Massimo Credito per la Verità
macron stx
Occhio che i francesi ci riprovano. Non c' è solo il veto di Emmanuel Macron sui cantieri navali Saint-Nazaire che non devono passare a Fincantieri, fatto gravissimo su cui è ormai caduto l' oblio dopo l' inutile ondata di indignazione nazionale che ci ha fatto passare in un batter d' ali dalla Macronidolatria alla Macronfobia. Così come non ci sono solo i giochetti del finanziere bretone Vincent Bolloré, che attacca spudoratamente Mediaset ma nello stesso tempo pretende di fare come gli pare in Telecom e si offende se governo e Consob (tardivamente) cercano di arginarlo.
MUSTIER
O, ancora, non ci sono solo le mosse - che abbiamo per tempo (era il 20 dicembre 2016) denunciato qui sulla Verità, in perfetta solitudine - dei manager transalpini, Philippe Donnet e Jean Pierre Mustier, che i soci italiani di Generali e Unicredit hanno voluto a capo della maggiore compagnia di assicurazione e della seconda banca del Belpaese, i quali hanno preso alla lettera l' incarico arrivando a gestire la plancia di comando in totale solitudine.
philippe donnet
No, i transalpini provano a fregarci su almeno due altri fronti. Il primo riguarda, more solito, la grande distribuzione. Come se non bastasse la presenza strabordante di Carrefour e Auchan nella penisola, ora sbarca in Italia anche Grand frais (letteralmente Grande fresco), catena parigina di frutta e verdura allargata a pesci, carni e formaggi di alta qualità, che riproduce gli arredi e l' atmosfera dei fascinosi mercati coperti di un tempo.
Quale novello Annibale, monsieur Denis Dumont (che nel frattempo ha fatto una montagna di quattrini vendendo la maggioranza della società - detentrice dei suoi quasi 200 punti vendita - al solito fondo di private equity, in questo caso l' americano Ardian) ha deciso di valicare le Alpi con la sua Grand frais e di scendere a Torino, città simbolo di un certo di tipo di commercializzazione alimentare, visto che da lì è partita l' avventura di Eataly di Oscar Farinetti.
grand frais
E lì aprirà il suo primo «grande fresco» per poi scendere a macchia d' olio (è il caso di dirlo) sull' intero Stivale. I nostri commercianti, a cominciare proprio da Farinetti e dai protetti di quel furbacchione di Carlo Petrini (filosofo fuori e businessman dentro, per dirla in linguaggio alimentare) di Slow food, staranno (appunto) freschi.
Il secondo fronte di conquista su cui rischiamo è quello dell' attività di bancassurance, cioè laddove istituti di credito e compagnie di assicurazioni incrociano le rispettive competenze. Già, perché il Banco Bpm (il vecchio Banco popolare che si è unito con la Popolare di Milano), non avendo rinnovato le partnership con Unipol (nel ramo vita) e con Aviva (nel ramo danni), attraverso cui vendeva ai suoi sportelli i prodotti assicurativi di quelle due compagnie, ha piantato su un' asta per offrire i due portafogli, che rispettivamente valgono all' incirca 500 e 200 milioni.
Covea
E sapete chi vuole a tutti a costi arrivare prima? Ma naturalmente la francese Covéa, quarta nella classifica delle assicurazioni transalpine. Thierry Derez, che di Covéa è président e directeur général nello stesso tempo - alla faccia della governance basata sulla separazione dei poteri - ne parla come se avesse già vinto. Tanto che, a quanto si dice, dalle parti di via XX Settembre a Roma, sede del ministero dell' Economia, la cosa ha irritato parecchio. Anche perché Covéa intende portar via a Gestielle Sgr, cui è attualmente affidata dal Banco la lucrosa gestione del portafoglio premi vita, ben mezzo miliardo.
Thierry Derez
Ora, caso vuole che Gestielle sia stata appena ceduta proprio da Banco Bpm ad Anima, con cui ha stretto un patto. E che Anima stia costruendo, insieme con Poste e Cassa depositi e prestiti, oltre che con lo stesso Banco Bpm, quello che è stato definito il terzo polo italiano del risparmio, alle spalle di Generali-Eurizon e non lontano dal nuovo aggregato Pioneer-Amundi. Dunque, consegnarsi a Covéa sarebbe fare harakiri.
GIUSEPPE CASTAGNA
Certo, per Giuseppe Castagna e Carlo Fratta Pasini, rispettivamente amministratore delegato e presidente di Banco Bpm, la scelta non è facile, perché in gara ci sono altre due compagnie straniere, la tedesca Allianz e la svizzera Zurich, e due italiane, Generali e Cattolica. Sul Leone di Trieste sono uscite tante voci. Si è detto di tutto, ipotizzando anche in futuro possa spostare il proprio baricentro verso la Francia, o meglio verso Axa da cui Donnet proviene.
BRUNO LE MAIRE PADOAN
Ma in ballo c' è l' unico tesoro che ci è rimasto, il risparmio degli italiani. E sarebbe il caso che - pur nel rispetto del mercato e di decisioni che sono private - le autorità nazionali dessero quantomeno un' occhiata al dossier. Prima che sia troppo tardi e che la lista delle doglianze da portare al presidente Macron si allunghi smisuratamente. Sapendo, peraltro, che i cahiers de doléances, quaderni delle lamentele, li hanno inventati proprio i francesi nel XIV secolo e sono diventati famosi nel 1789 ai tempi di Luigi XVI, quando vi dovevano essere annotate le richieste da inoltrare al sovrano. Il quale si comportava come tale: se ne fotteva. Vous avez bien entendu?