Marco Ciriello per “il Messaggero”
BIGNARDI
Nell' istante doloroso, che prima o poi tocca a tutti, della scomparsa delle certezze: lo sbandamento è comprensibile. Come pure l' esplicitazione, il racconto, fino al superamento psicologico e alla possibilità di capire che cosa si è pensato nel buio della malattia.
DARIA BIGNARDI IN TRAM
Hitchens si fece inviato nel proprio cancro, e fu spietato. Daria Bignardi lo rivive attraverso un romanzo: Storia della mia ansia (Mondadori) ricreando un mondo leggermente diverso dal suo, ma che comunque è il suo. La protagonista è una autrice che salta dalla tv al teatro: Lea Vincre, sposata in seconde nozze col pragmatico Shlomo, che non dice più ti amo ma c' è sempre quando serve, e intorno hanno dei ragazzini sdraiati.
SEMPRINI BIGNARDI
C' è tutto il racconto dell' operazione, delle chemioterapie, come pure la conoscenza-innamoramento di un malato più giovane: Luca; e con lui l' occasione di vivere l' euforia dei naufraghi che ritornano alla normalità o almeno ci provano. La Bignardi vorrebbe essere Safran Foer, ma non riesce a farci sentire lo smottamento familiare, né lo slancio di un amore di contrabbando: apparecchia, elenca, gira, morde le lenzuola, ma le manca la grande avanzata.
Bignardi - Storia della mia ansia
In questo mondo contemplativo non c' è mai l' uscita dalla cronaca ospedaliera e l' entrata nel romanzo che ti inchioda.
Farà anche tanto bene il racconto verità, seppure velato e trasposto, ma la nostra scocciatura transeunte se ha una occasione è nel perdurare della scrittura, che qua manca.