi e Natura «come fine dell'antropocentrismo e nuova comunione tra esseri e animali».
È la messa in mostra della filosofia del Post-umano, la «fine della centralità dell'uomo, specie quello bianco illuminista, il farsi macchina e terra dell'uomo, il suo disfarsi in favore di corpi permeabili». Vedremo opere di 213 artiste/i di 58 nazioni (26 dall'Italia), 180 dei quali mai stati alla Biennale. Ci saranno 80 nuove produzioni per complessivi 1.433 opere/oggetti. Protagoniste «le donne, artisti non binari e coloro che stanno mettendo in crisi la figura dell'uomo al centro del mondo».
paula rego sleeper
L'esposizione, infatti, ruota anche intono a «capsule», ovvero piccole esposizioni tematiche tran-storiche di sole artiste. Tutto è trans , qui, ma nella visita meglio partire dal Padiglione centrale ai Giardini con la capsula La culla della strega , lavori di 30 artiste su ambiguità e metamorfosi del corpo «contro l'idea di uomo unitario, rinascimentale»: negritudine , fusion e opere del recente passato da Paesi non eurocentrici al posto di quel che furono 500 anni di antropocentrismo, Leon Battista Alberti, Palladio e compagnia.
«Il fine è anche quello di sovvertire i cliché sulla donna nella storia dell'Arte presentando corpi intersex», afferma la neo-mamma Alemani.
ovartaci untitled. courtesy museum ovartaci
A seguire, artiste contemporanee come l'americana Christina Quarles, Andra Ursuta con i suoi corpi disfatti, Sara Enrico e Chiara Enzo (i maschi sono solo nei cognomi delle donne) con i suoi iperrealistici rilievi di epidermide. Altre capsule sono Tecnologia dell'incanto (dove ci sono Grazia Varisco, Nanda Vigo, Marina Apollonio) e Corpo orbita con artiste e scrittrici che utilizzano figure espanse, scrittura automatica, quadri tipografici, grafemi o creature simbiotiche come quelle di Paula Rego e performance come quelle della rumena Alexandra Pirici «che parlerà di interazioni simbiotiche e parassitarie tra individui».
noah davis isis 2009. courtesy the estate of noah davis david zwirner. ?? the estate of noah davis
Capsule anche all'Arsenale e molte foto, come quelle della scomparsa Belkis Ayón sulle comunità matriarcali e vari filmati di individui persi tra i licheni della Lituania e altri che «flirtano con la Natura».
Poi le sculture uterine dell'americana Ruth Asawa, corpi che diventano carapaci, modelli anatomici deformati, una Venere di Botticelli sostituita da un pescatore nero. Abbiamo capito; ma chi vuole dare un'occhiata anche alla capsula La seduzione di un cyborg scoprirà artiste che hanno immaginato avatar postgender e post-umani.
lois mailou jones africa 1935 the johnson collection spartanburg south carolina
«Alla fine - dice Alemani - la mostra diventa sintetica, senza figura umana, con creature criogeniche e l'animale che prende il controllo sull'uomo, anche con fiori postatomici e macchine robotiche che ricorderanno le figure umane» (ormai defunte). Ci sarà pure il compleanno del cyborg e un site specific di Barbara Kruger di critica alla comunicazione. Una mostra distopica e un po' inquietante. Si salvi chi può - tanto, «quando i cieli diventano più scuri... noi non ci saremo», come cantava Guccini. E, forse, anche questo mondo ci sarà solo alla Biennale per sette mesi.
PIERLUIGI PANZA
roberto cicutto foto di bacco cecilia alemani lenora de barros kiki kogelnik robots 1966. kiki kogelnik foundation collection. ?? 1966 kiki kogelnik foundation. all rights reserved joanna piotrowska untitled 2013–2022. courtesy southard reid madragoa thomas zander dawid radziszewski jaider esbell amamentacao 2021. courtesy galeria jaider esbell de arte indigena contemporanea galeria millan. ?? jaider esbell estatee elle perez petal 2020 2021. courtesy the artist 47 canal cosima von bonin installation view of what if it barks featuring authority puree petzel gallery 2018. photo jason mandella. courtesy the artist petzel new york claude cahun self portrait reflected image in mirror checquered jacket 1928. courtesy of the jersey heritage collections cecilia alemani candice lin bridget tichenor la espera the wait1961. photo javier hinojosa private collection baya mahieddine femme au panier et coq rouge 1947. collection adrien maeght saint paul. ?? photo galerie maeght paris birgit jurgenssen missing limbs 1974. photo pixelstorm. verbund collection vienna. courtesy the estate birgit jurgenssen vienna geumhyung jeong toy prototype 2021. installation view national museum of modern and contemporary art korea. photo kanghyuk lee. ?? geumhyung jeong scaled andra ursuta predators us 2020 courtesy the artist david zwirner ramiken new york felipe baeza por caminos ignorados por hendiduras secretas por las misteriosas vetas de troncos recie??n cortados 2020. photo ian byers gamber. courtesy maureen paley london. ?? felipe baeza 300x200 alexandra pirici aggregate 2017–2019 ithell colquhoun the pine family 1940. photo ?? the israel museum jerusalem. the vera and arturo schwarz collection of dada and surrealist art in the israel museum. ?? siae jane graverol lecole de la vanite 1967. photo renaud schrobiltgen. collection anne boschmans. courtesy schirn kunsthalle frankfurt. ?? siae maria bartuszova untitled from the series endless egg 1985 photo michael brzezinski courtesy the estate of maria bartuszova kosice alison jacques london merikokeb berhanu untitled lvii 2021. courtesy the artist addis fine art. ?? merikokeb berhanu