1.CHI È MILO YANNOPOULOS, I VIDEO:
CONTRO UNA FEMMINISTA
SULLA PEDOFILIA: ‘QUANDO SI È GIÀ SUPERATA LA PUBERTÀ, NON È PEDOFILIA. SI TRATTA DI UOMINI E DONNE PIÙ MATURI CHE GUIDANO I PIÙ GIOVANI, LI PROTEGGONO. IO SONO STATO MOLESTATO DA UN PRETE QUANDO ERO UN ADOLESCENTE, MA MI POTEVA ANDARE PEGGIO. POI, CAPISCO CHE CI SIANO LEGGI PER IMPEDIRLO, MA QUESTI RAPPORTI ESISTONO’
L’INTERVISTA CON BILL MAHER, IDOLO POLITICAMENTE SCORRETTO DELLA SINISTRA AMERICANA CHE SI È PRESO UNA COTTA PER MILO (ED È STATO ACCUSATO DI SDOGANARLO)
2.PEDOFILIA, BUFERA SU «BREITBART»
Paolo M.Alfieri per Avvenire
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È bufera su Milo Yiannopoulos, il provocatore dell' estrema destra americana che lavora a Breitbart News, il sito a lungo guidato da Steve Bannon, attuale capo stratega di Donald Trump. L' editore Simon & Schuster ha cancellato la pubblicazione della sua autobiografia dopo che è comparso un video in cui l' ideologo della cosiddetta destra "alt-right" difende la pedofilia.
«Dopo attento esame, Simon & Schuster e la sua divisione Threshold Editions hanno cancellato la pubblicazione di "Dangerous" di Milo Yiannopoulos» si legge in una note dell' editore, che avrebbe già versato 250mila dollari per il libro. La decisione dell' editore segue la polemica scoppiata dopo la pubblicazione in rete di un video, ricavato tra l' altro da un' intervista in diretta Internet del gennaio 2016, in cui Yiannopoulos si dice favorevole ai rapporti sessuali tra «ragazzi giovani» e uomini adulti.
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Yiannopoulos aggiunge che l' età del consenso «non è una cosa in bianco e nero » e che le relazioni «tra ragazzi giovani e uomini adulti possono essere esperienze estremamente positive». Yiannopoulos spiega poi la sua concezione di pedofilia: «La pedofilia non è un' attrazione per un tredicenne, sessualmente maturo. La pedofilia è un' attrazione per bambini che non hanno raggiunto la pubertà».
L' Unione conservatrice americana Acu, in seguito alla pubblicazione del video, ha revocato l' invito a Yiannopoulos a intervenire sul podio della sua conferenza annuale. Secondo il sito The Washingtonian, gli stessi dipendenti di Breitbart News, dove Yiannopoulos è caporedattore, hanno minacciato di dimettersi se non verrà licenziato.
Yiannopoulos ha replicato alle accuse sostenendo che «nulla può essere più lontano della verità».
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«Trovo questi crimini (la pedofilia, ndr) assolutamente disgustosi, trovo queste persone assolutamente disgustose», ha aggiunto, senza però smentire il contenuto delle registrazioni, che secondo lui sarebbero state manipolate per estrapolare le sue parole dal contesto. Yiannopoulos è ritornato più tardi sulla questione, ricordando che è stato egli stesso vittima di abusi sessuali: «Considerate le mie esperienze come vittima, ero portato a credere che potessi dire qualunque cosa sull' argomento, non importa quanto scandaloso». Ma non è bastato.
Nato ad Atene nel 1983 e cresciuto nel Kent, in Inghilterra, Yiannopoulos è da tempo considerato un provocatore sessista e razzista. Gay e ultraconservatore, è una star di Instagram diventato un sostenitore acceso di Trump, che durante la campagna elettorale chiamava «papà». È considerato uno dei volti più rappresentativi di alt-right (alternative right), la destra anti-semita, islamofoba e populista che si presenta come una corrosiva alternativa al tradizionale conservatorismo americano.
3.MILO DIFENDE I PEDOFILI. E CADE
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Massimo Gaggi per il Corriere della Sera
Era sulla cresta dell' onda Milo Yiannopoulos, l' incendiario pupillo di Steve Bannon. Il provocatore dell' ultradestra, alla quale l' ideologo di Donald Trump aveva affidato la guida di Breitbart News dopo il trasloco nel team del futuro presidente, era diventato una stella: richiesto in tv e ai convegni per la sua oratoria estrema.
Eccessivo anche su temi delicati, dal razzismo al sesso, alla fine Milo è precipitato: due frasi con le quali ha dato l' impressione di giustificare la pedofilia (ha ridicolizzato le accuse contro i preti pedofili e ha detto che non è un pedofilo l' adulto che ha rapporti con un 13enne sessualmente sviluppato, ma solo chi molesta un bimbo di 6-7 anni) e in poche ore la sua stella è andata in frantumi.
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Prima la CPAC, la conferenza degli arciconservatori, ha cancellato un invito. Poi l' editore Simon & Schuster che gli aveva anticipato 250 mila dollari per la pubblicazione del suo «Dangerous», ha deciso di non stampare più il suo libro. E alla fine, ieri sera, Milo è stato costretto a lasciare anche Breitbart. Il campione delle posizioni estreme (anche antisemite) se ne va nel giorno in cui Trump condanna l' antisemitismo.
4.YIANNOPOULOS, IL VOLTO POP DELL’ULTRADESTRA MISOGINA E RAZZISTA
milo yannopoulos
Serena Danna per il ‘Corriere della Sera’ del 16 novembre 2017
Milo Yiannopoulos è la firma scelta, pochi mesi prima dell’inizio della corsa elettorale, dall’allora ceo di Breitbart Stephen Bannon — neo consigliere strategico di Donald Trump — per conquistare i giovani lettori (ed elettori) del sito di ultradestra.
Per alcuni, Milo è un provocatore alla ricerca di fama che usa sessismo e razzismo per aizzare i «frustrati» di Internet contro i valori americani. Per altri, è un paladino della libertà d’espressione radicale che lotta contro il dominio del politicamente corretto e la «sinistra reazionaria». Tra le due versioni, ci sono alcuni elementi di verità fattuale: Yiannopoulos, classe 1983, autonominatosi il «più favoloso dei supercattivi di Internet», è il volto bello, gay e molto pop del movimento della «destra alternativa» — tutto meme e insulti razzisti — conosciuto come Alt-Right.
milo yannopoulos
A luglio è stato cacciato da Twitter (dove aveva quasi 400 mila follower) per aver innescato una campagna di odio contro Leslie Jones, l’attrice afroamericana di «Ghostbusters». Una pratica sperimentata qualche mese prima, quando aveva reso il GamerGate — un processo online contro le donne che lavorano nel mondo dei videogiochi — una pericolosa caccia alle streghe.
il profilo di milo yannopoulos su bloomberg
Da allora, si è innamorato di Trump (che chiama «Daddy»), aiutando a trasformare un milionario dell’establishment finanziario in un’icona sovversiva (si è anche dipinto di giallo i capelli in suo onore); ha avviato un tour nei campus universitari per salvaguardare i maschi bianchi dal «cancro del femminismo» e del politicamente corretto; e ha scritto il manifesto dell’Alt-Right.
Mentre in molti si chiedono se insieme a Bannon — «uno dei migliori capi che abbia mai avuto e tra le menti politiche operative più brillanti d’America» — sia entrata alla Casa Bianca anche l’estrema destra xenofoba, Milo dichiara al Corriere che l’Alt-Right è «una risposta populista e nazionalista contro il globalismo e le élite non elette e corrotte che hanno maltrattato l’America per 30 anni».
alt right milo yannopoulos
Non solo: «È una forza correttiva necessaria che avrà un effetto straordinario, soprattutto nelle università» dove nasce il «ridicolo linguaggio in codice della sinistra progressista». E l’anima razzista e sessista? «Non c’è da essere preoccupati», rassicura Yiannopoulos: «È una sfida al politicamente corretto!».
Secondo Milo, definito dal «Guardian» «un incrocio tra un pitbull e Oscar Wilde», Internet è stata cruciale nell’elezione di Trump «nonostante i tentativi della Silicon Valley di spegnere le opinioni conservatrici e libertarie». Una prova? «Proprio ieri Twitter ha sospeso gli account dei conservatori più popolari». Nelle ultime ore il social network ha censurato, tra gli altri, il suprematista bianco Richard Spencer e un think tank della Virginia legato all’Alt-Right, per incitamento all’odio.
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Milo ha la sua versione: «Sono stati cacciati perché hanno sostenuto l’elezione di Trump. Ma le compagnie tecnologiche hanno perso e continueranno a perdere». Anche sulla tesi che vede negli elettori del presidente dei professionisti dell’odio, Yiannopoulos vuole stupire: «Il mio motto è “risata e guerra”, perché nessuno può resistere alla verità che si nasconde in uno scherzo fatto bene».
milo yannopoulos e il suo fetish
Il partito repubblicano ha sbagliato tutto? «La Destra perde quando è troppo arrabbiata o troppo pomposa —. Facciamo sentire bene le persone!». D’altronde, non è un caso se Bannon ha chiamato un trentenne cool per vendere la rabbia su Internet.