Estratto dell'articolo di Emilia Costantini per www.corriere.it
STEFANIA SANDRELLI - PARTHENOPE
Stefania Sandrelli ripercorre la sua carriera esplosa con il celebre film di Pietro Germi: «Era molto severo, un cacadubbi, sul set ci siamo sempre dati del lei, poteva essere mio nonno, mi ha trasmesso le basi fondamentali del mestiere, ma spesso ci scontravamo e quando lui urlava durante le riprese rispondevo strafottente: io faccio quello che posso, lei strilli di meno e si faccia capire di più... e lui si calmava».
aldo puglisi e stefania sandrelli in sedotta e abbandonata
Come era stata scelta?
«Mi aveva scoperto su una rivista e mi convocò per un provino agli Studi De Paolis a Roma, mi venne un colpo, non me lo aspettavo. Ero minorenne e venivo ovviamente accompagnata da mia madre Florida la quale, quando iniziò la mia carriera, dovendo essere sempre al mio fianco tra un set e l’altro, mi disse: “Stefanina, sei proprio sicura che vuoi fare questo mestiere?
GINO PAOLI STEFANIA SANDRELLI
Lavori tanto, ti pagano poco e ci stiamo rimettendo”. E io rispondevo con un filo di voce: sì, mamma, lo voglio fare, è la mia passione... Intendiamoci, i soldi devono servire per vivere e non bisogna vivere per i soldi, però è anche vero che a quel tempo, come mi pare ancora oggi, gli uomini vengono pagati molto più delle donne. Bisogna ribellarsi».
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Due figli e cinque nipoti. Che madre è stata?
«Mi sarebbe piaciuto avere più figli, il problema è che data la mia vita lavorativa, sono stata un po’ assente e soprattutto avrei rischiato di farli tutti con padri diversi, cosa che è in parte avvenuta. Infatti Amanda l’ho avuta con Gino Paoli e Vito è nato dal matrimonio con Nicky Pende».
AMANDA SANDRELLI GINO PAOLI STEFANIA SANDRELLI 1
Quando rimase incinta di Paoli?
«Ci eravamo conosciuti alla Bussola, lui mi invitò a ballare, io non sapevo che fosse sposato e comunque la scelta nei suoi confronti fu la mia, anche se, quando rimasi incinta, non pensavo di sposarlo. Mi sono dimostrata molto coraggiosa, ho affrontato serenamente lo scandalo in un’Italia di quei tempi, molto diversa da oggi, stiamo parlando del 1964, medioevo».
E fu costretta a dare il suo cognome alla bambina proprio perché erano i tempi di un’Italia medioevale?
stefania sandrelli e il nipote rocco roca rey foto di bacco (1)
«No. Il nome Amanda lo aveva scelto lui, dicendo che è il gerundio di amare, ma io non ero d’accordo, perché una mia compagna di classe che mi faceva continuamente dispetti si chiamava proprio Amanda: mentre aspettavamo l’autobus per andare a scuola, mi rintontiva di cartellate in testa! Però Gino si impuntò, alla fine mi convinse e allora decisi che il cognome sarebbe stato il mio, punto e basta».
La convivenza con Paoli?
«Un po’ precaria, vivevamo insieme un po’ a Roma, un po’ a Milano. Lui bugiardissimo, un giorno ho scoperto tutti gli altarini e poi ho avuto un buon rapporto con la moglie Anna. In ogni modo con Gino abbiamo mantenuto buoni rapporti: quando hai un figlio con una persona come fai a chiudere i rapporti?».
stefania sandrelli
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Poi nella sua vita è arrivato il chirurgo Nicky Pende.
«Anche con lui, come con Gino, strana coincidenza: ci siamo conosciuti ballando in una discoteca a Roma. Ci siamo sposati nel 1972 e all’inizio era ottimo, tutto filava liscio. Purtroppo, però, aveva il vizio del bere... si trasformava da dottor Jekyll a Mister Hyde... scenate terribili, volavano i piatti e abbiamo divorziato. Per fortuna nostro figlio Vito, anche lui medico, è tutt’altro carattere».
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Si è mai pentita dello scandalo suscitato dal film «La chiave» diretta da Tinto Brass?
«Mai. Ho sempre avuto un certo istinto che mi indica le strade giuste, di cui mi fido e continuo a fidarmi. Sono sempre stata io a scegliere le cose da fare, mai stata scelta. Quello di Tinto, un film femminista, dove il mio personaggio mette alla berlina un porco inverecondo guardone... una denuncia a tutti gli effetti... un film trasgressivo e non pornografico, semmai ricco di grande ironia.
alberto sordi stefania sandrelli quelle strane occasioni
Ho avuto fortuna anche in quel caso nell’essere scelta per il ruolo: non ero proprio una ragazza e non mi sono spogliata tanto per farlo, per far giudicare al pubblico se ero ancora bella... l’ho fatto in piena libertà... Diceva mia madre: “Ciò che avviene, conviene” ed è giusto così, cioè che le proposte capitino al momento opportuno. Sembrerò sfrontata, ma lo rifarei, anche se ovviamente non avrei più il fisico adatto».
Oggi non proverebbe vergogna?
«Assolutamente no, e ho spiegato il motivo. E poi oggi non si vergogna più nessuno di niente, mentre invece ci sono delle persone che dovrebbero nascondersi la faccia dietro un bel paio di mutande».
stefania sandrelli marzio honorato una donna allo specchio
Insomma, una donna libera a 360 gradi sin da giovanissima... Le è anche capitata qualche storia d’amore con qualche collega?
«[…] Uno degli attori più belli era Robert De Niro, che ho conosciuto sul set di “Novecento” di Bertolucci, e con grande faccia tosta gli dissi: ma quanto sei carino! Lui si mise a ridere e si ritrasse, era molto discreto... L’unico con cui è accaduta qualcosina fu Depardieu, qualche “balletto”, qualche... tip tap... lui era un uragano...».
stefania sandrelli la chiave 12
Quali invece i personaggi da cui è rimasta particolarmente colpita?
«Con Pier Paolo Pasolini abitavamo vicini e ci incontravamo quasi tutte le mattine: un’anima grandiosa, gentile, altruista... dal suo sguardo traspariva intelligenza e sapienza. La prima volta che incontrai Alberto Moravia fu a un concerto di musica dodecafonica, una roba tosta e un po’ noiosa. Sedevo dietro di lui e lo vedevo scuotere la testa, sbuffava talmente forte che si faceva sentire da tutti... Poi lo conobbi in altre occasioni e fui ospite spesso a casa sua con altri scrittori, attori... un’accoglienza squisita, un vero signore. E soprattutto, a Cannes, ho conosciuto e poi fatto amicizia con Mario Soldati, un genio, molti anni prima di conoscere suo figlio Giovanni».
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