Marco Giusti per Dagospia
les amandiers di valeria bruni tedeschi
Cannes. Ah! I folli anni'80 delle pere, dell'Aids, delle scopate selvagge con non importa chi e delle sperimentazioni teatrali.
Anche se nella prima parte sembra un X-Factor bobo, cioè radical chic, tra i venti studenti che verranno selezionati dalla scuola di Patrice Cherau, e nella seconda un X-factor su chi si è invece preso l'Aids e chi negativo, "Les amandiers", primo film diretto da Valeria Bruni Tedeschi che non sia proprio legato alla sua famiglia di ricchi svalvolati, divertenti ma in fondo poco interessanti, è un bel ritratto sentito dei compagni di viaggio e di vita della scuola di teatro degli anni 80 di Chereau, interpretato da un Louis Garrel con un misto di gravità e nervosismo, totale dipendenza dalla cocaina e grande autostima.
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"Sei fragile e per questo sei charmant, ma quando morirai nessuno si ricorderà di te" dice cattivo al suo braccio destro Pierre Roman, mentre continua a toccare i suoi studenti maschi e a chiedere baci.
Più o meno un genio e un mostro, alla Visconti. I ragazzi si amano, recitano Platonov di Chekov, si fanno e si prendono o rischiano di prendersi l'Aids. Quando andra' in scena Platonov scoppia pure la centrale nucleare di Chernobyl. Erano anni folli e questi non sono tanto meglio. Un buon film, piace molto ai critici francesi, con tanti giovani attori bravi.
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