Andrea Ossino per “la Repubblica - Edizione Roma”
LA MORTE DI ANNA TOMASINO - LA BANDA ROM DI MONTESACRO
Trascorsi tre anni dall'omicidio della signora Anna Tomassino, i cinque ragazzi che nel maggio del 2019 hanno rapinato e ucciso l'ottantanovenne sono stati definitivamente condannati. La Cassazione ha deciso che i "pali", Bidam Sulejmanovic, Dilan e Dennes Trajkovic, dovranno scontare 7 anni e 4 mesi di carcere. Mentre Darko Kostic, uno dei due giovani entrati nell'appartamento in zona Città Giardino, dovrà trascorrere 16 anni dietro le sbarre. La pena più pesante, 24 anni, è stata emessa nei confronti di Miki Trajkovicn, l'uomo che ha materialmente ucciso la signora spingendola e facendola cadere per terra mentre era al telefono.
OMICIDIO DI ANNA TOMASINO - MIKI TRAJKOVIC
Già, perché quello della signora Tomassino è stato un omicidio in diretta telefonica. Dall'altra parte della cornetta l'amica della vittima ha sentito un urlo, poi il trambusto e infine il silenzio. A spiegare cosa è accaduto quella notte ci hanno pensato gli stessi imputati, quando sono stati arrestati o si sono costituiti al termine di una fuga durata qualche giorno. « Stavamo festeggiando san Giorgio, avevamo mangiato e bevuto, e alla fine della serata abbiamo visto quella casa buia e abbiamo deciso di entrare per rubare », ha raccontato uno dei rapinatori che abitavano nel campo nomadi di via Salviati.
Terminati i festeggiamenti in occasione del patrono della comunità rom, i cinque avrebbero deciso di mettere a segno un furto: « Volevo due soldi per uscire con la mia ragazza», avrebbe detto Dilan Trajkovic, che con il cugino Dennis era rimasto fuori dall'appartamento per controllare che nessuno arrivasse. Nato in Italia, la fedina penale del giovane racconta di un furto commesso da minorenne.
il palazzo di via pizzo bernina, dove viveva anna tomasino 1
«È stata una cosa improvvisa » , ha contestualizzato il quarantaduenne Bidam Sulejmanovic, che stava al volante di una Bora station wagon grigia, una Volkswagen. La narrazione più rilevante è stata quella di Darko Kostic: «Il mio amico (Miki Trajkovic, di 38 anni ndr) e io siamo entrati in casa dell'anziana arrampicandoci dai balconi, lei ha urlato, io ho detto di andarcene, lui invece ha tardato. Ho sentito un botto, ma non ho visto nulla. Solo la donna in terra. Poi abbiamo iniziato a litigare e ci siamo allontanati».
anna tomasino
Rientrati nel campo, i due avrebbero deciso di lasciare l'Italia dopo aver appreso del decesso dai telegiornali. Miki Trajkovic però era stato fermato a Ventimiglia, Darko Kostic e Bidam Sulejmanovic sarebbero rientrati a Roma pensando di poter spiegare di aver avuto un ruolo più marginale. Darko Kostic, successivamente, avrebbe anche pensato di poter limitare le conseguenze vuotando il sacco. E così aveva confessato bussando alla porta della stazione dei Carabinieri di Cinecittà. Per tutti si sono aperte le porte del carcere.
il palazzo di via pizzo bernina, dove viveva anna tomasino