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    NON SI DRIZZANO LE ANTENNE - DOPO UNA TIRITERA DI CARTE BOLLATE E TRIBUNALI, LA CASSAZIONE CONFERMA IL SEQUESTRO DEL MUOS, IL SISTEMA DI COMUNICAZIONI SATELLITARI USA INSTALLATO A NISCEMI, IN SICILIA - PER I GIUDICI È UNA COSTRUZIONE ABUSIVA - L’IRRITAZIONE DI WASHINGTON


     
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    1 - MUOS, UN PASTICCIO SENZA FINE NO DEI GIUDICI ALLE ANTENNE USA

    Francesco Grignetti per “la Stampa”

     

    MUOS PROTESTE MUOS PROTESTE

    Ennesima doccia fredda per il Muos, il sistema di comunicazioni satellitari degli Stati Uniti che cinge l' intero pianeta da un continente all' altro, e che però non va a regime in quanto la sede di Niscemi, in Sicilia, è stata bersagliata di denunce ed è finita sotto sequestro giudiziario per abusi edilizi.

     

    La Cassazione ha dato torto ieri al ministero della Difesa, che attraverso l'Avvocatura dello Stato chiedeva il dissequestro parziale dell' opera, «per permettere la manutenzione». Nossignore, ha deciso la Cassazione: l'opera resta sotto sequestro in quanto abusiva, in attesa di un pronunciamento del Consiglio di giustizia amministrativa della Sicilia. Esultano i No-Muos. Si respira rabbia e rassegnazione, invece, nelle stanze del governo, dove si è già percepita l' ira degli alleati americani.

     

    INTERESSE STRATEGICO

    MUOS 2 MUOS 2

    A questo punto non si esclude più che il governo possa dare, come fu fatto per il cantiere della Tav, la qualifica di «opera di interesse strategico nazionale» al sito del Muos, tagliando corto con tutte le procedure giurisdizionali. Sarebbe molto di più della qualifica «opera di interesse nazionale», come è oggi. «È un' ipotesi, ma ardua», ammettono fonti di governo.

     

    Rimane in vigore, dunque, l'ordinanza emessa il 1 aprile scorso dal gip di Caltagirone, confermata poi dal Riesame di Catania, su richiesta del procuratore di Caltagirone Giuseppe Verzera, che ha bloccato la prosecuzione dei lavori per la realizzazione dell'impianto.

     

    La procura di Caltagirone, competente per territorio su Niscemi, ritiene infatti che il sistema di comunicazione del dipartimento della Difesa Usa sia un abuso edilizio in quanto realizzato in un'area protetta con inedificabilità assoluta.

     

    MUOS 1 MUOS 1

    L’INDAGINE PENALE

    Un primo sequestro del Muos era già stato adottato nell'ottobre del 2012 su richiesta dell'allora procuratore Francesco Paolo Giordano, che aveva ritenuto illegittime le autorizzazioni concesse dalla Regione Siciliana. Quel sequestro era stato poi annullato dal Riesame di Catania che invece valutava validi gli atti del governo dell'isola.

     

    Nel febbraio 2015, invece, il Tar di Palermo ha accolto un ricorso del Comune di Niscemi, annullando le autorizzazioni delle Regione e imponendo il blocco dei lavori. Su questo fronte è ancora pendente un ricorso al Consiglio di giustizia amministrativo di Palermo, ma per la Procura di Caltagirone non si pone più il problema sulla legittimità delle autorizzazioni perché cancellate e quindi, per l' accusa, il Muos è semplicemente abusivo. E sono finora otto gli indagati, tra militari italiani e statunitensi, per reati urbanistici.

    NO MUOS NO MUOS

     

    LE REAZIONI

    L'andirivieni tra una sentenza e l'altra, in un coacervo tra giustizia penale e amministrativa regionale, non appare molto comprensibile Oltreatlantico. In terra di Sicilia, invece, lo stop è considerato un successo di popolo. «Un nuovo importante passo è stato compiuto. Da un lato, per affermare il diritto dei cittadini e degli enti locali a partecipare ed essere attori delle scelte che li riguardano; dall' altro, per affermare la vocazione pacifica della Sicilia», afferma il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando.

     

    «La decisione è certamente un passaggio importante - dice a sua volta Giampiero Trizzino, M5S - ma noi non abbassiamo la guardia. Se la decisione finale dovesse vederci perdenti, porteremo la vicenda alle Corti europee». Molto soddisfatta anche Legambiente per il richiamo ai vincoli che proteggono la riserva di Sughereta.

     

    MUOS MUOS

    2 - GLI AMERICANI CHIEDONO SPIEGAZIONI

    Paolo Mastrolilli per “la Stampa”

     

    Gli Stati Uniti si aspettano che il governo italiano risolva le questioni aperte con le autorità locali siciliane e giudiziarie per procedere con l' attivazione del Muos. Ne va della credibilità e dell' affidabilità internazionale di un alleato, che peraltro sta facendo molto nella lotta all' Isis, su un progetto che serve anche a Roma e a tutti i membri della Nato per garantire la stabilità della regione mediterranea.

    OBAMA E RENZI OBAMA E RENZI

     

    Washington è sorpresa, se non frustrata, dagli ostacoli politici e giudiziari, perché la decisione di costruire il Muos in Sicilia era frutto di un accordo fra governi, che quindi dovrebbe avere la precedenza sulle obiezioni locali. Naturalmente gli americani rispettano le decisioni dei giudici e di tutte le autorità politiche, ma fanno notare che la realizzazione del progetto è stata varata in origine con tutte le autorizzazioni necessarie, e quindi è nella piena legalità. Le preoccupazioni della popolazione sono comprensibili, ma gli studi condotti hanno dimostrato che le radiazioni elettromagnetiche emesse sarebbero sotto il livello di guardia delle regolamentazioni italiane.

     

    RENZI E OBAMA RENZI E OBAMA

    Il Muos è un sistema globale di comunicazioni, che ha l' obiettivo di coprire tutto il pianeta. Tre strutture sono già state costruite e sono attive: una in Virginia, una alle Hawaii e una in Australia, e non ci sono state conseguenze per la salute degli abitanti delle zone dove si trovano. Per completare la rete manca solo l' impianto italiano, che tiene aperto un buco proprio nella regione più calda del momento.

     

    Lo scopo del progetto è favorire la comunicazione e il trasferimento dei dati, inclusi i video, e quindi avrebbe un' importanza strategia rilevante per le operazioni finalizzate a contrastare il terrorismo, o attività come il traffico degli esseri umani nel Mediterraneo. Per fare un esempio pratico, un' unità impegnata nel soccorso dei profughi, o magari una squadra che sta fermando un attacco terroristico in Africa settentrionale, potrebbe avere difficoltà a parlare con la base e magari chiedere aiuto in una situazione di pericolo, proprio perché le antenne di Niscemi sono spente.

     

    JOHN KERRY JOHN KERRY

    L'uso del Muos, oltretutto, non sarebbe esclusivo per gli americani, che lo metterebbero a disposizione non solo di tutti gli alleati della Nato, ma anche direttamente dell' Italia nell' ambito delle relazioni bilaterali. Ogni Paese in questa ottica porta al tavolo della sicurezza comune le cose che sa fare meglio, e il contributo tecnologico che può venire dagli Stati Uniti è unico.

     

    Washington non vuole compromettere su questo punto il rapporto con Roma, che è molto proficuo su vari terreni, a cominciare dall' efficace lavoro di intelligence svolto dagli italiani proprio in Libia. Inoltre gli americani hanno notato con soddisfazione e gratitudine che l' Italia è diventata il secondo contributore di uomini in Iraq, dopo gli Usa. Tutto questo però rende ancora più singolare l' intoppo sul Muos, perché si tratta di un progetto che aiuterebbe anche Roma a garantire la propria sicurezza davanti alle minacce del terrorismo, che stanno ormai di fronte alle sue coste.

     

    Paolo Gentiloni Paolo Gentiloni

    Gli Stati Uniti rispettano le decisione della magistratura e non vogliono entrare nel merito delle questioni politiche locali, anche perché ritengono di aver richiesto e ottenuto in anticipo tutte le autorizzazioni necessarie. Li colpisce però il fatto che un accordo internazionale siglato da un governo possa essere paralizzato da istanze regionali. Quindi si aspettano che la soluzione venga proprio dall' esecutivo, a cui tocca il compito di risolvere le questioni interne aperte con le autorità giudiziarie, e quelle politiche locali.

     

     

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