Marco Giusti per Dagospia
norah
Si può fare un film con la protagonista chiusa nel burka che sogna di farsi fare un ritratto da un bel professore arrivato dalla città per insegnare a leggere e a scrivere ai bambini in un lontanissimo paesino sul Mar Rosso? "Norah", diretto da Tawfik Alzaidi con Yagoub Alfarhan, il bel professore di città, Maria Bahrawi, nel ruolo della giovane scalpitante Norah che sogna di evolversi dalla morte civile dentro al burka nel suo villaggio sperduto ai confini del mondo, si chiama Aiula, presentato oggi a Un certain regard, è il film in questione e è anche il primo film dell'Arabia Saudita che si sia mai visto a Cannes. Un caso. E anche un film coraggioso su una realtà che non conosciamo.
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Ambientato negli anni 90, ma tragicamente attuale in vaste parti del Medio Oriente, è tutto centrato sulla figura di Norah, la ragazza che ha capito che non solo non riuscirà facilmente a togliersi il burka, ma soprattutto teme che non riuscirà scappare al suo futuro fra le pecore nel deserto. Unica consolazione sono le riviste che arrivano, censuratissime, al proprietario della drogheria del villaggio che vende di tutto, a che sigarette. E non si potrebbero vendere. Norah si fissa con la storia del ritratto e propone al nuovo maestro, che ha già i suoi problemi per essere finito lì nel nulla, di farle il ritratto proprio dal droghiere.
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Non solo non affatto male, ha già vinto il Festival del Mar Rosso (chissà come erano gli altri film) e rimane un oggetto ben strano e interessante anche in un festival come Cannes. Il protagonista del film Yaqoub Alfarhan, ha detto che lui è il regista Tawfik Alzaidi, sognavano di poter un giorno portare il film a Cannes. Non si capiscono le somiglianze che abbia il film con "Mad Max 2" di George Miller che il regista ha dichiarato come sua grande fonte d'ispirazione. Certo. Se Miller vede i set del Mar Rosso dove vive Norah ci ambienta subito un nuovo Mad Max.
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