Paolo Russo per “la Stampa”
vaccino
La campagna vaccinale avanza con il freno a mano sempre più tirato e le regioni si preparano a smontare buona parte degli hub, mentre anche medici e infermieri si apprestano a levare le tende per tornare nei reparti e negli ambulatori dove c'è più che mai bisogno di loro, visto l'arretrato di prestazioni sanitarie no Covid accumulatesi durante la quarta ondata.
La domenica non è mai un giorno propizio per mostrare il braccio, ma ieri l'altro si è toccato il fondo, con appena 59.814 inoculazioni, delle quali sole 2.185 prime dosi e 35.325 booster.
VACCINO BAMBINI
Ma anche a guardare la media giornaliera dell'ultima settimana la flessione è netta, perché se nella seconda di gennaio si viaggiava al ritmo di 655mila vaccinazioni al giorno, ora siamo precipitati a quota 116mila, che divisi per i 2.465 punti di somministrazione (farmacie escluse), fanno appena 47 punture al dì per postazione vaccinale. Molte delle quali non sono veri e propri hub, ma semplici spazi ricavati magari in un ambulatorio o da un centro di analisi.
Comunque troppi per un flusso così scarso di vaccinandi, tanto che da qui a un mese dovrebbero ridursi sensibilmente, se non proprio dimezzarsi. Per poi magari riaprire in autunno, quando potrebbe partire l'operazione quarta dose, da oggi destinata a 900mila immunocompromessi gravi, ma che gli esperti stanno meditando se allargarla dopo l'estate a tutti gli over 50.
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E che la partita dei vaccini non sia finita qui lo conferma il sottosegretario alla salute, Andrea Costa, per il quale «è molto probabile si vada verso una dose annuale di vaccino contro i coronavirus, che potrebbe diventare un richiamo come quello che si fa per l'influenza». Intanto però le somministrazioni vanno al rallentatore. Comprese quelle dei bambini tra 5 e 11 anni, dove l'incidenza dei casi è doppia rispetto alla media generale.
Dopo due mesi dall'autorizzazione del vaccino pediatrico sono infatti appena un milione e 354mila, il 37%, ad aver ricevuto almeno la prima dose. Anche se aggiungendo bambini e adolescenti che hanno avuto il covid negli ultimi sei mesi si arriva a un 56,3% di immunizzati. E non sembra scaldare gli animi dei resistenti alla vaccinazione nemmeno il neo arrivato Novavax, il vaccino degli indecisi.
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Il primo a utilizzare una tecnologia più tradizionale, a base di proteine ricombinanti, senza quell'Rna messaggero presente dei ritrovati Pfizer e Moderna, che senza alcuna giustificazione scientifica ha però fino ad ora generato paure e sospetti tra il popolo No Vax. Le dosi sbarcate in Italia sabato e subito distribuite alle regioni dalla struttura commissariale sono un milione e altre due milioni sono attese per marzo.
Il vaccino, con richiamo a 21 giorni, è riservato agli over 18 e a chi non ha ancora ricevuto una sole dose degli altri ritrovati. Non può quindi essere utilizzato come richiamo o booster. Proprio per questo si punta su Novavax per stanare quel milione e 200mila over 50 ancora non vaccinati e passibili di multa oltre che di sospensione dal lavoro e dello stipendio.
novavax.
Ma Nuvaxovid, questo il nome ufficiale del vaccino americano ultimo a sbarcare in Italia, non sembra aver scaldato più di tanto gli animi. In Lombardia ieri ne sono state somministrate appena 276 dosi. In Emilia Romagna ci si è fermati a 850 prenotazioni, mentre sono 1.600 in Piemonte, 120 in Umbria, oltre duemila nel Lazio. Numeri per ora comunque bassi, anche se molte regioni devono ancora aprire le agende per fissare l'appuntamento agli indecisi.