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LA CINA IN DEFLAZIONE PER LA PRIMA VOLTA DA FEBBRAIO 2021
(ANSA) - I prezzi al consumo in Cina cedono a luglio lo 0,3% su base annua, segnalando il primo calo da febbraio 2021 e la fase di deflazione in scia al rallentamento dei consumi interni che complica la ripresa economica.
Il dato, il principale indicatore dell'inflazione, era pari a zero a giugno e si confronta con attese di -0,4%. Secondo i dati
dell'Ufficio nazionale di statistica, vanno male anche i prezzi alla produzione: -4,4% annuo, peggio delle stime di -4,1% e meglio del -5,4% di giugno.
La frenata di luglio è la decima di fila a segnalare una deflazione tra la debole domanda e i prezzi delle materie prime in rallentamento.
XI JINPING IMPERATORE - IMMAGINE CREATA CON MIDJOURNEY
2 – IL CROLLO DELL'EXPORT SPAVENTA PECHINO "COLPA DELLE RESTRIZIONI VOLUTE DALL'UE"
Estratto dell'articolo di Lorenzo Lamperti per “La Stampa”
La fabbrica del mondo spedisce sempre meno merci al di fuori dei propri confini. A luglio le vendite di prodotti cinesi sui mercati esteri sono diminuite del 14,5% su base annuale. Peggio dell'atteso -12,5%. Un crollo, considerato tra l'altro che nell'estate del 2022 la produzione industriale era ancora in qualche modo condizionata dalle restrizioni imposte dalla strategia zero Covid voluta da Xi Jinping, revocata solo a inizio 2023.
[…] Ed è anche il terzo segno meno consecutivo, prova di un trend preoccupante per la seconda economia del mondo, già reduce da una serie di notizie non confortanti sul proprio stato di salute. In discesa anche le importazioni, in questo caso del 12,4%. E si contrae il surplus commerciale: 80,6 miliardi di dollari contro i 102,7 miliardi di un anno fa.
putin xi jinping
Significativo il calo dell'export verso gli Stati Uniti: -23,1% a 42,3 miliardi. Oltre il 20% la decrescita di quelle verso l'Unione europea. Avvisaglie della "riduzione del rischio" teorizzata da Ursula von der Leyen e subito adottata dagli Stati Uniti, che Pechino definisce «disaccoppiamento mascherato».
Proprio ieri, il ministro degli Esteri cinese ha respinto le critiche provenienti da Bruxelles per lo squilibrio nella bilancia dell'interscambio. «Le restrizioni imposte dall'Ue all'invio di prodotti ad alta tecnologia negli ultimi anni hanno limitato la capacità di sfruttare il potenziale di esportazione verso la Cina», recita un comunicato, che rievoca la posizione sulla probabile uscita dell'Italia dalla Via della Seta col «potenziale» dell'accordo "ancora da sfruttare".
C'è un'eccezione alla tendenza al ribasso: le esportazioni cinesi in Russia sono aumentate del 52%, raggiungendo i 10,28 miliardi di dollari. Ma va sottolineato che l'incremento di luglio è stato molto più lento rispetto al 90,9% di giugno. E, attenzione, le importazioni di Pechino da Mosca sono invece diminuite dell'8%.
VLADIMIR PUTIN XI JINPING - ILLUSTRAZIONE FINANCIAL TIMES
Qui si tratta di un'inversione di tendenza, dopo che a giugno si era registrato un +15,7%. Sopratutto, è in generale il primo calo mensile dal febbraio 2022: subito dopo l'invasione dell'Ucraina la Cina aveva aumentato gli acquisti di petrolio e gas russi.
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Dopo quattro decenni di forte crescita, la Cina si trova in un momento complicato. Alcune voci interne, come quella del noto economista Liu Shijin, chiedono riforme strutturali. Di più, Liu ha parlato di «urgente bisogno di significative svolte teoriche» nel pensiero del Partito comunista riguardo lo sviluppo dell'economia privata.
vladimir putin xi jinping a samarcanda
Un appello inusuale per tempi inusuali, in cui la crescita del secondo trimestre si è fermata al 6,3% (sotto le attese del 7.1%) e in cui la disoccupazione giovanile urbana ha toccato a giugno il nuovo record del 21,3%. Nel 2023 si prevede che 5,7 milioni di persone nei settori dell'istruzione, dell'immobiliare e dell'edilizia saranno senza lavoro, con un aumento del 73% rispetto al 2019. […]
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