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    NON TEMO IL COVID IN SÉ, TEMO IL COVID IN ME - LA CINA ANNUNCIA LA RIMOZIONE DELL'OBBLIGO DI QUARANTENA PER I VIAGGIATORI STRANIERI, PER I QUALI SARANNO FACILITATE ANCHE LE RICHIESTE DI VISTO PER ENTRARE NEL PAESE. È L'ULTIMO COLPO DI SPUGNA DI XI JINPING, CHE HA ORMAI MANDATO A PUTTANE LA STRATEGIA "ZERO COVID". IL GUAIO È CHE È LA POPOLAZIONE CINESE A NON AVERE L'IMMUNITÀ, PER VIA DELLE RESTRIZIONI RIGIDE DI QUESTI ANNI E DEL FATTO CHE I VACCINI MADE IN CHINA SONO ACQUA FRESCA. NON A CASO, IL GIAPPONE HA IMPOSTO L'OBBLIGO DI TAMPONE PER CHI ARRIVA DAL PAESE DEL DRAGONE


     
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    1. CINA TRAVOLTA DAL COVID, MA PECHINO RIAPRE LE FRONTIERE: STOP QUARANTENE DALL’8 GENNAIO

    Da www.ilsole24ore.it

    Code a Pechino per i tamponi Code a Pechino per i tamponi

    Addio alla politica «zero Covid» nel vivo di una delle ondate più tumultuose dall’inizio della pandemia. La Cina si prepara a riaprire le sue frontiere a gennaio, terminando un isolamento di tre anni che ha affossato l’economia e scatenato un malcontento sempre più diffuso. L’allentamento arriva nel vivo di una rialzo-monstre dei casi, con 250 milioni di contagi in 20 giorni e lo spettro di un milione di vittime nell’ondata. Un cambio di approccio che si riassume nelle parole del presidente Xi Jinping: «Di fronte alla nuova situazione occorre lanciare una campagna sanitaria più mirata per proteggere la vita delle persone» ha detto.

     

    Code a Pechino per i tamponi 2 Code a Pechino per i tamponi 2

    STOP ALLE QUARANTENE E VISTI PIÙ FACILI

    Nel dettaglio, dall’8 gennaio la Cina non imporrà più ai viaggiatori in arrivo l’obbligo di quarantena, limitandosi alla richiesta di un tampone negativo nelle 48 ore precedenti alla partenza. Attualmente bisogna osservare un periodo di otto giorni di isolamento, divisi fra cinque giorni in una struttura designata e tre a casa.

     

    Il governo ha comunicato che faciliterà le richieste di visto per motivi diversi, dallo studio al ricongiungimento familiare, oltre a sbloccare il limite sui voli internazionali e riammettere il turismo in uscita. La stessa gestione del Covid è stata declassata a un livello di emergenza minore, rimuovendo la giustificazione legale per le misure più invasive della politica «zero Covid». Le autorità nazionali ribadiscono che continueranno a monitorare la proliferazione dei contagi e cercheranno di eliminare i focolai più insidiosi.

    Code a Pechino per i tamponi 3 Code a Pechino per i tamponi 3

     

    La priorità, ha detto l’alto funzionario Liang Wannian, deve «passare da prevenzione e controllo dell’infezione al trattamento, con l’obiettivo di garantire la salute, prevenire le malattie gravi e consentire una transizione stabile e ordinata mentre adeguiamo la risposta al Covid». Il Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie potrebbe anche ridurre la frequenza di pubblicazione dei dati, passando da un aggiornamento quotidiano a una versione mensile.

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    GIAPPONE: DA VENERDÌ TEST A VISITATORI DALLA CINA

    Il Giappone imporrà test Covid ai visitatori provenienti dalla Cina continentale. Lo ha annunciato il primo ministro Fumio Kishida in risposta all’imminente fine delle quarantene obbligatorie all’arrivo in Cina. La misura entrerà in vigore da venerdì. Ci sono «informazioni che i contagi si stanno diffondendo rapidamente» in Cina, ha detto Kishida, ed «è difficile stabilire con precisione la situazione. Questo sta generando una crescente preoccupazione in Giappone».

     

    Fila per i tamponi in Cina Fila per i tamponi in Cina

    2. GIAPPONE, OBBLIGO DI TAMPONE PER CHI ARRIVA DALLA CINA

    (ANSA) - I viaggiatori provenienti dalla Cina in arrivo in Giappone saranno obbligati a fare un tampone a partire da venerdì, e i positivo dovranno sottoporsi ad una quarantena di 7 giorni, in previsione di una accelerazione del flusso di turisti verso Tokyo, e l'ambiguità di Pechino sul numero di contagi. Lo ha deciso il premier nipponico Fumio Kishida. Le autorità giapponesi stanno valutando di porre un limite al numero dei voli provenienti dalla Cina. "Ci sono timori sulla situazione reale in Cina, a causa delle discrepanze tra il numero dei contagi rilasciati dal governo e i dati forniti dal settore privato", ha detto Kishida.

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