Tommaso Montesano per “Libero quotidiano”
MATTEO salvini PRO referendum giustizia
Il conto alla rovescia può scattare. I sei referendum sulla giustizia promossi dalla Lega con l'aiuto dei Radicali Italiani hanno raccolto le adesioni necessarie. Anzi: le sottoscrizioni a favore dei quesiti che, se approvati dagli elettori, potrebbero finalmente rivoluzionare la magistratura italiana, sono state anche più del necessario.
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Perché alle firme dei cittadini si sono aggiunte anche le "approvazioni" - così come previsto dalla Costituzione - di nove Consigli regionali (quelli di Basilicata; Friuli Venezia Giulia; Liguria; Lombardia; Piemonte; Sardegna; Sicilia; Umbria e Veneto, tutte governate dal centrodestra).
L'articolo 75 della Carta prevede che per mettere in moto il meccanismo del referendum abrogativo occorrono o le firme di 500mila elettori, o la richiesta di almeno cinque Consigli regionali. Ebbene, il Carroccio ha centrato entrambi gli obiettivi. La campagna referendaria lanciata in piena estate, grazie a gazebo, banchetti e adesioni elettroniche, ha permesso di sfondare il muro delle 700mila sottoscrizioni a quesito, per un totale di oltre 4,2 milioni di autografi. Firme stipate in 368 scatoloni che hanno riempito tre furgoni.
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Il leader della Lega, Matteo Salvini, può esultare: «Finalmente gli italiani avranno l'opportunità di cambiare la giustizia! Appuntamento in primavera. Un ringraziamento a chi ha firmato, a chiera presente ai gazebo e nelle piazze, a chi ha dato una mano da Nord a Sud». E le adesioni continuano ad arrivare: ieri mattina, ad esempio, nella sede milanese del Carroccio, in via Bellerio, ne sono state consegnate altre 80mila.
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LA TABELLA DI MARCIA
A questo, la Lega ieri ha affiancato le richieste dei Consigli regionali di centrodestra, che hanno ricevuto la convalida della Corte di Cassazione, cui attraverso l'Ufficio centrale per il referendum spetta un primo controllo, limitato a verificare la conformità delle richieste alla normativa vigente (in primis sul numero delle sottoscrizioni), sulle adesioni.
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Il via libera del Palazzaccio di piazza Cavour ha così l'effetto di blindare la campagna referendaria leghista, rendendo addirittura non più necessaria la consegna fisica degli scatoloni in cancelleria. Deposito che dopo il cambio dei termini per la consegna delle firme - dal 30 settembre al 31 ottobre- sarebbe dovuto avvenire oggi.
Invece la mossa dei nove Consigli regionali accorcia i tempi, lasciando alle firme popolari il compito di testimoniare il seguito popolare della battaglia leghista, fortemente voluta dal leader Matteo Salvini e che, nonostante l'ostilità del segretario del Pd, Enrico Letta, ha aperto una breccia anche a sinistra, viste le adesioni di Goffredo Bettini, Giorgio Gori (sindaco di Bergamo), Luciano Pizzetti (deputato dem), Gianni Pittella (senatore pd), Massimo Smeriglio (eurodeputato). Per non parlare di Matteo Renzi, leader di Italia Viva.
presentazione dei referendum sulla giustizia promossi da lega e partito radicale
LA POSTA IN PALIO
Una mole di sostegni che ha irritato, viceversa, il fronte della magistratura, che naturalmente non ha visto di buon occhio la mobilitazione. «Credo che spetti all'Anm una ferma reazione a questo tipo di metodo», disse lo scorso 19 giugno il presidente del "sindacato delle toghe", Giuseppe Santalucia.
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Superato il vaglio della Corte di Cassazione, la palla passerà alla Corte costituzionale, incaricata del giudizio di ammissibilità dei quesiti. La pronuncia dovrà avvenire entro il 20 gennaio del prossimo anno. I quesiti ammessi saranno poi pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale entro il 10 febbraio per poi essere sottoposti al giudizio popolare una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno 2022.
salvini E I referendum SULLA giustiziA
Il referendum sarà ritenuto valido se andrà a votare la maggioranza degli aventi diritto di voto. E qui torna in ballo la quantità di firme - trasversali - raccolte dalla Lega nella "campagna d'estate". I sei questiti destinati a rivoluzionare la giustizia riguardano in primis la riforma del Consiglio superiore della magistratura, con lo stop allo strapotere delle correnti in tema di candidature all'organo di autogoverno dei giudici.
presentazione dei referendum sulla giustizia promossi da lega e partito radicale 1
Il secondo quesito, invece, consentirebbe finalmente al cittadino vittima di un errore giudiziario di rivalersi direttamente sulla toga, senza chiamare in ballo lo Stato. Grazie al terzo, i magistrati potrebbero essere giudicati - nei consigli giudiziari - non solo dai loro colleghi, ma anche dai rappresentanti di università e avvocatura.
Il quarto quesito, se approvato, realizzerebbe quella separazione delle carriere da sempre osteggiata dalle toghe e dalla maggioranza del Parlamento, quale che fosse la coalizione al governo. Gli ultimi due quesiti da una parte introducono limiti per l'uso della custodia cautelare, riservandola agli accusati dei reati gravi, dall'altra aboliscono il "decreto Severino", eliminando l'automatismo della sospensione e della decadenza di sindaci e amministratori locali condannati in via non definitiva.
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