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«La legge arriva fino a un certo punto ma il discorso morale è un altro»: lo ha detto il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, in merito alla assoluzione di Silvio Berlusconi sul caso Ruby. In giornata già il giornale dei vescovi ha commentato la notizia: «Avvenire ha preso una posizione coraggiosa che va sostenuta e confermata», ha detto Galantino.
LE PAROLE DEL QUOTIDIANO CATTOLICO
Il segretario dei vescovi, parlando a margine di un convegno sul servizio civile, ha aggiunto che la questione non riguarda «solo Berlusconi. Tutte le volte in cui c’è una assoluzione bisogna andare a leggere le motivazioni». Galantino ha citato come esempio la legge sull’aborto per far presente che «se un fatto è legale non è detto che sia morale».
NUNZIO GALANTINO
«C’è molto da riflettere su come è stato imbastito il processo e sulle sue conseguenze ma l’esito penale favorevole a Berlusconi non cancella il rilievo istituzionale e morale del caso», ha scritto il direttore diAvvenire Marco Tarquinio. Che ha aggiunto: «L’ho pensato e scritto all’indomani della sentenza d’appello, continuo a pensarlo e torno a scriverlo oggi dopo la parola finale detta dai giudici di Piazza Cavour».
L’ITER DEL PROCESSO
Marco Tarquinio
L’ex premier — imputato di concussione per induzione e prostituzione minorile — era stato condannato in primo grado — nel giugno 2013 — a sette anni di reclusione. In secondo grado, nel luglio 2014, invece l’assoluzione. Martedì, dopo una lunghissima camera di consiglio, la Cassazione ha confermato la decisione del tribunale d’appello. Al centro della vicenda i presunti festini a luci rosse ad Arcore ai quali avrebbe partecipato anche Karima El Marough, detta «Ruby», che, non ancora maggiorenne - secondo l’accusa - avrebbe fatto sesso in cambio di denaro e altre utilità con l’ex capo del Governo.
ruby berlusconi