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    LA CANNES DEI GIUSTI – “UN BEAU MATIN” DI MIA HANSEN-LOVE È STATO ACCOLTO BENISSIMO DALLA CRITICA: FOSSE STATO IN CONCORSO, È IL FILM CHE FORSE AVREBBE FINALMENTE FATTO OTTENERE A LEA SEYDOUX UN PIÙ CHE GIUSTO PREMIO – INTERPRETA SANDRA, UN’EROINA DEL NOSTRO TEMPO, UNA VEDOVA CHE NON SI PIEGA DI FRONTE AI COLPI BASSI DELLA VITA E SI BUTTA TRA LE BRACCIA DI UN AMICO SCIENZIATO, MELVIL POUPAUD. E DOPO UN PERIODO DI SESSO CONTINUO, CAPISCE CHE… - VIDEO


     
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    Marco Giusti per Dagospia

    lea seydoux cannes 2022 lea seydoux cannes 2022

     

    Cannes. Se l’anno scorso Léa Seydoux aveva ben quattro film da protagonista, pur non vincendo nulla, ahimé, quest’anno ne ha due, uno, in concorso, davvero clamoroso come “Crimes of the Future” di David Cronenberg, che dobbiamo ancora vedere, l’altro, più sofferto e realistico, alla Quinzaine, come “Un beau matin” di Mia Hansen-Love, ma dove è assoluta protagonista, e è piaciuta a tutti.

     

    Interpreta Sandra, un’eroina del nostro tempo, che non si piega di fronte a tutti i colpi bassi della vita. Vedova da cinque anni, vive da sola con la figlioletta e campa di traduzioni, ha una madre un po’ invadente come Nicole Garcia, e un padre separato, Pascal Greggory, vecchio professore di filosofia che sta perdendo la vista, ma soprattutto la testa e finisce in un calvario di ospedali e posti di riposo perché ha bisogno di assistenza continua.

    kristen stewart lea seydoux crimes of the future kristen stewart lea seydoux crimes of the future

     

    Per amore, ma soprattutto per disperazione, Sandra si butta di getto tra le braccia di un amico scienziato del marito, il Melvil Poupaud già visto come fratello di Marion Cotillard in “Frére et soeur” di Despleschin, qui più contenuto, sposato con figlio e scarsa voglia di lasciare la moglie.

     

    Per Sandra ogni mattina, il titolo è ironico, inizia così un calvario di doveri e sofferenze che accetta da bravo soldato, ma dove per lei non ci sono grandi soddisfazioni.

     

    E, dopo un periodo di sesso continuo, capisce che non ne può più di fare l’amante di un uomo che la lascia, torna, poi la rilascia. Magari la ama, ma intanto viene per scopare. Il meccanismo lo conosciamo tutti.

     

     

    un beau matin un beau matin

    Mia Hansen-Love ha messo in scena la sua stessa storia col padre malato, ha trovato un grande attore rohmeriano come Pascal Greggory in grado di funzionare in questo ruolo ingrato, ma soprattutto ha costruito tutto il film sul personaggio di Sandra, che Léa Seydoux interpreta con una finezza e un’intelligenza da grande attrice come ormai è diventata.  Accolto benissimo dalla critica, fosse stato in concorso, è il film che forse le avrebbe finalmente fatto ottenere un più che giusto premio.

    un beau matin un beau matin

     

    Attenzione a un bellissimo poliziesco australiano passato a Un Certain Regard, “The Stranger”, scritto e diretto da Thomas M. Wright con due attori sorprendenti come Joel Edgerton, anche produttore, e il per noi meno noto inglese Sean Harris. Basato su un vero fatto di cronaca, l’omicidio di un ragazzino australiano nel 2003, ha una costruzione piuttosto bizzarra.

     

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    Perché per incastrare l’assassino, che è il barbuto, torvo Sean Harris, attore da noi poco noto ma assolutamente esplosivo, si mette in piedi una situazione di banda criminale dove uno dei componenti, Joel Edgerton, è invece un poliziotto infiltrato. Tutto il film è giocato sul loro rapporto e sul fatto che il poliziotto dà la caccia al mostro in mezzo a una situazione criminale, ma non apparentemente violenta. La violenza è tutta sviluppata fra i due barbutissimi personaggi. Ovviamente il tutto è inserito nella natura misteriosa australiana e la cosa assume un aspetto molto più cupo e misterioso.

     

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    La regia di Thomas Wright, autore anche di “Acute Misfortune”, è assolutamente esplosiva, ma bisognerà ricordare questo terribile Sean Harris, già visto in due ”Mission Impossible”, “The Green Night”, “Spencer”, perché lo rivedreno spesso.

     

    Secondo molti critici, The Guardian gli dà il massimo, cinque stelle, va visto assolutamente anche un altro film australiano, “Aftersun” di Charlotte Wells con Paul Mescal e la giovane Francesca Corio in una storia di rapporti fra un padre. La figlia. Metterei nel gruppo dei film da tenere d’occhio anche “War Pony” diretto da Riley Keough, la nipote di Elvis, e Gina Gammell, appena visto in Un Certain Rehgard, ritratto ultrarealistico di un gruppo di ragazzini Lakota della riserva di Pine Ridge che spacciano a scuola, rubano, fanno figli che non possono mantenere, fanno affari balordi.

     

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    Le registe puntano lo sguardo su un ragazzino orfano che viene cacciato anche da una specie di mammasantissima dello spaccio e si ritrova da solo e su un ragazzo padre che seguita a far casini di ogni tipo. Niente che non sia già stato visto, è vero, pensiamo a "The Rider" di Chloe Zhao, ma l’ambientazione e la scelta degli attori-non attori è piuttosto forte e inedita.

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